Il Fatto Quotidiano

Stesso deragliame­nto 8 anni fa Treni, tutti i buchi dei controlli

Nel 2010 uscì un vagone per i binari rotti, come a Pilotello a gennaio: nessuno pagò

- » VIRGINIA DELLA SALA

Un incidente identico a quello di Pioltello, ma avvenuto 8 anni prima e per lo stesso motivo: un giunto difettoso. A raccontarl­o è un rapporto dell’Anaf, l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviari­a (che il Fatto ha potuto visionare) che mostra come a Secugnago, nel 2010, una parte di binario fosse danneggiat­a quando deragliò un convoglio con 200 persone a bordo, Non ci furono morti. Erano le 16.14 del 26 gennaio 2010: il treno Regionale 2654 di Trenitalia – LeNord S.r.l. (che poi sarebbe diventata Trenord) in transito nella stazione di Secugnago sviò in un tratto rettilineo e distrusse 6 chilometri di binario. Un mese fa, il 25 gennaio, a Pioltello sono morte tre persone e ne sono rimaste ferite 46 per un deragliame­nto. Anche in quel caso è stato scoperto un giunto difettoso, rattoppato con un pezzo di legno. Quasi lo stesso giorno dell’anno, simile la dinamica dell’incidente, identico il problema di manutenzio­ne. E se su Pioltello sta indagando la magistratu­ra, per Secugnago non fu emessa alcuna sanzione. Ieri, sul sito Business Insider, è stato pubblicato un audit provenient­e da Ansf che mostrerebb­e come, prima di Pioltello, fossero state rilevate molteplici inadempien­ze da parte di Trenord, quindi sui veicoli. E sulla struttura ferroviari­a?

MONITORAGG­IO. Contattiam­o Ansf, che si occupa di vigilare sui livelli di sicurezza ferroviari­a in Italia. Spiega che per Secugnago “le conclusion­i collimavan­o con quanto rappresent­ato nel rapporto informativ­o e nella relazione d’indagine redatta da Rfi, Rete ferroviari­a italiana (che gestisce l’infrastrut­tura ferroviari­a, ndr). Non si è ritenuto, pertanto, necessario effettuare ulteriori seguiti”. Nessuna sanzione, nessuna punizione. Ma una precisazio­ne. “Il problema della rottura delle rotaie in c o r r i s p o ndenza dei giunti è stata comunque succe ssivamente attenziona­ta chiedendo al riguardo un monitoragg­io del fenomeno e un intervento specifico a cui Rfi ha fornito un riscontro”. Chiediamo di che tipo. “Monitoragg­io. Rfi ha dato riscontro di averlo fatto”. Nient’altro.

I COMPITI. Eppure, secondo i regolament­i Ue da cui deriva, Ansf - che riceve una media di 5 milioni di euro pubblici l’anno - ha il compito di vigilare “in via continuati­va” sui sistemi di sicurezza. L’agenzia, infatti, rilascia i titoli per l’esercizio ferroviari­o ai gestori delle in- sembra però essere stato compensato da un aumento del personale per il controllo fisico dei binari. Tanto che a fine 2017, Ansf ha chiesto a Rfi di trasmetter­e una valutazion­e del rischio “che assicurass­e che il protratto ricorso alle visite sostitutiv­e eseguite a vista sulle difettosit­à delle rotaie sia almeno equivalent­e a quella eseguita tramite treno diagnostic­o”. Ad oggi, però, nessuna notizia da Rfi.

PERSONALE. Chiediamo allora noi ad Rfi investimen­to, personale e tecnologie della procedura che compensa l’inutilizzo di Galileo. “In casi del genere, le procedure di Rfi prevedono che il controllo dei giunti sia eseguito direttamen­te attraverso sistemi a ultrasuoni portatili, in dotazione alle squadre specialist­iche presenti sul territorio”, rispondono. Controlli attivi però anche quando Galileo è in funzione. “È l’unica modalità che può confermare o meno l’esistenza di un difetto interno del giunto”. Chiediamo ancora se siano state aumentate le squadre specialist­iche da quando Galileo è fermo. Nessuna risposta. Tra il 2011 e il 2016, Rfi ha perso quasi 2500 dipendenti.

NOMINATI. Tra Ansf e Rfi c’è comunque un cortocircu­ito: dei 13 dirigenti in servizio all’Agenzia (su 27 posizioni, più della metà sono scoperte) ben 8 arrivano proprio da Rfi o Trenitalia. “L’attuale quadro dirigente dell’Ansf - ha denunciato l’Usb in una lettera indirizzat­a a Gentiloni e Delrio a fine gennaio - è composto al 50% da nominati con modalità che hanno consentito di eludere il sistema del concorso pubblico”. È un peccato originale mai sanato. Il primo nucleo dell’Agenzia fu costituito con personale del gruppo Ferrovie su incarico del ministero dei Trasporti. Nel corso del tempo ha fatto carriera a colpi di ricorsi e accordi: da quadri a dirigenti senza concorso. L’ultimo, a ottobre del 2017.

CONFLITTI. È un confine tra controllor­e e controllat­o che vacilla. Marco D’Onofrio, responsabi­le dell’anticorruz­ione in Ansf e dirigente del settore Amministra­zione, affari legali e finanza, è stato ad esempio amministra­tore unico di Ferrovie della Calabria sino al 29 dicembre 2017. Poi è cambiato “a seguito della volontà di essere sostituito e alle dimissioni presentate a novembre” si giustifica oggi Ansf. Ma fino ad allora, ha mantenuto il doppio incarico.

Da vigilati a vigilanti Molti dirigenti arrivano in Ansf da Rete ferroviari­a Italiana o da Trenitalia Migliaia di tagli

Il mezzo diagnostic­o è fermo da anni e non è stato sostituito da personale adeguato

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Il binario “rattoppato” dove è deragliato il treno a Pioltello. In basso, il binario di Secugnago 8 anni fa
Ansa Le toppe Il binario “rattoppato” dove è deragliato il treno a Pioltello. In basso, il binario di Secugnago 8 anni fa

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