Il Fatto Quotidiano

L’ultima di Renzi: ora pretende il Copasir (cioè i servizi segreti)

L’ex premier spinge per un fedelissim­o al comitato di controllo

- » CARLO TECCE

Già aveva tentato di far ottenere la delega all’intelligen­ce a Lotti e fu fermato da Gentiloni. Ora la nuova mossa: perché quell’incarico spetta alla minoranza

Il renzismo si trasforma, prima era vincente, adesso è perdente, quasi in estinzione. Ma resiste immutata, però, l’ossessione per l’intelligen­ce. E l’ultima tentazione di Matteo Renzi, all’opposizion­e del prossimo governo, del gruppo dirigente Pd e forse pure di se stesso, è la presidenza del Copasir, il comitato parlamenta­re per la sicurezza che controlla l’attività dei servizi segreti. Il candidato dem sarà un renziano di assoluta fedeltà. Il solito Luca Lotti e, soprattutt­o, Maria Elena Boschi ci sperano.

IL COPASIR, PER LEGGE, è assegnato ai gruppi di minoranza; i dieci membri, cinque deputati e cinque senatori, sono scelti dai presidenti di Montecitor­io e palazzo Madama su indicazion­e dei partiti. Dopo la riforma del 2007, il centrosini­stra l’ha guidato per cinque anni con Francesco Rutelli e Massimo D’Alema. Il primo fu Claudio Scajola, ex ministro degli Interni, l’uscente è Giacomo Stucchi, leghista di matrice Roberto Maroni.

Il governo Gentiloni, che ha giurato il 12 dicembre 2016, otto giorni dopo il referendum costituzio­nale, un lunedì di pioggia su Roma, si è formato con la feroce rottura fra Matteo e Paolo sulla mancata delega all’i ntelligenc­e per Luca Lotti. Renzi ha insistito a lungo per consegnare il delicato (e strategico) compito al “Lampadina”, allora semplice sottosegre­tario all’Editoria, ma con la passione per le nomine di Stato e gli apparati di sicurezza. Supportato dal Quirinale, Gentiloni è riuscito a respingere l’assalto di Renzi e ha tenuto per sé la vigilanza sui Servizi. Renzi non l’ha mai perdonato. L’ambizioso Lotti, promosso a ministro dello Sport, appena un paio di settimane dopo, è stato indagato per rivelazion­e di segreto e favoreggia­mento nell’inchiesta Consip. Quand’era a Palazzo Chigi, ancora, Renzi ha tentano invano di affidare all’amico Marco Carrai la struttura di cyber security con un ruolo non di spionaggio, ma di raccordo all’interno del governo. Sempre Lotti, invece, ha spinto per Andrea Bacci al vertice di Sparkle, una società di Telecom che sorveglia 375.000 chilometri di cavi da Israele all’Italia e su cui transitano le comunicazi­oni internazio­nali. All’epoca, parliamo di febbraio 2016, Lotti e Bacci erano molto legati. Bacci era noto come l’imprendito­re, vicino alla famiglia Renzi, che ha ristruttu- rato la casa di Matteo.

Renzi punta al Copasir pe r contare ancora seppur in minoranza: proteggere il passato al governo e il futuro in politica. L’altro tormento dell’ex premier, per l’appunto, si chiama Consip: “È nato per colpire me. Verrà colpito chi l’ha utilizzato per tradire il senso dello Stato”, disse il segre- tario Renzi durante un incontro a Firenze. E qui la faccenda si fa complessa. Consip vuol dire uno scandalo di corruzione su di una commessa da 2,7 miliardi di euro, ma anche una clamorosa fuga di notizie, le accuse di falso al maggiore Gianpaolo Scafarto, sospetti incrociati, ricostruzi­one di complotti e il nome di Tiziano Renzi, che ha ricevuto un avviso di garanzia per concorso in traffico di influenze illecite.

RENZI DIFFIDA dell’Aise (servizi esteri) perché – fino a poco tempo fa – arruolava dai carabinier­i il colonnello Sergio De Caprio, “capitano Ultimo”, e una ventina di suoi uomini, alcuni dei quali in contatto con Scafarto. Così va spiegato l’ostruzioni­smo contro la conferma – caldeggiat­a anche da Sergio Mattarella – di Alberto Manenti ( Aise) e Alessandro Pansa (Dis, coordiname­nto). Il mese scorso, proprio al Copasir, i renziani assieme ai leghisti hanno impedito la proroga di due anni di Manenti e Pansa. Un compromess­o politico, mercoledì, ha consentito a Gentiloni di fissare la scadenza del mandato dei capi di Aise e Dis all’aprile del prossimo anno. D’accordo Forza Italia, i Cinque Stelle, non Matteo Salvini, non l’omonimo Renzi.

Il Copasir sarà la ridotta dei renziani, ostili a qualsiasi ipotesi di governo coi Cinque Stelle e con la Lega di Salvini. Conquistar­e il comitato parlamenta­re è una manovra così faticosa che ha richiesto la diffusione di una falsa indiscrezi­one: Renzi non ha pensato mai a Maria Elena Boschi – che da sottosegre­taria alla presidenza del Consiglio ha giocato a bordocampo su nomine e intelligen­ce – per la guida del gruppo dem a Montecitor­io. Oggi Meb aspira al Copasir. Proposta sfacciata? Ormai dei pranzi di gala non si ha più memoria.

Ossessione intelligen­ce Quella poltrona spetta alla minoranza: in corsa pure l‘ex ministra Maria Elena Boschi

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 ?? Ansa ?? Giglio magico Matteo Renzi con i fedelissim­i: il ministro Luca Lotti e la sottosegre­taria Maria Elena Boschi
Ansa Giglio magico Matteo Renzi con i fedelissim­i: il ministro Luca Lotti e la sottosegre­taria Maria Elena Boschi
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