I SOLDI NON SONO TUTTO, BASTA LAMENTARSI
Gentili contribuenti, l’introduzione dell’indice di Felicità permette finalmente di superare gli aridi calcoli del Pil. I soldi non sono tutto nella vita, ci sono anche piccole e grandi gioie come trovare parcheggio sotto casa (più 2 punti felicità), la radiografia senza brutte sorprese (più 15 punti felicità, ma vi aumentiamo il ticket), e la signorina del quarto piano che, contro ogni previsione, accetta l’invito a cena (più 75 punti, ma in questo caso vi raddoppiamo l’aliquota I r p e f ) . A c i nquant’anni dalla famosa invettiva di Bob Kennedy contro il Pil, abbiamo finalmente uno strumento che misura la felicità, un semplice algoritmo per cui risulta che il Buthan, per esempio, sia uno dei paesi più felici al mondo, anche se il Pil pro-capite è leggermente inferiore a quello di un disoccupato calabrese. Questo lo diciamo per i disoccupati calabresi: coraggio amici, su con la vita, ci sono ampi margini di miglioramento, se c’è gente felice con una capra e un etto di burro di yak, chi siete voi per lamentarvi?
Per i calcoli della misurazione della felicità interna lorda e della felicità pro- capite rimandiamo alle tabelle del ministero, ma è chiaro che in un sano paese liberista la felicità si paga. Così abbiamo studiato un complesso sistema di compensazioni per cui all’aumento della felicità si affianca una riduzione delle detrazioni nel Modello Unico. Siete felici perché è nato il bambino? Perfetto: vi raddoppiamo la rata dell’asilo nido. Tanto la felicità coi soldi non c’entra niente, vero?
Da parte nostra, ci impegniamo al rapido adeguamento della macchina amministrativa: creazione di un ministero della Felicità, con otto sottosegretari, 42.000 dipendenti e provveditorati in tutte le province. Il cittadino è tenuto a comunicare entro giorni tre il momento di felicità conseguito (modulo Sf-23-D), aspettare la risposta (entro 60 giorni), farla vidimare in un altro ufficio, spedirla per raccomandata (allegando il modulo Gf-67-K) e pagare.
Dai, non siete felici?