La famiglia Boccoli scelta dall’Auditel
La mia famiglia è una famiglia Auditel! Ci hanno scelto l’anno scorso con una semplice telefonata: “Buongiorno qui parla Auditel, la vostra famiglia è stata scelta tra 832mila nuclei familiari, da oggi le vostre scelte televisive ci permetteranno di calcolare gli ascolti dei programmi, siete contenti?”. Mia madre non sapeva cosa rispondere perché già non è facile essere una famiglia normale, figuriamoci diventare una famiglia Auditel. Ma poi, che vuol dire essere Auditel? Cosa penserà la gente di noi? La gente si sa mormora, e poi c’è tanta invidia nel mondo. Perché noi sì e la famiglia Carletti del terzo piano no? Che cosa abbiamo di diverso in più o in meno? Cos’è che ha spinto quelli di Auditel a scegliere proprio noi?
ABBIAMO formulato diverse ipotesi: mamma è convinta di essere stata selezionata per il suo noto buon gusto e la tenacia con cui segue da sempre tutto ciò che compare sullo schermo televisivo. Noi ragazzi l’ab bi am o presa in giro accusandola di commuoversi anche davanti alla tv degli agricoltori e alle previsioni metereologiche. La filippina parla solo di Beautiful, è convinta di somigliare a Brooke, e grazie ad Auditel partirà per l’America e si fidanzerà con Ridge. Mio padre, pragmatico come sempre, ha chiesto se era previsto un compenso “. .. pe rc hé questo è un lavoro!”. Gli hanno detto di no! Dovevamo essere contenti di orientare i gusti dei telespettatori italiani, anzi più che contenti orgogliosi, e questo doveva bastarci. “Ma almeno per noi il canone sarà gratis?”. “No, mi spiace. Non i ns i s ta ! ”. “Vabbè d’a ccordo – ha concluso papà – però se devo essere sincero, già mi sento un po’ meno Auditel!”.
(Ha collaborato Massimiliano Giovanetti)