Il Fatto Quotidiano

“Niente sogni, ma solide realtà” Renzi prova a farsi dimenticar­e

Incubo disfatta Il segretario “scomparso” dallo spot, la corsa parallela di Gentiloni, il fantasma Boschi e il rischio Bonino

- » WANDA MARRA

“Io il Pd non lo voto!”. Alla fine l’estenuato padre, alla guida della macchina di famiglia, reagisce così alle pressioni di moglie e figli. Il tempo di dirlo, e si trova accanto Matteo in persona, in bici: “Pe nsac i, d ai !”. Sguardo attonito del protagonis­ta, lo spot (targato Proforma) finisce sospeso. Qualche giorno dopo, arriva il secondo. Stessa famiglia, stessa pressione. Con l’annuncio finale del protagonis­ta: “Il 4 marzo, pensaci. Io voto Partito democratic­o”. L’evoluzione dello spot in forma di mini serie tv è istruttiva: Renzi nella prima puntata è un personaggi­o chiave (ma con apparizion­e fugace), nella seconda sparisce del tutto.

LA CAMPAGNA ELETTORALE del Pd è stata tutta un equilibris­mo. Per Renzi, ma anche no. In sostegno di Gentiloni, ma anche no. Visibile, ma non troppo. Con qualche promessa, ma senza esagerare. “Mi è pesato non mettere un’idea strabilian­te nel programma”, ammetteva il segretario, presentand­o le 100 cose fatte e le 100 da fare, il primo febbraio, a Bologna. Un sobrio “volantone” al posto delle fantasiose slide che furono, da portarsi dietro in ogni trasmissio­ne, tipo copertina di Linus. Tangibile il disagio, nei panni di un novello Roberto Carlino (“non vendo sogni ma solide realtà”). Meglio rischiare di dire poco, che di dire troppo. Vaghezza contro radicalità. È il voto “ragionevol­e” (più che utile) quello che chiede Renzi. Ruolo ingrato per il personaggi­o. Che “spersonali­zza” il più possibile e tematizza poco anche il “ce l’hanno tutti con me”. Fino al paradossal­e “se perdo, resto”, memore del 4 dicembre.

In quanto a disagio, Renzi è in buona compagnia. Alla presentazi­one delle liste, Paolo Siani, fratello del giornalist­a Giancarlo, ucciso dalla camorra, che nella vita fa il pediatra, alla domanda: “Ma lei come fa a essere candidato in Campania, insieme a gente come Franco Alfieri e Pietro De Luca?”, mostrava uno sguardo disarmato. Battaglier­a Lisa Noja, avvocato, esperta di antitrust, affetta fin da bambina da atrofia muscolare spinale, alla quale tocca chiarire: “Non mi candido per fare la quota disabili, ma per i diritti di tutti”. Nei giorni dopo la sparatoria di Macerata, in cui andava la linea: “Antifascis­ti sì, anti razzisti pure, ma dalla parte degli immigrati fino a un certo punto”, il candidato all’uninominal­e in città, Flavio Corradini, ex rettore dell’università di Camerino, si teneva lontano dalla questione. E per fare campagna elettorale, ma anche no, presentava il suo libro. Tommaso Cerno, chiamato a coprire la casella “autorevoli giornalist­i”, in mancanza di meglio, negli ultimi giorni non s’è risparmiat­o il tweet con foto dal letto d’ospedale. “Beata a te”, dice Matteo Orfini all’anziana signora che racconta di aver conservato la tessera di Togliatti. La stagione dei rimpianti. Candidato, ma anche portavoce di Gentiloni e consulente all’occorrenza di Ren- zi e Maria Elena Boschi, Filippo Sensi gioca multiple parti in commedia. Un’opportunit­à.

LA PAROLA va scritta con l’apostrofo, come ha imparato Francesca Barra, dopo aver sbagliato su un manifesto. Ma la colpa è del grafico, ha chiarito: la classe non è acqua.

“Vota il Pd, scegli la squadra”: lo slogan Renzi ce l’aveva in testa dalle primarie. Peccato che squadra e Partito democratic­o il più delle volte siano un ossimoro. Fin dalle medesime primarie, infatti, gli altri “big” guardavano alle Politiche come a una sconfitta certa, sulla quale stampare la faccia del segretario. Una foto collettiva con Renzi di Gentiloni, Minniti, Delrio, Richetti in questa corsa elettorale non esiste. I padri nobili, da Prodi a Letta, ci tengono a chiarire che loro voteranno “la coalizione”. L’alleata di +Europa, Emma Bonino, chiarisce che lei sta con il premier e non con il segretario. Chi vuole Gentiloni ma non Renzi viene invitato a scegliere lei. Una competizio­ne parallela. Fiore all’oc- chiello di premier e segretario? Pier Carlo Padoan, che ricambia con l’entusiasmo della prima candidatur­a. Desapareci­da illustre? La Boschi. Nascosta a Bolzano. Dove il Pd è in rivolta, come in molti territori. Intanto, un giorno dopo l’altro, Renzi moltiplica le sue iniziative. Sempre più solo. Non l’hanno voluto incontrare in tv manco i nemici veri, gli avversari. I compagni di squadra giocano la loro partita, anche se la “resa dei conti” è tormentone talmente abusato che sarebbe da mettere in dubbio pure mentre accade. E lui gioca la sua. Comunque vada, venderà cara la pelle: è un combattent­e. Venerdì mattina, ospite a Omnib us, guardava il video di un suo dibattito del 2009, contro Matteo Salvini. Capelli squadrati modello nerd e vistosa cravatta rossa annodata troppo stretta, snocciolav­a la sua parlantina agli esordi. Lo seguiva in studio con l’aria incoraggia­nte del fratello maggiore e una certa nostalgia. Il meglio doveva ancora venire.

Solitudine

Niente foto di gruppo, niente confronti tv: Matteo lasciato solo (anche dai nemici) Lo devo ammettere: mi è pesato non mettere un’idea strabilian­te nel programma di questa campagna elettorale MATTEO

RENZI

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 ??  ?? Tra i litiganti Il premier Gentiloni e il segretario Pd Matteo Renzi. Emma Bonino, candidata di Europa con i demAnsa
Tra i litiganti Il premier Gentiloni e il segretario Pd Matteo Renzi. Emma Bonino, candidata di Europa con i demAnsa

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