Il Fatto Quotidiano

Brunetta minaccia, ma stia attento allo score

Il forzista annuncia querela per l’articolo sulla sua “chiamata” ai responsabi­li

- » MASSIMO FINI

Confesso che la minacciosa lettera dell’onorevole Renato Brunetta mi preoccupa. Nella mia ormai quasi cinquanten­nale carriera di giornalist­a ho avuto 23 processi per diffamazio­ne. E li ho vinti tutti: 23 su 23. Uno score degno di Cristiano Ronaldo o Robert Lewandowsk­i o Edinson Cavani

( i rr ic on os ci bi le l’altra sera contro il Madrid). Ma non è detto che non possa perdere il ventiquatt­resimo, se l’onorevole Brunetta avrà la bontà di convenirmi in giudizio. Ogni partita fa caso a sé. Anche perché le precedenti erano partite facili, come giocare contro il Benevento senza per questo pretendere di essere la Juventus o il Napoli. L’onorevole Cesare Previti mi citò in una causa civile per quel che avevo scritto, a commento dell’articolo, in cui Giovanni Ruggeri si occupava dei rapporti fra lui e l’orfana Annamaria Casati Stampa, nel suo libro Berlusconi. Gli affari del Presidente, parlando di un vero e proprio raggiro ai suoi danni. Io con tre successivi editoriali sull’ Indipenden­te del maggio 1995 lo costrinsi, non senza una certa fatica, a farmi causa perché mi pareva importante sapere se un ex Presidente del Consiglio e un ex Ministro della Difesa si fossero davvero resi responsabi­li di un atto così grave, come quello descritto da Ruggeri, cosa che mi pareva impossibil­e. Con sentenza del 2.5.08 la Corte d’Appello di Roma ha rigettato la domanda, riconoscen­do che avevo legittimam­ente esposto il mio pensiero. In altra occasione l’avvocato e parlamenta­re socialista Achille Cutrera mi querelò perché avevo parlato dei suoi rapporti con Salvatore Ligresti e il costruttor­e Brenta, smascheran­do così, con largo anticipo su Mani Pulite, il sacco edilizio di Milano. Venni assolto.

UN ALTRO querelante è stato la buonanima del missino Teodoro Buontempo, detto “er pecora”. Come si può vedere sono ‘trasversal­e’ anche come querelato. La minacciata querela di Renato Brunetta è importante. Poiché Brunetta è un uomo d’onore. E quindi merita che alle sue doglianze si risponda con attenzione e il dovuto rispetto. Veniamo quindi al punto. Nella lunga maratona elettorale di Sky Tg24 all’affermazio­ne di Brunetta che se il centro-destra avesse preso 260 deputati non gli sarebbe stato difficile raggiunger­e i 316 necessari per la maggioranz­a, qualcuno in redazione, non ricordo se la brava e bella Ilaria D’Amico o l’altrettant­o brava e bella Veronica Gentili o il conduttore della trasmissio­ne o altri, gli chiese come sarebbe stato possibile per il centro-destra accaparrar­si più di 50 deputati ad esso estranei. Brunetta rispose ridacchian­do: beh, ci sono ‘i responsabi­li’ o così almeno vengono chiamati (altro ridacchio), dando a divedere, almeno ai miei occhi, che per ‘responsabi­li’ non intendeva persone che avrebbero agito per senso di responsabi­lità ma per qualche altro meno confessabi­le motivo. Ricordo all’o n or e v ol e Brunetta che la compravend­ita di un soggetto non si concreta solo con la dazione di una stecca di denaro, attività cui peraltro il gruppo politico cui appartiene lo stesso Brunetta non sembra essere alie- no vista la condanna del Tribunale di Napoli a tre anni di reclusione a Silvio Berlusconi per aver corrotto, perché cambiasse casacca, il senatore Sergio De Gregorio con tre milioni di euro (reato poi prescritto), ma anche quando si procura a taluno un’ingiusta utilità.

NELLA SUA LETTERA Renato Brunetta scrive “non è la prima volta che Massimo Fini utilizza simili squallidi mezz u cc i ”. Mi piacerebbe che Brunetta, che è un uomo d’onore, invece di limitarsi ad affermazio­ni generiche indicasse in quali occasioni io avrei fatto uso di “simili squallidi mezzucci”. Anche parlare riferendos­i a me di “squallidi mezzucci” è un’offesa passibile di querela. Ma io non querelerò perché non ho mai querelato nessuno. Per difendermi ho la mia penna, anche se certamente non ha la stessa potenza di fuoco di cui può disporre un parlamenta­re della Repubblica, numero due o tre di un potente partito, come l’onorevole Renato Brunetta.

Il tabellino “In quasi 50 anni di carriera giornalist­ica ho avuto 23 processi per diffamazio­ne: li ho vinti tutti”

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Ansa A caccia di numeri Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera
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