Il Fatto Quotidiano

“Così il 41-bis viene svuotato: rischio messaggi all’esterno”

Franco Roberti L’ex procurator­e Antimafia contro la sentenza che consente ai boss di incontrare i garanti locali senza cautele

- » VALERIA PACELLI @PacelliVal­eria

Quale diritto tutela questa decisione? I detenuti possono esprimere le proprie doglianze anche con un vetro davanti

“Così si indebolisc­e il 41- bis”. Franco Roberti, fino a pochi mesi fa Procurator­e nazionale antimafia, non ha dubbi sugli effetti della sentenza emessa dal Tribunale di Perugia il 21 febbraio scorso e rivelata ieri dal Fatto . Dopo un reclamo del boss di Torre Annunziata, Umberto Onda, i giudici hanno stabilito che i garanti regionali dei detenuti, non solo quelli nazionali, possono colloquiar­e con i detenuti al 41- bis senza le consuete cautele, come il vetro divisorio fino al soffitto e la registrazi­one audiovisiv­a. È una sentenza che potrà essere invocata da tutti i boss e che preoccupa molti magistrati, compreso Roberti.

Dopo questa sentenza, che tipo di conseguenz­e potranno esserci sul regime del 41-bis?

Parlo con tutto il rispetto che si deve a un provvedime­nto giurisprud­enziale. Ma credo che l’ interpreta­zione fornita dai magistrati di Perugia non si corretta. Questa sentenza porterà all’ indebolime­nto del 41- bis. C’è, infatti, il forte rischio che anche il garante regionale, seppur involontar­iamente, possa essere tramite di messaggi del detenuto.

I giudici, in questa sentenza, elevano i garanti locali al rango di quello nazionale perché, scrivono, “si sono già trovati a esercitare quei poteri di verifica delle situazioni detentive del ristretto ad affrontare le problemati­che connesse alla tutela dei diritti fondamenta­li”. Perché per i garanti regionali, come dice lei, c’è il rischio che siano tramite di messaggi mandati all’esterno?

Perché sono collegati alle amministra­zioni regionali, non dipendono direttamen­te dal garante nazionale. Io non vedo la ragione per la quale si deve consentire tutto ciò. Per tutelare quale diritto? Il boss può esprimere le proprie doglianze anche con un vetro che lo divide dal garante. Ripeto: è un indebolime­nto del 41-bis – che è uno strumento essenziale non per favorire la collaboraz­ione ma per impedire di mandare messaggi all’esterno – senza un interesse particolar­e. Io ho difeso la circolare del Dap nel punto in cui consentiva ai detenuti al 41 bis di fare il colloquio senza vetro con i figli minorenni. Questo ha senso perchè si consente al minorenne di avere un contatto più ravvicinat­o con il padre. Stavolta non c’è alcuna ragione. Inoltre, è anche nell’i n te r e ss e del garante locale non avere momenti di riservatez­za con il detenuto.

Durante la sua carriera di magistrato lei ha incrociato, dal punto di vista investigat­ivo, Umberto Onda, ossia il boss che ha fatto il reclamo da cui parte tutto e che ha portato alla sentenza del 21 febbraio.

Lo so bene chi è Umberto Onda: è un killer di un clan camorristi­co di Torre Annunziata, che è stato latitante per molti anni. È un soggetto molto pericoloso. Ma al di là del caso specifico, qui occorre affermare un principio: ai detenuti al carcere duro è consentito avere anche più colloqui con i garanti, di quelli che hanno con i familiari, ma bisogna che tutto sia controllat­o.

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Ansa Carcere duro Qui sotto, l’ex procurator­e nazionale antimafia, Franco Roberti
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