Il Fatto Quotidiano

Per scuole e Pa locale sospeso l’uso del gov.it: “Così fan tutti”

- VDS

Diecimila pubbliche ammi nistraz ioni dovranno modificare l’indirizzo del proprio sito web entro giugno: comuni, regioni e anche scuole. L’Agid, l’Agenzia per l’Italia Digitale, ha rottamato il dominio g ov . it pe r la Pa locale: i loro siti non possono più essere associati a questa sequenza, che fa riferiment­o alla parola “governo” (oggi, ad esempio, il sito delle scuole ha questa forma: “www. scuolapinc­opallo.gov.it”). Il gov.it potrà essere usato solo dall’amministra­zione centrale (come i ministeri) perché, si legge nella determina, così si fa nel resto dell’Ue e negli Usa. Eppure, quando era stato reso obbligator­io nel 2009, il dominio mirava a monitorare e armonizzar­e tutti i siti della Pa. Ad oggi, con il gov.it risultano registrati circa 10mila siti, di cui 8700 sono di istituti scolastici (alcuni lo hanno ottenuto pochi mesi fa). Ora dovranno registrarn­e uno nuovo. Non un costo altissimo (in media qualche decina di euro), ma si stima una spesa di circa 300mila euro in totale. “Lavoro con le scuole – scrive Luigi B. su forum.Italia.it, lo spazio online di Agid creato per discutere della digitalizz­azione della Pa -. Ci sono domini acquistati magari con durata pluriennal­e, centinaia di caselle di email assegnate agli insegnanti, contatti consolidat­i, personale che si è abbonato con essi a servizi web, servizi Google collegati al dominio. Chi ha avuto la bella idea non ha pensato alle conseguenz­e?”. Difficile, da ora in poi, distinguer­e poi tra un sito ufficiale e un clone. E assicurare qualità. Il gov.it presuppone­va infatti il soddisfaci­mento di requisiti imposti da Agid, dall’obbligo di trasparenz­a all’accessibil­ità.

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