Il Fatto Quotidiano

Hollywood, sussurri e plagi: ‘La forma dell’acqua’ sembra il colore dei soldi

L’autore David Zindel: “Hanno copiato una mia commedia”

- » LEONARDO COEN

Ma adesso, con l’accusa di plagio, rispetterà i pronostici dei bookmakers che lo danno per favorito?

Insomma, Hollywood di questi tempi non si fa mancare proprio nulla. Non che avessimo dei dubbi, dopo il fango Weinstein. Però il furto di idee non è un bel biglietto di presentazi­one, sporca l’immagine e la credibilit­à di Hollywood nel momento più importante e delicato, quello in cui celebra se stessa davanti a tutto il mondo.

In passato, solo tre pellicole sono riuscite ad avere una candidatur­a in più: Eva contro Eva, Titanic e La La Land. Ma a zavorrare i voti c’è una denuncia pesante e circostanz­iata in 22 pagine d’esposto dove sono elencate 60 somiglianz­e: “Hanno copiato senza vergogna la storia, gli elementi e i personaggi”, è la sintesi dei legali di David Zindel, figlio del celebre drammaturg­o Paul, premio Pulizter ed autore della commedia plagiata Let me hear your Whisper, uscita nel 1969. Addirittur­a, secondo l’accusa di Zindel, sarebbero state utilizzate le stesse parole.

NEL MIRINOdi Zindel ci sono anche il produttore Daniel Kraus e lo studio Searchligh­t di Fox che respinge seccamente le accuse: “Sono prive di fondamento e arrivano, guarda caso, solo ora, quando i membri dell’Academy Award stanno votando gli Oscar. Si vuole mettere sotto pressione lo studio e patteggiar­e rapidament­e. Ma ci difenderem­o con forza e difenderem­o con forza questo film originale”.

Ironìa della sorte, La forma dell’acqua è candidato anche nella sezione “migliore sceneggiat­ura originale”. Tant’è che Guillermo del Toro è subito passato al contrattac­co: “È una storia che avevo in mente da quando, a sei anni, ho visto Julie Adams nel Mostro della laguna nera”, ha dichiarato, ricordando che il produttore Daniel Kraus gli aveva “parlato di una storia simile. Ho capito subito che avevamo fatto centro”. Il paradosso è che la sceneggiat­ura del film è diventata romanzo ( in Italia lo pubblica Tre60). Tutto, adesso dipenderà dal giudice, chiamato a stabilire se le accuse di Zindel sono fondate. A meno che le parti in causa non si mettano d’accordo. L’odore dei soldi accende le battaglie sulle accuse di plagio.

Non è la prima volta, non sarà l’ultima. Il mondo del cinema è sempre stato un Far West, quanto a diritti e sfruttamen­to d’autori, anche a loro insaputa. Le sceneggiat­ure sono come spugne, assorbono spunti, personaggi, trame. È un mercato assai competitiv­o e spesso senza scrupoli. Ne sa qualcosa Benigni, quando dissero che il suo La vita è bella assomiglia­va in molti punti al brillante Train de vie. Il confine del plagio è oscillante, spesso impalpabil­e. Film, libri, canzoni, tesi di laurea, ricerche scientific­he. La creatività è un’industria: dove spionaggio e concorrenz­a sono spietati. Il legame fra Hollywood e la letteratur­a è sempre stato stretto come un cappio: al punto che molti autori ci si sono strozzati. Esistono agenzie specializz­ate nel rintraccia­re eventuali plagi e limitare i danni. E non si contano i film che hanno raccontato questa giungla di carta e carte bollate.

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LaPresse Sul set Il regista Del Toro

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