Dem, poltrona d’oro e conflitti di interessi
Incroci pericolosi allo Sviluppo economico Beltrame, il braccio destro del sottosegretario Giacomelli, sarà dirigente alla fondazione Bordoni vigilata dal ministero
La fondazione Ugo Bordoni, in passato prestigioso tempio del sapere nel settore telefonico e televisivo, vigilata (e finanziata) dal ministero dello Sviluppo economico, ha assunto come dirigente a tempo indeterminato Alessio Beltrame, di fatto un suo vigilante perché proviene dal ministero per lo Sviluppo economico. Per l’esattezza, il pratese Beltrame fino all’altro ieri era il capo della segreteria politica di Antonello Giacomelli, anch’egli toscano di Prato, sottosegretario Pd al Mise con delega alle Comunicazioni e dunque con u n’influenza diretta sulla cosiddetta “istituzione di alta cultura” intitolata al fisico Ugo Bordoni, per vent’anni fino alla morte nel ‘52 presidente di Stet, l’antesignana di Telecom.
QUESTA VICENDAè una perfetta epitome dei conflitti d’interesse italiani e del tradizionale sforzo dei politici, alla vigilia delle urne, di assicurare un lavoro ai principali collaboratori.
Il Mise nomina pure i due consiglieri del Cda della fondazione Bordoni (in sigla Fub), mentre il presidente è indicato dal premier. Paolo Gentiloni, l’e s ta t e scorsa, ha spedito il professor Antonio Sassano, rinomato esperto di frequenze, a bonificare la Fub afflitta da sperperi e inefficienze. Sassano era cosciente del potenziale conflitto di interesse di Beltrame e allora, fin dall’autunno, ha chiesto un parere all’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone.
I tecnici dell’Anac hanno studiato per oltre due mesi il caso di Beltrame – ex impiegato di Infogroup di Intesa Sanpaolo e assessore provinciale di centrosinistra a Prato – e sono giunti a una sofferta conclusione: la Fub può affidare una direzione generale all’ex capo della segreteria d e l l’o n o r ev o l e Giacomelli, ma soltanto perché la legge numero
39 del 2013 che disciplina le incompatibilità per gli incarichi pubblici è difettosa. Tant’è che l’Autorità, ormai tre anni fa, ha inviato al Parlamento e al governo Renzi una segnalazione per suggerire una modifica del testo che includa anche i divieti per i responsabili degli uffici di “diretta collaborazione dei politici” come Beltrame. L’indifferenza del governo Renzi e de ll ’ intero Parlamento consente al braccio operativo di Giacomelli al Mise di ottenere in piena legittimi- tà l’agognato posto alla fondazione Bordoni.
OLTRE A BELTRAMEincardinato alla direzione organizzazione e pianificazione, Sassano ha ingaggiato Fabrizio Dalle Nogare, professore universitario che ha conosciuto all’Organo di vigilanza per la parità di accesso alla rete di Telecom. A Dalle Nogare ha affidato la struttura affari generali. Sassano dichiara di investire per salvare la Fub dal tracollo: “Ho tagliato gli sprechi per prendere la coppia di dirigenti e i loro compensi sono legati al risanamento dei c on t i ”. Non è semplice. Perché la fondazione non produce pentole e non può aumentare i volumi di vendita, ma sopravvive con precise commesse pubbliche: rapporti di consulenza fissa con il Mise o mirata con altri enti o con i privati su spinta dei ministeri. Anni fa l’a r g omento più complesso e remunerativo era il digitale terrestre, adesso è l’evoluzione di Internet e il passaggio completo alla tecnologia veloce 5G. Sassano si professa ottimista, ma il bilan-
Conflitti di interessi L’Anac dà l’ok perché la legge sugli incarichi e le incompatibilità è difettosa sul punto
Conti pessimi
1,6 milioni di rosso nel 2016 e in fumo 1,3 milioni di riserve I dipendenti sono 139
cio è apocalittico. La fondazione ha chiuso l’esercizio 2016 con una perdita di 1,68 milioni di euro: in realtà, il buco è stato di 3 milioni, in parte occultato attingendo dalle riserve patrimoniali vincolate 1,38 milioni.
I ricavi superano di poco i 10 milioni di euro e la voce personale impegna quasi 9 milioni con 139 dipendenti di cui 127 a tempo indeterminato, come gli ultimi arrivati Dalle Nogare e Beltrame.