Nel Lazio Zingaretti fa il bis: 300 mila voti in più del Pd
Riconfermato il governatore uscente: “Vinco nel giorno della débâcle del centrosinistra”
Nicola Zingaretti viene confermato presidente della Regione Lazio. Quando a tarda sera è stato scrutinato il 70 per cento delle 5.285 sezioni il governatore uscente è in testa con il 34% dei consensi. Dietro di lui Stefano Parisi, sostenuto dalla coalizione di centrodestra, attestato poco sopra il 30 per cento. Più staccata invece Roberta Lombardi del Movimento 5 Stelle, attorno al 27 per cento. Mentre il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi si ferma al 5 per cento dei consensi.
“C’è stata una bellissima rimonta, la differenza tra il voto politico e quello delle Regionali oscilla tra 250 e 300 mila voti”, esulta il governatore. Di fatto Zingaretti ha ottenuto il doppio dei voti del suo partito, il Pd.
IN CONTROTENDENZA r ispetto alla débâcledei Dem alle Politiche, Zingaretti ha costruito la sua vittoria soprattutto con i voti che ha incassato a Roma, dove il governatore uscente ha staccato gli avversari di oltre 100 mila preferenze. Un risultato che gli consente di compensare l’affermazione di Parisi in tre delle altre quattro province laziali. Alla Lombardi invece sono mancati i voti di alcuni dei Comuni più popolosi della provincia romana, come Civitavecchia, Guidonia e Nettuno, che pur avendo sindaci a 5 Stelle hanno visto prevalere il candidato di centrodestra nei collegi regionali.
Nella giornata più nera per il Pd a livello elettorale, Zin- garetti riesce a tenere, con gli elettori che sembrano premiare i suoi dieci anni di esperienza di governo tra Provincia di Roma e Regione. Certo i dem non brillano nemmeno alle Regionali, piantati poco sopra il 20 per cento, ma lo aiuta il discreto risultato della sua lista civica, sopra al 4 per cento, pensata soprattutto per drenare la fuoriuscita di voti da sinistra. Sottotono anche Liberi e Uguali, alleata (a differenza di quanto accaduto alle Politi- che) ma incapace di fare meglio del 4 per cento.
La sua apertura al dialogo con gli ex Pd e la distanza dal renzismo faranno di Zingaretti, nelle prossime settimane, uno dei nomi ricorrenti nel dibattito sulla successione a Matteo Renzi per la guida dei dem. Ma il governatore, finora, ha già ribadito più volte di voler pensare solo al ruolo istituzionale.
Nel centrodestra, Parisi ottiene un buon risultato, sull’onda dell’affermazione dei partiti della coalizione a livello nazionale, con la Lega capaci di strappare oltre 90 mila voti (l’8,5 per cento) a Roma alle regionali: risultati mai visti finora nella Capitale per il partito di Matteo Salvini. Viste le percentuali, ottenute in appena un mese di campagna elettorale, il rimpianto per Parisi resta la corsa di Sergio Pirozzi, che ha sottratto voti in parte destinati al centrodestra. “La sua scissione ha pesato molto, non ha avuto senso di responsabilità”, accusa l’ex manager di Fastweb. Il sindaco simbolo dei Comuni colpiti dal terremoto del centro Italia nel frattempo ha vinto nella sua Amatrice ma non ad Accumoli e ha annunciato che non farà “alcuna alleanza con le forze politiche”.
LA LOMBARDIè stata la prima a parlare, senza mai nominare la parola sconfitta. Anzi rivendica: “Sapevamo che sarebbe stato difficile, il voto regionale è sempre una partita a sé, abbiamo raggiunto un risultato molto importante, oggi sento di aver ottenuto la mia vittoria”. I 5Stelle sono primo partito con il 21 per cento ma perdono oltre 10 punti rispetto al contemporaneo risultato alle Politiche. L’ex deputata inoltre paga una campagna elettorale troppo aggressiva nei confronti degli sfidanti e una certa distanza da parte dei vertici del Movimento, che l’hanno accompagnata in poche iniziative.
Il dato del Lazio è che c’è stata una bellissima rimonta del voto NICOLA ZINGARETTI
Se sono arrabbiato con Pirozzi? No, ma la scissione ha pesato: non si è dimostrato responsabile STEFANO PARISI
Sapevamo che sarebbe stato difficile, la Regione è sempre una partita a sé. È un risultato importante ROBERTA LOMBARDI