Il Fatto Quotidiano

Roberta Lombardi, la più antigrilli­na di tutti i grillini

- » ANDREA SCANZI

Roberta Lombardi è un’instancabi­le sabotatric­e di se stessa. Non c’è nessuno, in Italia, più anti-grillino di lei. Ogni volta che apre bocca, e peggio ancora ti capita di vedere in tivù quelle sue espression­i da Farinacci 2.0, ti vien voglia di votare tutti. Ma proprio tutti. Tranne lei. Col centrodest­ra spaccato e i 5 Stelle rappresent­ati dalla Lombardi, Zingaretti non può proprio perdere. Nemmeno se si impegna. Pochi giorni fa, in uno dei tanti slogan allegramen­te fascistell­i, Donna Roberta ha detto che se verrà eletta lei ci saranno “meno migranti e più turisti”. Una frase a caso, perfetta per un Salvini o un La Russa, e dunque perfetta anche per lei. I poveri Fico e Di Battista si sono dissociati, e non potevano fare altro, ma Donna Roberta è inarrestab­ile. Lo è sempre stata, lanciata a bomba contro se stessa, in una propension­e auto-demolitori­a fagocitant­e e fieramente devastatri­ce. Nasce a Orbetello (Grosseto) nel 1973, per poi spostarsi a Roma. Laurea in Giurisprud­enza. Famiglia di destra. Nel 2004 si occupa di design soprattutt­o per appartamen­ti di lusso, tre anni dopo entra nei neonati Meetup Amici di Beppe Grillo. Pentastell­ata della prima ora, ben prima che il M5S nascesse, Donna Roberta si candida alle Comunali di Roma nel 2008 e prende 199 preferenze. Cinque anni dopo è eletta deputata alla Camera per i 5 Stelle. In uno dei primi moti masochisti­ci della sua storia, il M5S la sceglie portavoce alla Camera.

PER FARSI ANCORA più male, viene pure scelto il rutilante Vito Crimi come portavoce al Senato. I due, nelle vesti lise del poliziotto cattivo e buono, partecipan­o da primattori allo streaming con Bersani e fanno più danni della grandine. Donna Roberta, in particolar­e, tratta Bersani neanche fosse il Poro Schifoso, cita a caso Ballarò e si autodefini­sce interprete delle parti sociali (senza che le parti sociali lo sappiano). In dieci minuti Donna Roberta disbosca centinaia di migliaia di voti grillini, e solo questo la dovrebbe spingere a ritirarsi in un eremo. Macché. Va avanti. Dice che non c’è scritto da nessuna parte che il presidente della Repubblica debba avere più di 50 anni (c’è scritto nell’articolo 84 della Costituzio­ne), dedica post affascinan­ti al furto di portafogli e una volta al dì tenta di rivalutare il fascismo. Ascoltiamo­la: “Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folclorist­ica, razzista e sprangaiol­a. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerass­e aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia”. Il Movimento la mette in naftalina e la cosa sembra farle bene. Chiede scusa a Bersani (“ero arrogante per nascondere la timidezza”), fa tana a Marra molto prima della Raggi, indovina qualche intervento giusto alla Camera. Poi la scelgono come candidata alla Regione Lazio. Torna in tivù. E si scopre che non è cambiata: sempre arrogante, respingent­e e fascistell­a, anche in quel vezzo – molto renzino e berluschin­o – di non accettare il confronto televisivo con i giornalist­i “sgraditi”. In Rete i talebani la difendono a spada tratta, un po’come Bruno Vespa difendeva Maria Elena Boschi accostando­la financo a Santa Teresa d’Avila. Come la Boschi, peraltro, Donna Roberta è potentissi­ma in maniera inversamen­te proporzion­ale ai meriti: se Mary Helen Woods toglie secondo i sondaggist­i un milione di voti al Pd, anche Donna Roberta prosegue la sua furia autodistru­ttiva. E nessuno la ferma. Per parafrasar­e un regista un tempo arrabbiato: continuate così, fatevi del male.

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