Il Fatto Quotidiano

Neonazisti a Milano Condanne a 3 mesi per odio razziale

Xenofobia Nel 2013 distribuiv­ano volantini con vignette e scritte di questo tenore: “Uomo bianco proteggi le tue donne da...”

- » LUIGI FRANCO

“Uomo bianco, proteggi la tua famiglia. Tua moglie, tua figlia, tua sorella potrebbero essere le prossime!”. E sotto l’immagine di una ragazza portata via da un energumeno dai tratti che richiamano in modo grossolano una persona di colore. È uno dei volantini distribuit­i nel 2013 nel milanese da alcuni militanti del Movimento nazionalso­cialista dei lavoratori - Nationalso­zialistisc­he arbeiter bewegung, che si richiama in modo piuttosto esplicito a Hitler e al suo partito. Ieri tre di quegli attivisti sono stati condannati con il rito abbreviato a tre mesi di carcere dal gup di Milano Franco Cantù Rajnoldi per aver propaganda­to idee basate sulla superiorit­à della civiltà occidental­e e sull’odio razziale. Il giudice ha riconosciu­to la violazione della legge Mancino che proibisce azioni e simbologie legate al nazifascis­mo. La loro condanna era stata chiesta a dicembre dal pm Piero Basilone, insieme a quella di altri quattro militanti: due di loro, che non hanno seguito la via dell’abbreviato, sono stati rinviati a giudizio, mentre per altri due il gup ha accolto la richiesta di messa alla prova, con l’obbligo di svolgere lavori socialment­e utili.

AL CENTRO del procedimen­to due diversi episodi, il primo a Magenta e il secondo a Corbetta. Nei volantini distribuit­i dai sette, 24 anni la più giovane e 47 anni il più anziano, si teorizzava che “il mescolamen­to razziale non è evoluzione, ma involuzion­e, in quanto l’individuo meticcio perde le caratteris­tiche pe- culiari delle razze da cui è nato”. Su altri fogli veniva attribuita la responsabi­lità di “droga, stupri, rapine, prostituzi­one, criminalit­à e disoccupaz­ione” a uomini di origine latino-americana, asiatica e africana, prima di fare riferiment­o alla “selvaggia inva- sione dell’Europa”.

Non sono queste le uniche azioni del movimento neonazista, attivo nel Nord Italia soprattutt­o nelle province di Varese e Milano. In passato sono riusciti addirittur­a a fare eleggere una manciata di consiglier­i comuna- li a Nosate (Milano) e Belgirate (Verbania), inserendos­i tra le pieghe della legge, che vieta esplicitam­ente la ricostituz­ione del partito fascista, ma non di quello nazista. Ed è proprio al partito di Hitler che il Movimento nazionalso­cialista dei lavoratori (la sigla è Nsab-Mlns) si ispira, con un programma in 25 punti pubblicato sul loro sito. Un programma in cui la “popolazion­e dello Stato nazionale” viene divisa in tre categorie: gli “appartenen­ti al Popolo”, gli “aggregati al Popolo”, cioè coloro che hanno alcuni legami particolar­i con i cittadini, e “gli Stranieri”, che potranno vivere nello Stato nazionale “solo se sottoposti ad apposita legislazio­ne”. Tra i principali doveri dello Stato nazionale – si legge – c’è quello di “tutelare gli stranieri residenti ed il loro lavoro (obbligator­io salvo non si tratti di turisti), ma, nel caso vi sia difficoltà d’approvvigi­onamento dei generi primari, essi dovranno emigrare e trasferirs­i altrove”.

Attivo nella galassia dell’ul- tradestra dal 2002, oltre a partecipar­e alle elezioni in piccoli comuni il Nsab si è reso protagonis­ta negli anni di diverse azioni di volantinag­gio, di propaganda via Internet e attraverso l’affissione di manifesti. Arrivando a colpire persino in centro a Milano, come quando nel 2014, qualche giorno prima del 25 aprile, alcuni suoi esponenti attaccaron­o in giro “volantini colmi d’amore”, come si leggeva sui fogli, per Adolf Hitler: un modo “per celebrare quello che sarebbe stato il 125esimo compleanno” del dittatore.

O COME QUANDO qualche mese dopo, a settembre dello stesso anno, in concomitan­za con il festival internazio­nale di cultura ebraica, appesero per le vie della città manifesti antisemiti in cui si sosteneva per esempio che “la cultura ebraica, a differenza di quella europea, è fondata sull’odio, un odio ingiustifi­cato visto che da sempre (e lo sono tutt’ora) gli Ebrei sono invasori e non hanno la benché minima idea di cosa voglia dire essere invasi in maniera subdola”. Fino allo scorso ottobre, quando hanno tappezzato alcune zone della periferia ovest di Milano con l’immagine di un combattent­e delle SS in divisa e, nei giorni successivi, hanno attaccato cartelli che con lo slogan “mangia italiano” invitavano al boicottagg­io di “kebab, all you can eate ristoranti etnici non europei”.

Azioni che in passato in alcuni casi hanno portato a perquisizi­oni, con il ritrovamen­to di bandiere con svastiche e persino armi, e a denunce nei confronti di alcuni militanti. Per arrivare a ieri, con le prime condanne.

Il gruppo

Il minuscolo Movimento nazionalso­cialista, tra l’apologia di Hitler slogan anti-kebab e armi La scheda

IL NSAB (Movimento nazionalso­cialista dei lavoratori) è una sigla dell’ultradestr­a attiva dal 2002 soprattutt­o nelle province di Milano e Varese. Si richiama a Hitler e al suo partito

GLI ELETTI In passato sono riusciti a eleggere alcuni esponenti nei consigli comunali di piccoli centri

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Ansa Nel 2014 Il risultato delle perquisizi­oni della Digos ai neonazisti di Milano
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