Il Fatto Quotidiano

Maturità è anche saper fare i conti con i propri fuochi

- » DILETTA PARLANGELI

Volgere lo sguardo fuori dalla finestra non costerà mai tanto caro quanto chiudersi dietro la porta di casa per provare a vedere cosa c’è dentro. The Zen Circus, dopo 18 anni di carriera, hanno scritto un disco che odora di scatole colme di foto ingiallite e mozzicate dal tempo. Dopo l’estroverso “La terza guerra mondiale”, “Il fuoco in una stanza” (Woodwarm Label/ La Tempesta Dischi), in uscita il prossimo 2 marzo, ha il sapore di quei giorni in cui cerchi di capire se quello che hai dentro, e soprattutt­o quello che sei nelle relazioni, sia il calco perfetto di ciò che trovi in quei bauli di famiglia, o il disperato tentativo di dirti che no, non è vero, tu sei diverso. E diversamen­te farai. “Dice che sa di psicoterap­ia? Non credo che nessuno di noi ci sia mai andato, ma è il riflesso di una delle cose che amo di Andrea. Anche se ab- biamo estrazioni profondame­nte diverse, nei testi riesce sempre a mettere dentro tutti noi”: Karim Qqru, batterista del gruppo dal 2003, racconta come nascono le liriche di Appino. Prendono spunto da ogni cosa, discorsi comuni compresi, ma poi è lui che orchestra le parole e le sottopo- ne agli altri. “Vige una spietata democrazia”: votano in tre e pace se, negli anni, qualche mano in faccia è partita.

“Il fuoco in una stanza” è fatto di canzoni e personaggi che si aggirano come fiammelle dantesche a ravvivare il senso di un’universali­tà di sentimenti che non fa sconti, come nel singolo scelto, “Ca- tene”. La famiglia, così come il dolore, sono spiattella­ti lì, in primo piano, sin dall’evocativa copertina (la foto è opera di Ilaria Magliocche­tti-Lombi).

KARIM PREFERISCE non definire il lavoro con termini come “maturo” o “concept album”, ma ammette: “Il fatto che la parola madre sia ripetuta nei primi sette brani del disco, non è un caso” (anche il padre prima eroe, poi prigione, è un bel pugno nello stomaco, ndr). Alcuni dei brani sono nati già mentre realizzava­no l’ultimo disco, che gli è valso un bel salto in avanti (66 date, ha registrato 98mila presenze). Uno scarto importante, dopo anni di “piccoli passi in avanti”:“Abbiamo fatto la fame. Spesso tiravamo dritto in autostrada, per pagare il pedaggio al ritorno, grazie ai soldi del live”. E chissà quanto il salto sia dovuto alla perseveran­za, e quanto a un ecosistema più aperto nei confronti di ciò che non è mainstream: “Credo che i singoli contino ancora tanto,

MAINSTREAM “Credo che i singoli contino ancora tanto, e i nostri finirono su grandi radio, allargando il nostro pubblico. Per fortuna!”

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy