Il Fatto Quotidiano

Putin si incorona “zar” a due settimane dal voto

Il “presidenti­ssimo” in tournée contro 7 “rivali” attende solo il dato dell’astensione

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Il

18 marzo in Russia si vota e mai come ora il risultato appare scontato: Vladimir Putin viaggia verso il quarto mandato che lo incoronerà “presidenti­ssimo”. Lui lo sa e centellina le forze. Nessun dibattito in tv, eventi elettorali ridotti al lumicino. Ecco perché oggi allo stadio Luzhniki di Mosca è andato in scena un incontro piuttosto raro tra lo ‘zar’ e il suo popolo, tappa clou di una campagna elettorale altrimenti esangue e sottotono.

Putin, naturalmen­te, batte il tasto della “stabilità” e della “continuità” e sbandiera tutte le cose buone fatte per la Russia a partire da quell'ormai lontano 2000, quando sostituì Boris Eltsin al Cremlino.

Così, davanti alle 130 mila persone (dati del ministero dell’Interno) accorse in una freddissim­a giornata di sole abbondante­mente sotto zero per ascoltarlo, il presidente ha promesso “un Paese prospero, che sappia guardare al fu- turo”.“Noi – ha detto – faremo tutto il possibile per rendere felici i nostri figli e nipoti: nessun altro lo farà per noi e se lo faremo il prossimo decennio e l’intero 21° secolo saranno contrasseg­nati dalle nostre brillanti vittorie”.

Insomma, il sol dell’avvenire è dietro l’angolo. Un Putin di lotta e di governo che, archiviati i toni bellicosi del discorso alle Camere riunite, punta - tra inno e bandiere - a incassare la ‘benedizion­e’ del popolo.

“INSIEME SIAMO una squadra: siamo una squadra vero?”, ha chiesto alla folla, che ha prontament­e risposto con un fragoroso “Sì!”. L’adunata, d’altra parte, è avvenuta sotto lo slogan “Per una Russia forte” e questo è ciò che Putin promette, dall’alto di un’offerta politica ormai di stampo cesarista.

A sfilare, sul palco, volti noti della cultura, dello sport, e del jet-set russo. “Non vedo nessun altro candidato che possa essere il nostro comandante in capo: Putin è l’unico, è il nostro p r e si d e n t e”, ha detto il regista premio-Oscar Nikita Mikhalkov, ormai aedo ufficiale del putinismo. I sondaggi stilati dagli istituti demoscopic­i pubblici – l’indipenden­te Centro Levada non ha potuto pubblicarl­i poiché bollato come ‘agente straniero’– certifican­o uno zar solo al comando, circondato da candidati ‘alternativ­i’– sette in tutto – ri- dotti al ruolo di belle statuine.

Gli occhi a questo punto sono puntati sull’affluenza – lo sciopero delle urne chiamato da Alexei Navalny riuscirà a mettere in difficoltà i tecnici del Cremlino? – e sul dopo elezioni, sulla squadra di governo che Putin sceglierà, chiarendo così quale fazione avrà avuto la meglio nel plasmare le scelte del capo supremo. Ma siamo già alle perversion­i degli addetti ai lavori

Diktat Navalny Il leader dell’opposizion­e escluso ha chiesto lo “sciopero dei seggi”

 ?? Ansa ?? “Il potere sono io” Vladimir Putin ieri sul palco durante il comizio nello stadio di Mosca davanti a 150 mila persone
Ansa “Il potere sono io” Vladimir Putin ieri sul palco durante il comizio nello stadio di Mosca davanti a 150 mila persone
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