Il furto del tempo dal litigio Serbia-Kosovo: 6 minuti di ritardo per gli orologi elettrici
Ammanco di energia inviata nell’Ue dai paesi balcanici
▶IL “FURTO” DEL TEMPO
è finito. Gli orologi europei alimentati direttamente dalla presa riavranno i quasi 6 minuti che la disputa politico energetica tra Serbia e Kosovo avevano sottratto loro dalla metà di gennaio in poi. Il caso, sollevato dall’Entso-e, il Network europeo dei gestori di sistemi di trasmissione di elettricità, ha poi trovato una soluzione, anche se non definitiva visto che i due paesi sono tutt'altro che “amici”. Nelle scorse settimane il Kosovo non ha immesso l'energia elettrica concordata nell'ambito della rete che comprende 25 paesi per un totale di 43 gestori. Dal canto proprio la Serbia non ha rispettato l'obbligo della compensazione previsto dalle intese internazionali. La doppia mancanza ha comportato sforamenti oltre tolleranza di 2,5 Hertz del valore medio della frequenza continentale, che è di 50 Hertz. A fare le spese del più basso livello di frequenza sono stati i dispositivi collegati alla rete come quelli integrati nei forni a microonde o nelle radiosveglie che hanno accumulato un ritardo che sfiora i 6 minuti. L’Elektromreza Srbije (Ems), la società che gestisce la rete per conto di Belgrado, ha informato che l'amministratore kosovaro è tornato a rispettare gli standard stabiliti. Il caso potrebbe anche ripetersi perché nell’area non c’è pieno equilibrio tra l’energia immessa nella rete e quella prelevata. Ma, soprattutto, a 10 anni dall’autoproclamata indipendenza da parte del governo di Pristina (solo molto parzialmente riconosciuto a livello internazionale) le relazioni diplomatiche restano tese. Non a caso l’Entso-e ha sollecitato una soluzione politica più che tecnica. A parte il rallentamento degli orologi (per il ritorno automatico alla normalità serviranno settimane), gli esperti hanno spiegato che il sistema di approvvigionamento e distribuzione non ha mai corso alcun rischio.