ANDIAMO ALLE URNE COME CENERENTOLA AL BALLO
Se si fossero candidate Maria De Filippi e Barbara D’Urso avrebbero preso parecchi voti.
MA QUESTO FAMIGERATO “POPOLO” è davvero il faro per guidare il Paese? A me non pare. Ascoltando in giro un po’ di gente, temo che l’orientamento non sia così oculato. Anzi, ho il sospetto fondato, che se davvero facessimo decidere tutto al “popolo” rischieremmo di eleggere presidente della Repubblica Maria De Filippi, presidente del Consiglio Barbara D’Urso, ministro delle Finanze Fabrizio Corona e ministro della Salute Lapo Elkann. Cordiali saluti. MARINO CAPURSO BEH, CREDO ANCH’IO che se si fossero davvero candidate Maria De Filippi e Barbara D’Urso avrebbero preso parecchi voti (gli altri due non so) e certamente non avrebbero sfigurato in Parlamento, soprattutto a confronto con taluni “impresentabili”. Ma il problema forse è un altro: quanto conta davvero, nella realtà delle cose, il “popolo” la cui “sovranità” rappresenta la pietra angolare su cui poggia la nostra Costituzione (articolo 1)?
Sicuramente, oggi domenica 4 marzo, la sovranità popolare potrà dispiegarsi dalle ore 7 alle ore 23, dall’apertura alla chiusura dei seggi elettorali. In questo breve spazio temporale i cittadini elettori avranno tutto il potere e la libertà di esprimersi. Di riempire, cioè, con le loro scelte politiche quella “pagina bianca” di cui ha parlato il presidente Mattarella. Tuttavia appena un secondo dopo le 23 di quella “sovranità” non potranno più fare un uso diretto. Essa passerà nelle mani dei partiti degli eletti che, come sempre, dopo un po’ di conti in tasca cominceranno a leggere la pagina scritta secondo le rispettive convenienze. Alcune promesse saranno subito dimenticate, altre accantonate, altre ancora interpretate secondo le opportunità del momento. Passo dopo passo, formule e alleanze rigettate con sdegno nel corso della campagna elettorale saranno attentamente riconsiderate. Dopo il voto, quelli che erano considerati i peggiori nemici potrebbero non apparire poi così brutti. Mentre, come sempre, dagli amici mi guardi Iddio. Degli elettori si parlerà sempre di meno finché, lunedì mattina, la sovranità passerà dal Popolo direttamente alle sacre Borse e ai Mercati. I cui indici saranno compulsati con la stessa religiosa trepidazione delle profezie della Sibilla. Naturalmente, anche in questo caso, ciascuno vi leggerà ciò che più gli conviene. Quindi, giorno dopo giorno, il ricordo degli elettori sfumerà nel silenzio come accade per certi innamoramenti estivi. E in ogni dove riecheggerà il verbo delle consultazioni al Quirinale. Quindi care elettrici e cari elettori sbrighiamoci ad approfittare di questa straordinaria occasione. Per un giorno sentiamoci come Cenerentola al ballo del Principe (anche se a lei fu concessa un’ora in più).