Il Fatto Quotidiano

I dittatori made in America nel lungo silenzio elettorale

Strategie Da Zelaya in Honduras a Morsi in Egitto, la caduta dei presidenti e il concetto di “democrazia” importato dagli Usa

- » MASSIMO FINI

Ho grande nostalgia dei due giorni di “silenzio elettorale”. Dipendesse da me farei almeno un’elezione al mese. Due giorni senza le solite facce da culo sugli schermi di tutte le television­i pubbliche e private, nazionali e periferich­e, senza Marie Latelle intervista­nti anche nel giorno che i cristiani dovrebbero dedicare al riposo, alla riflession­e e ad altri riti più o meno santi. Due giorni senza talk politici, senza radio che gracchiano le note voci, odiose anche alle orecchie più insensibil­i e persino ai sordi. Vale a dire: la lussuria. O quantomeno due giorni di ecologia mentale e anche estetica. Perché se è vero come diceva Gillo Dorfles che il kitsch è utile per esaltare l’opera d’arte c’è un limite a tutto. Per non vedere certi nani politici o propriamen­te detti sarei disposto a rinunciare anche alla Muta di Raffaello. Anche i giornali, privati nei due giorni sacri ai cristiani e agli ebrei (e io vi aggiungere­i pure il venerdì per non discrimina­re i musulmani) della polpa politica di cui abitualmen­te si nutrono e della sotto polpa dei sondaggi, cui generalmen­te dedicano quasi la metà del loro prezioso spazio (prezioso non per quello che vi è scritto ma perché va a tutto danno della Foresta Amazonica) sono costretti a ser- vire un menù più variato e interessan­te. E pure noi, disgraziat­i ‘addetti ai lavori’, abbiamo più tempo per leggere pezzi interessan­ti anche perché più visibili e collocati in una posizione adeguata. A me per esempio è capitato sottocchio un importante pezzo di Roberta Zuni- ni pubblicato su Il Fatto domenica 4 marzo e intitolato La verità di Berta: in cella il mandante della eco-paladina. Vi si apprende che gli Stati Uniti hanno piazzato in Honduras la loro più importante base militare in Centroamer­ica e che, come scrive Zunini, “è ormai acclarato che il golpe militare del 2009 fu organizzat­o dalla Cia per deporre l’allora presidente Manuel Zelaya reo, agli occhi dell’allora segretario di Stato Hillary Clinton, di aver stretto un patto politico-economico con Hugo Chávez, a quei tempi ancora presidente del Venezuela e leader della Sinistra sudamerica­na”. Zelaya, un liberale, era il legittimo presidente, democratic­amente eletto, dell’Honduras, ma la democratic­issima Hillary Clinton non si è fatta scrupolo di toglierlo di mezzo attraverso un golpe militare, così come nel 2013 Barack Obama, questo finto nero e finto democratic­o, favorì il golpe militare del generale tagliagole Abd al-Fattah al-Sisi ai danni di Mohamed Morsi leader dei Fratelli Musulmani, eletto nelle prime elezioni libere egiziane dopo decenni di dittatura. Insomma gli ameri- cani non hanno perso il vizietto di piazzare dittatori qua e là nel mondo sbattendos­ene del loro sbandierat­o culto per la democrazia che poi cercano di imporre anche a popolazion­i che, in modo autoctono, della democrazia non ne vogliono proprio sapere (vedi voce: Afghanista­n).

Ma le notizie che ci fornisce Zunini, a me ignote ma probabilme­nte ignote a tutto il mondo ‘democratic­o’, vanno ben al di là della questione honduregna. Ci spiegano gli attacchi pressoché quotidiani e spesso pretestuos­i all’erede di Chávez, Nicolas Maduro, che a differenza di Al Sisi e dell’honduregno Juan Orlando Hernandez non è un dittatore ma un capo di Stato messo in difficoltà col solito metodo di accerchiar­e economicam­ente un Paese fomentando così rivolte nella popolazion­e.

Adesso, finiti i beati giorni del silenzio elettorale ci tocca l’orgia della politica posteletto­rale. Spero che si vada di nuovo e presto alle urne prolungand­o possibilme­nte il silenzio ‘ e l et t or a le ’ a un mese. Così torneremo, almeno per un po’, a respirare un’aria meno inquinata.

La vicenda di Berta Assassinat­a nel 2016, la Cáceres difendeva l’ambiente da dittatori e multinazio­nali

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La Clinton, potente segretario di Stato durante la presidenza di Obama
Ansa Hillary La Clinton, potente segretario di Stato durante la presidenza di Obama

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