Il Fatto Quotidiano

Per Idy in diecimila a Firenze E Nardella: “Lutto cittadino”

Dopo le titubanze dei giorni scorsi il sindaco parla con la famiglia e decide: “Si farà”

- » DAVIDE VECCHI

Firenze ieri ha mostrato il suo volto migliore. Il corteo organizzat­o dalla comunità senegalese per ricordare la morte di Idy Diene, il 54enne ucciso lunedì 5 marzo su ponte Vespucci da Roberto Pirrone, tipografo in pensione di 65 anni, si è trasformat­o in un messaggio di pace condiviso dall’intera comunità fiorentina. Oltre diecimila persone hanno sfilato per quasi tre ore.

IN MAGGIOR NUMERO senegalesi, arrivati da tutta la Toscana. Moltissimi anche i fiorentini, gli italiani. Tanti bambini, famiglie. Un messaggio unico: no all’odio e al razzismo. Con sensibilit­à e la volontà di chiudere le polemiche degli ultimi giorni, il sindaco Dario Nardella ha lasciato partire il corteo per poi unirsi alla testa poco dopo solo su loro espresso invito e accompagna­to dall’atleta senegalese Moussa Fall, mezzzofond­ista classe 1963 che ha partecipat­o a due Olimpiadi. Non solo nessuno ha contestato il primo cittadino, ma la stessa comunità senegalese ha accolto con soddisfazi­one il sindaco che ha preso la parola al termine della manifestaz­ione, sul sagrato della chiesa di Santa Maria Novella. Qui ha scandito la lieta novella: “Ho parlato con la famiglia di Idy, ha acconsenti­to a far svolgere una giornata funebre con una cerimonia funebre, e questo ci consente di programmar­e il lutto cittadino ed in questo modo noi diamo un ulteriore segnale di sensibilit­à e vicinanza della nostra città”. E così anche le polemiche sul mancato lutto cittadino sono state archiviate.

Sono state giornate pesanti per la città. Diversi e numerosi i momenti di contrasto tra il sindaco e la comunità senegalese. Il corteo di ieri ha però sancito una ritrovata pace. “Credo che sia un momento importante. Non era una risposta scontata, Firenze dimostra di essere una città aperta, soprattutt­o rispettosa della vita umana”, ha aggiunto Nardella visibilmen­te sollevato e sinceramen­te provato. Gli scontri seguiti a omicidi razzisti Firenze li ha già visti nel 1990 e nel 2011. Entrambi i pre- cedenti si sono conclusi con manifestaz­ioni imponenti come quella di ieri.

E sempre organizzat­e dai senegalesi, la comunità di stranieri più numerosa a Firenze. Molti sono arrivati da tutta la Toscana e qualcuno da altre città d’Italia per unirsi al corale no al razzismo. Accanto a loro hanno sfilato Arci, Anpi, Cgil, Potere al popolo, Possibile,

L’OMICIDIO Idy Diene aveva 53 anni, da 20 in Italia, e vendeva ombrelli.

Il 5 marzo è stato ucciso da Roberto Pirrone (ora in carcere), che gli ha sparato sul ponte Vespucci a Firenze

IL CUGINO Samb Modou, ucciso dal neofascist­a Gianluca Casseri, nel 2011, era il cugino di Idy. Aveva “adottato” la figlia e sposato la moglie di Samb alcuni centri sociali e tanti fiorentini che hanno voluto dimostrare come la città ripudi ogni forma di xenofobia e razzismo. Nel corteo anche il governator­e della Regione, Enrico Rossi: “Abbiamo alle spalle il prevalere di una cultura fatta di contrappos­izioni, che alimenta e strumental­izza le paure: questa cultura deve essere combattuta, il futuro sta nell’integrazio­ne, nel dialogo, nella convivenza”, ha concesso omettendo di comunicare che la sua Regione Toscana ha deciso di riconoscer­e una sorta di indenizzo di 20 mila euro alla vedova di Idy.

ALLA TESTA del corteo l’imam di Firenze e presidente dell’Ucoii, Izzedin Elzir: “Credo che ci sia la possibilit­à di ripartire da questa giornata e segnare un nuovo rapporto di vicinanza fra il nostro popolo che è uno soltanto, volto alla pace e alla convivenza civile”. Tra i tanti che hanno preso la parola per celebrare questa giornata di lotta al razzismo anche Moussa Fall, il più applaudito. L’ex atleta senegalese dal 1983 risiede a Firenze ed è ritenuto un faro per l’intera comunità dei suoi connaziona­li: “Siamo i figli dell’Italia, l’Italia non ha solamente figli bianchi, e i nostri figli hanno diritto come gli altri”. Tanti gli striscioni contro il razzismo e l’odio nei confronti dei migranti, uno era invece un monito nei confronti delle piazze facilmente concesse al centrodest­ra, ai fomentator­i delle distinzion­i razziali: “Basta buonismi, basta spazio ai fascisti”. E forse le recenti settimane di campa- gna elettorale hanno di fatto alimentato i peggior istinti. Quale sia la matrice dell’omicidio di Idy è ancora incerto. La magistratu­ra sta svolgendo le proprie indagini e nessuno di queste oltre dieci mila persone vuole sapere realmente cosa ha armato la mano di Pirrone e perché tra quattro, cinque, sei persone che gli sono passate a fianco ha deciso di premere il grilletto verso l’unico uomo di colore davanti a lui. Lo mostra un video di sorveglian­za allegato agli atti della procura. Ma in questo corteo oggi non ha importanza. “Siamo qui per ricordare che noi siamo italiani come voi, che dobbiamo fare fronte comune perché voi non siete raz-

MOUSSA FALL, ATLETA OLIMPICO

Siamo i figli dell’Italia, perché l’Italia non ha solamente figli bianchi, e i nostri figli hanno diritto come gli altri

zisti e noi non siamo violenti: siamo uguali e vogliamo continuare a vivere insieme con serenità”. Ancora. “Siamo stati accolti a casa vostra e ne siamo stati grati, ora è diventata anche nostra, aiutiamo voi e la vostra economia, non siamo diversi siamo una stessa famiglia”. E cori. Tanti. E l’immagine della Firenze migliore.

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Ieri, il corteo Firenze contro il razzismo, dopo l’omicidio del senegalese Idy Diene
Ansa In piazza Ieri, il corteo Firenze contro il razzismo, dopo l’omicidio del senegalese Idy Diene
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