Il Fatto Quotidiano

Il gigante spagnolo coi soldi freschi dei cinesi

Tratta con Sky e Biscione, ma studia il canale della Lega e l’ingresso di Amazon & C.

- LO. VE.

ABarcellon­a

c’è quasi sempre il sole e anche il calcio sembra più bello (facile, con Messi e Cristiano Ronaldo). Nella speranza di imitarli, la Serie A ha scelto di affidarsi agli spagnoli per trasmetter­e il campionato nei prossimi tre anni e moltiplica­re i ricavi. E MediaPro ha fatto arrivare dall’Italia giornalist­i e dirigenti della Lega per convincere i più scettici, tra una paella in riva al mare e una partita al Camp Nou.

PER SPEZZARE( Antitrust permettend­o) il duopolio di Sky e Mediaset ci voleva un altro colosso: un miliardo e mezzo di fatturato (con ottimi rapporti con gli sceicchi e i cinesi alle spalle), 43 mila metri quadri di studi in giro per il mondo, 53 camion Ob-Van per le regie mobili, una redazione integrata di oltre 100 giornalist­i. Soprattutt­o, l’enorme palazzo in Avinguda Diagonal, dove inizia e finisce tutto, arrivano e ripartono le immagini delle partite, complete di cronache, servizi e statistich­e. L’avventura cominciata nel 2004 con una telecamera ha portato Tatxo Benet e Jaume Roures a conquistar­e la Liga. Ora puntano al bis in Italia.

In quello che fanno, in realtà, non c’è nulla di straordina- rio, a parte le giocate di Messi: dall’HD al numero di telecamere, sono standard che la Serie A ha più o meno raggiunto.

LA VERA DIFFERENZA­è che in Spagna fanno tutto loro, dalla produzione alla distribuzi­one. E questo permette economie diverse, strategie commercial­i migliori, un prodotto davvero unico. Quello che in Italia Sky e Mediaset non hanno mai voluto fare, o potuto visto che la Legge Melandri impedisce l’esclusiva assoluta per le emittenti. Ma MediaPro non è una television­e, molto di più: “Más que una tv”, parafrasan­do il motto del Barça. Quasi una creatura ibrida, metà Sky metà Infront. Che può permetters­i di abbattere i costi degli abbonament­i: “Maggiore la distribuzi­one, minore il prezzo: in Spagna ormai si vede tutto il calcio a partire da 17 euro”, la promessa di Benet ai tifosi. Roures, però, è costretto a frenare gli entusiasmi: “Questo è quello che ci piace fare, non quello che faremo da voi. Ci atterremo alla legge”. MediaPro ha vinto un bando da intermedia­rio, che consente solo la rivendita dei diritti o al massimo di singoli prodotti audiovisiv­i.

Niente modello spagnolo, niente canale della Lega. Meglio non far arrabbiare l’Antitrust, che deve dare l’ok. Però è chiaro che loro hanno altro per la testa: “L’importante non è solo avere i diritti, conta saperci lavorare”. Non vedono l’ora di farsi il loro canale del calcio. I margini per arrivarci subito sono strettissi­mi: bisognereb­be convincere tutti i club (a proposito: oggi a Milano atterra Giovanni Malagò, che debutta da commissari­o e porterà a cena i presidenti), e il rischio di una guerra aperta con Sky sarebbe comunque altissimo. Più facile che Media- Pro per il momento si limiti a rivendere alle varie piattaform­e, così da rientrare della spesa (“Non siamo una fondazione, non facciamo beneficenz­a”, ricorda Benet). Magari offrendo agli Google & C. un prodotto completo di cronaca e commento, solo da trasmetter­e, per aprire il mercato dello streaming internet a Perform e Amazon. Un piccolo utile oggi, un grande affare domani.

Maggiore la distribuzi­one, minore il prezzo: in Spagna ormai si vede tutto il torneo a partire da 17 euro

 ?? Ansa ?? Schermi
La regia del campionato spagnolo fatta dalla sede di MediaPro a Barcellona, un palazzo molto moderno
Ansa Schermi La regia del campionato spagnolo fatta dalla sede di MediaPro a Barcellona, un palazzo molto moderno

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy