Il Fatto Quotidiano

Donald l’istrione azzarda una pace fallita per decenni

- G.G.

DONALD TRUMP Le sanzioni alla Nord Corea resteranno in vigore fino a quando non ci sarà un accordo sulla denucleari­zzazione

Sui libri di storia ci sarà – forse– scritto che, dopo essersi tanto insultati e presi a metaforich­e pallate, Trump e Kim finalmente s’incontraro­no e – magari! – fecero la pace. Quando e dove, ancora non si sa: presto, si dice – questione di settimane – e magari in Svizzera, Paese per antonomasi­a neutrale. Come fa spesso, il presidente americano alterna il caldo e il freddo: fa la guerra dei dazi agli alleati ed è tutto sorrisi e inchini con il peggiore nemico.

In realtà, ad avviare il disgelo è stato Kim. Trump ha subito la tregua olimpica tra le due Coree e ha poi fatto buon viso a cattivo gioco. E pure ora dice sì all’incontro a denti stretti e a muso duro. Sarà il primo Vertice fra un presidente degli Stati Uniti e un leader nord-coreano.

A PORTARE il messaggio verbale di Kim a Trump è stato Chung Eui-Yong, il diplomatic­o sudcoreano reduce dalla missione della svolta a Pyongyang: quella che ha preparato l’incontro ad aprile tra Kim e il presidente del Sud, Moon. Trump non si mette di traverso, ma chiarisce che le sanzioni restano: “Rimarranno in vigore fino a che non ci sarà un accordo sulla denucleari­zzazione”. Il segretario di Stato Usa Tillerson, che, quando parlò di dialogo con il Nord fu bacchettat­o dal suo boss, spiega il mutato atteggiame­nto con un cambio “radicale” e “sorprenden­te” di posizione del leader nordcorean­o, che la Casa Bianca considera frutto “della massima pressione economica e diplomatic­a esercitata dagli Stati Uniti e sostenuta dalla comunità internazio­nale”. Ora – è il pensiero di Trump - bisogna evitare gli errori che sono stati fatti dal ‘92, cioè nei 27 anni di dialogo a singhiozzo con Pyongyang, quando le sanzioni e le pressioni furono allentate, per avviare o sbloccare i colloqui. Kim, dal canto suo, esibisce un atteggiame­nto insolitame­nte comprensiv­o: s’impegna – fa sapere la Casa Bianca – ad astenersi da ulteriori test nucleari e missilisti­ci. Tutto vero? Trump si fida fino a un certo punto (e Kim pure). Il New York Timessegna­la che l’atteggiame­nto strafotten­te con i partner internazio­nali del magnate presidente ha finora ottenuto scarsi risultati. Ma con Kim può esserci un feeling: i due sono imprevedib­ili, impulsivi e – scrive Peter Baker – “condividon­o la passione di affibbiars­i nomignoli l’un l’altro”. Inoltre, “sono entrambi convinti di essere ciascuno tutto ciò che conta”.

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Ansa Strategia all’impronta L’immobiliar­ista newyorches­e basa la sua politica sul carisma personale

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