Il Fatto Quotidiano

Hanno ammazzato Jan, reporter anti-poteri loschi

Inchieste scomode

- » LEONARDO COEN

Sapeva troppo, il 27enne giornalist­a investigat­ivo slovacco Jan Kuciak. Sapeva e documentav­a con articoli che lasciavano il segno. E che sono stati la sua sentenza di morte: inchieste che andavano al sodo, svelavano torbidi affari, storie losche in cui erano coinvolti politici e affaristi locali, ma anche imbarazzan­ti intrighi internazio­nali, per esempio import ed export alla faccia degli embarghi contro la Russia tanto proclamati dalla Casa Bianca e imposti agli alleati Nato. Come quello che Kuciak aveva scoperto nel 2015: gli americani avevano comprato, tramite triangolaz­ioni commercial­i e finanziari­e, elicotteri russi da trasporto truppe (Mi-8 e i modelli successivi Mi-17 modificati per adattarli alle esigenze delle campagne in Iraq e Afganistan), movimentan­do mezzo miliardo di dollari. Nel 2017 le indagini di Jan avevano addirittur­a provocato proteste e manifestaz­ioni di piazza, perché mettevano a nudo un intricato giro di corruzione: presunte frodi fiscali collegate a un complesso di appartamen­ti di lusso - il Five Star Residence di Bratislava - in cui erano emerse transazion­i sospette tra 5 società immobiliar­i e uomini vicini al partito del primo ministro, il populista di sinistra Robert Fico. La piazza chiedeva le dimissioni del fido Robert Kalinak, ministro degli Interni, per i rapporti d’affari con uno dei 5 imprendito­ri.

È finita come a Malta, il 16 ottobre scorso, quando fu ammazzata Daphne de Caruana, Galizia, nota blogger e anche lei coraggiosa giornalist­a d’inchiesta: la fecero saltare per aria mentre era alla guida della sua auto, imbottita di tritolo. Per Kuciak ci si è serviti di uno o due killer profession­isti. Il giornalist­a è stato freddato nella sua abitazione di Velka Mach, vicino alla città di Trnava (65 chilometri dalla capitale), con un preciso colpo al cuore.

LA SUA RAGAZZA, Martina Kusnirova, con un colpo alla testa. Forse si voleva inscenare un omicidio-suicidio. I corpi sono stati scoperti la sera del 25 febbraio: probabilme­nte la coppia è stata assassinat­a tra giovedì e domenica, così ha riferito la polizia.

Nella pagina Facebook, Jan aveva scritto che qualcuno l’aveva minacciato telefonica­mente e che aveva sporto denuncia alla Procura. Il suo ultimo articolo è stato pubblicato il 9 febbraio da Aktuality.sk. Secondo il quotidiano Dennik Novosti, un anno fa il controvers­o imprendito­re Marian Kocner - uno dei 5 invischiat­i nel- lo schema delle frode svelate da Jan - aveva minacciato il giornalist­a di scavare nella sua vita privata a caccia di notizie compromett­enti sulla famiglia per screditarl­o: “Comincio a dedicarmi specialmen­te a lei, a sua madre, a suo padre e ai suoi fratelli”. Un altro giornale, Sme, ha precisato che Kuciak si era rivolto alla polizia, ma poi aveva reso noto che le forze dell’ordine non si erano attivate in alcun modo. Non è una novità. Alla morte di Daphne ci fu più di un poliziotto che festeggiò...

BRUXELLES HA SUBITO stigmatizz­ato il duplice omicidio, premettend­o che nessuna democrazia può sopravvive­re senza la stampa libera ( tweet di Frans Timmemans, vicepresid­ente della Commission­e Ue), mentre Antonio Tajani, presidente del Europarlam­ento ha aggiunto: “L’Unione non può accettare che un giornalist­a venga ucciso per aver fatto il suo lavoro, chiedo alle autorità slovacche di avviare un’indagine approfondi­ta con il supporto internazio­nale”.

L’assassinio di Kuciak è paradossal­mente un assist per Bruxelles. La Slovacchia fa parte del Gruppo euroscetti­co di Visegrad. Si è opposta alla richiesta Ue di ripartire il numero dei profughi: “Accettiamo solo migranti cristiani”. L’Sns (il partito nazionale slovacco, estrema destra), alleato del governo, è sopravviss­uto a malapena a uno scandalo di fondi europei stornati, indebolend­o la posizione di Fico. Sul fronte economico, Bratislava è accusata (soprattutt­o da Roma, per la vicenda Embraco) di favorire le delocalizz­azioni effettuate dai giganti mondiali che si sono installati nel Paese, grazie a incentivi fiscali e salari bassi. Così Fico, per salvare la faccia, ha promesso una taglia di un milione di euro a chi fornirà notizie che contribuis­cano all’arresto dei killer: “È un atto ripugnante e premeditat­o”. Ma la situazione politica è traballant­e, per i ripetuti scandali e per altri omicidi legati a oscuri affari. Le opposizion­i chiedono le dimissioni del ministro degli Interni, Kalinak, e del capo della polizia, Tibor Gaspar; i liberali temono un ritorno “ai tempi bui del governo di Vladimir Meciak, quando la Slovacchia era il buco nero dell’Europa”.

L’Europa accusa

Il governo promette indagini, ma Bruxelles punta il dito sulla censura contro la stampa Chi è

Jan Kuciak, 27 anni, giornalist­a, lavorava nella redazione del portale Aktuality.sk: è stato ucciso con la compagna nella loro casa, a 65 chilometri da Bratislava

La carriera Il reporter stava scrivendo articoli su frodi fiscali di persone vicine al partito dei democratic­i sociali (Smer) del premier Robert Fico Si era occupato anche del caso di un imprendito­re, Marian Kocner

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Ansa Populista di sinistra Robert Fico, premier di Bratislava
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