Ciclone D’Urso E per fortuna non si candida con Politica Live...
Il carattere si forma la domenica pomeriggio, dice uno che se ne intendeva, Roberto Bolano. E nell ’ ultimo derby della fu guerra dell’etere, quello che oppone Barbara D’Urso a Cristina Parodi, il responso dell’auditel non lascia dubbi sul dubbio amletico: la domenica molto meglio essere Liveche In. Dopo un inizio catastrofico il contenitore di Raiuno è migliorato, Benedetta Parodi è stata condotta a spignattare in cantina, i temi di costume sono trattati dalla padrona di casa con garbo. Parodi punta sulla misura e sulla credibilità, per quanto possano essere credibili gli ospiti in tour promozionale (zero, ma questa è la regola fissa della Tv). Babara D’Urso procede tetragona in senso contrario: non si fa mancare niente, non le fa paura niente, tutto nella Domenica Live tende all’iperbole: lo smalto ton sur ton, le triple ciglia finte, gli orecchini aztechi, gli apprezzamenti al tronista (“a bonoooo!”), il dietologo paraguru, l’uomo più rifatto del mondo, le corna e bicorna, i figli segreti, i pesci in faccia e gli stracci volanti. Tanti inseguono il trash, non tutti possono permetterselo. Barbara sì, sempre. È la sua forza. Come in politica, le promesse inattuabili tirano più del noioso buon senso, e c’è da chiedersi cosa accadrebbe se decidesse di candidarsi. Abolizione di tutti i canoni, condono perpetuo, bonus lifting, flat tax al 5, reddito di inclusione à la carte… Vota Barbara, Politica Live. È una fortuna che si accontenti di scendere in video, e non in campo.