TOTI, ROSATO & C. L’ALLEGRA BANDA DELLA CATALESSI
Cessato
il frastuono dei risultati, celebrati festeggiamenti ed esequie il dopo elezioni riparte da poche auree regolette. Primo: chi si muove è perduto.
Cessato il frastuono dei risultati, celebrati festeggiamenti ed esequie il dopo elezioni riparte da poche auree regolette. Primo: chi si muove è perduto (vale per tutti). Secondo: hai voluto la bicicletta, pedala! (Il Pd verso i Cinque stelle). Terzo: siediti sulla riva del fiume e prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico (Matteo Renzi che salta le prossime primarie Pd). Ma prima o poi passerà anche il cadavere del tuo amico (Matteo Salvini verso Silvio Berlusconi). Quarto: vai avanti tu che mi viene da ridere (Berlusconi verso Salvini). Quinto: farlo piano e doce doce(Luigi Di Maio alla Fred Bongusto verso il Pd).
LA STRATEGIA dell’immobilismo favorevole, della paralisi opportuna, della catalessi provvidenziale, della stasi conveniente, dell’inerzia felice misura i ritmi del Bel- paese dove, infatti, tutto continua come se niente fosse: l’immancabile sciopero dei trasporti, le accoglienti buche sulla strade a Roma, Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi, la Juve che vince. La frase che più di tutte riassume questa idea del motore immobile (non aristotelico ma furbastro) viene attribuita da Repubblicaal gover- natore ligure forzista ( ma forse già leghista) Giovanni Toti, reduce da un pranzo con Salvini: “Siamo d’accordo sul fatto che la migliore strategia sia quella del- l’attesa che del resto si é mostrata vincente per i russi con i n az is t i”. Al mares ciallo Zukov di Portofino fa da pendant il Pd Ettore Rosato, geniale inventore del cubo Rosatellum che a differenza del cubo di
Rubik è un rompicapo idiota senza soluzione. Tranne quella a cui il suo partito non aveva pensato.
Infatti, visibilmente soddisfatto per il lavoro svolto egli ha dichiarato al Corriere della Sera: “Cinque stelle e Lega dicono le stesse cose, si parlino, insieme hanno i numeri per governare”. Fini- ranno per dargli retta. Se si considera che tra le tante qualità riconosciute al presidente Mattarella ( sempre sia lodato) non c’è quella di essere un fulmine di guerra (e che il succitato Gentiloni ha come nome di battaglia ‘er moviola’), non è difficile prevedere che la stagione politica che ci attende sarà un interminabile surplace. I più anziani ricorderanno quei due celebrati sprinter, Maspes e Gaiardoni, che negli anni ’ 60 diedero vita a memorabili duelli consistenti nel far partire prima l’altro per poi succhiargli la ruota in volata. Attese infinite che contribuirono al tramonto del ciclismo su pista, per assenza di pubblico. Appunto.
Tutti aspettano le mosse del rivale: finirà come gli estenuanti sprint di Gaiardoni e Maspes, che segnarono la fine del ciclismo su pista L’inerzia felice misura i ritmi del Belpaese Tutto continua come se niente fosse: lo sciopero dei trasporti, le buche a Roma, la Juve che vince