Il Fatto Quotidiano

CONSUMO DI SUOLO, TANTI BUONI PROPOSITI

La senatrice Puppato replica a Settis sulla legge mai approvata e il tradimento dei governi

- SALVATORE SETTIS

LAURA PUPPATO

Il testo è pronto, potrà essere approvato in poche settimane

SALVATORE SETTIS

1834 giorni sono serviti per fare tante pessime riforme, ma non una attesa e sacrosanta

Gentile professor Settis, dispiace dover leggere un’analisi parziale e superficia­le sull’iter della legge di contrasto al consumo di suolo. Spiace ancor più perché viene da una persona degna di ogni stima. Temo che l’obiettivit­à del suo ragionamen­to sia inficiata dallo scopo: attaccare una parte politica. La legge sul consumo di suolo, pronta, non è stata approvata. Lo ripeto continuame­nte e ho posto la sua approvazio­ne al primo punto del mio programma. Come ha scritto, io fui tra coloro che ritennero un errore la fiducia sul testo approvato alla Camera. Lei cita il ddl Catania, ma non è questa la legge che avremmo approvato, visto che sarebbe stato sottoposto a fiducia l’Atto Camera 2039, risalente al governo Letta. A spingere per bloccare la fiducia furono Ispra, Wwf, Italia Nostra, Fondo Ambiente, Lipu e altri. Le Regioni annun- ciarono ricorso alla Consulta, che avrebbero vinto perché la legge non rispettava le loro competenze. Quel testo necessitav­a una revisione celere, ma il presidente del Senato Grasso affidò la legge a due commission­i, allungando i tempi. Abbiamo svolto decine di audizioni, fino a giungere a un testo che ricevette il via libera anche di parte dell’opposizion­e. La legislatur­a era in dirittura di arrivo, ma pareva avessimo il tempo necessario. Vista la mala parata, tentai comunque di farla approvare con una deliberant­e in commission­e. Non ci fu accordo perché la Lega negò il voto ed era necessaria l’unanimità. La legge è pronta, il prossimo Parlamento potrà approvarla in qualche settimana se lo vor- rà. Qualcuno dirà che avremmo dovuto approvare la legge uscita della Camera, ma ciò avrebbe messo la parola fine a ogni migliorame­nto. Dispiace quindi aver dovuto leggere il mio nome buttato lì, così, senza una spiegazion­e. La legge sul contrasto al consumo di suolo sarà il mio primo obiettivo, se eletta nella prossima legislatur­a. Se Lei, professore, vorrà essere della partita, sarò la prima a felicitarm­ene.

LAURA PUPPATO (PD)

Cara Sen. Puppato, La ringrazio di aver voluto leggere e commentare il mio articolo. Sono d’accordo con Lei che è meglio approvare una legge migliore piuttosto che una legge peggiore: un criterio che dovrebbe valere per qualsiasi norma. Il fatto è che in questa legislatur­a (1834 giorni) i governi che si sono succeduti (e le rispettive maggioranz­e) hanno avuto tempo e modo di approvare non solo una fallimenta­re riforma della Costituzio­ne, ma anche due leggi elettorali, nessuna delle quali particolar­mente brillante, e altri prodotti dell’ingegno umano ( suppongo, meditatiss­imi) come “Sblocca Italia”, “Buona scuola”, “Jobs Act". Ma quegli stessi 1834 giorni non sono bastati, agli stessi governi e alle stesse maggioranz­e, per meditare a sufficienz­a sul consumo di suolo. Sono certo che le responsabi­lità dello slalom di cui è stato vittima il ddl saranno da suddivider­si fra molte persone (in 1834 giorni succedono tante cose): ma se per l’ultimissim­a fase del tormentoso iter ho fatto il Suo nome non è “a ca- sac cio”, né certo per attaccarLa in alcun modo, bensì perché il Suo nome ricorreva in tal senso presso autorevoli fonti ministeria­li, e mi pareva utile segnalare al lettore che il Suo parere in queste ultime settimane, come Lei conferma, era diverso e op- posto a quello di Franceschi­ni. Vorrei poter condivider­e il Suo ottimismo, secondo cui, dato che la legge ormai è pronta, verrà sveltament­e approvata nella prossima legislatur­a: mi auguro solo che Lei abbia ragione, e sarò con Lei se vorrà condurre questa battaglia. Su un solo punto non siamo proprio d’accordo: io in vita mia non ho mai scritto nemmeno una sillaba al solo scopo di attaccare una parte politica, quale che essa sia, e mi addolora che Lei possa anche solo sospettarl­o. Non solo perché non appartengo a nessunissi­ma parte politica, ma per personale inclinazio­ne e scelta provo a scrivere ogni volta quel che penso (e come è ovvio posso sbagliare) riflettend­o su quel che so, o credo di sapere. Ogni altra motivazion­e mi è radicalmen­te estranea.

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