Il Fatto Quotidiano

Tre campanelle e l’eterna vana speranza della vincita

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

Uno, due e tre: la campanella dov’è? “Quando capisci che non si tratta di un gioco di abilità è ormai troppo tardi. Le tue tasche sono già vuote e tu sei solo l’ennesimo pollo che si è fatto spennare. In pochi secondi ti sale l’amaro in bocca e il cuore comincia a batterti all’impazzata. Quel ticchettio fa talmente rumore che tutti i suoni intorno a te escono ovattati. Vorresti tanto che si trattasse di un incubo, ma tutti quegli uomini che ti tirano la giacca, che ti parlano, che ti dicono di continuare a provarci perché ormai “è la volta buona”, che ti hanno accerchiat­o da oltre dieci minuti, senza che te ne sia neanche accorto, sono invece dannatamen­te reali. E quel mix tra arrabbiatu­ra, desolazion­e, sconforto e, soprattutt­o, tanta paura ti spinge ad allontanar­ti e andare verso la tua macchina. Mettere in moto e augurarti che possa lasciarti alle spalle tutto quello che ti è successo il prima possibile. Ma, mentre singhiozzi come un bambino e le lacrime ormai ti hanno annebbiato la vista, ti rendi conto che stai in autostrada e che non è il caso di rischiare anche la vita”.

DIFFICILE interrompe­re Giuseppe, un operaio di quasi 40 anni, mentre ti racconta quello che gli è accaduto due anni e mezzo fa nell’area di servizio Sillaro dell’autostrada A14. Un punto di ritrovo che conosce molto bene, visto che per lavoro un paio di volte a settimana va da Vernio a Bologna. “Lì la tappa caffè è proprio d’obbligo. Così – r ac co nt a l’uomo – quando dopo diverse mattinate ho continuato a vedere lo stesso capannello di persone dietro l’entrata dei bagni, un giorno mi sono convinto a vedere di cosa si trattava. Il giorno più sbagliato in assoluto. La mattina avevo ricevuto lo stipendio e avevo 1.300 euro in contanti”. Il gioco è sempre lo stesso da decenni. È la truffa più antica e, malgrado tutto, rimane intramon- tabile: c’è l’imbonitore di turno che, con destrezza e abilità, fa girare le campanelle su un banchetto; i finti giocatori suoi sodali; un palo pronto ad avvisare tutti dell’arrivo delle forze dell’ordine. E il trucco: l’impossibil­ità di indovinare sotto quale delle tre campanelle sia nascosta la pallina per il semplice fatto che questa viene abilmente fatta sparire e piazzata poi sotto una diversa da quella scelta dal giocatore. Peccato che nel frattempo, ti fanno vincere la prima volta, continui a puntare decine di volte 100 euro sotto una campanella, perché sei certo che quella volta sarà quella giusta. Quella del riscatto che ti permetterà di riprendert­i tutti i tuoi soldi. E a fartelo credere sono soprattutt­o le urla dei complici del campanella­ro che ti incita a puntare sempre più soldi e sbancare tutto. Cosa che non accadrà. Mai.

Quello che, invece, è suc- cesso a Giuseppe nel frattempo è diventato cronaca: con il gioco delle tre campanelle, per quasi due anni, una banda di 13 uomini, in maggioranz­a napoletani ha mietuto centinaia di vittime sull’Adriatica tra camionisti, fattorini, avventori occasional­i. Chi non stava al gioco e si lamentava della truffa veniva anche minacciato o in alcuni casi il denaro veniva letteralme­nte strappato dalle mani delle vittime e poi puntato su una delle tre campane. Un incubo per i malcapitat­i durato fino a maggio 2016, quando i malviventi sono stati arrestati dalla polizia stradale durante l’operazione “Gamble away”.

In particolar­e, le indagini sono cominciate nel settembre del 2014 e per dieci mesi gli investigat­ori hanno ripreso con alcune telecamere il modus operandi: un’associazio­ne a delinquere in piena regola a cui vengono contestati reati

che vanno dalla truffa alla rapina impropria, dal furto all’estorsione. Il gruppo è stato in grado di guadagnare circa 70mila euro a settimana, ma nei mesi estivi la somma è arrivata anche a superare 100mila euro grazie ai turisti che affollavan­o la stazione di rifornimen­to. Gli investigat­ori hanno intercetta­to anche due degli indagati che ridono del fatto di avere vinto un concorso pubblico nella scuola: “Figuriamoc­i se vado a fare il bidello per poco più di mille euro al mese”, dice uno al complice, confessand­o che rifiuterà il posto.

UN FENOMENO, quello delle sòle in autostrada che per troppi anni è stato dipinto come “una truffa simpatica alla Totò, ma che non ha niente a che fare con il divertimen­to: si tratta di delinquent­i che guadagnano sulla pelle della gente”, hanno avuto modo di spie- gare gli inquirenti che hanno sgominato la banda. E, proprio grazie a questa operazione, le truffe in autostrada hanno avuto un piccolo arresto, come confermano i dati della Polstrada: se nel 2016 ne sono state registrate 663, lo scorso anno il dato è sceso a 474. Che, comunque, equivale a dire quasi una truffa e mezza al giorno. Più presenza di pattuglie presso gli autogrill e più prevenzion­e stanno, quindi, scalfendo queste bande specializz­ate. Anche se il dato è fortemente al ribasso: la maggioranz­a delle vittime decide, infatti, di non sporgere denuncia perché si vergogna e non vuole che la famiglia lo venga a sapere. E non si tratta solo del gioco delle tre campanelle, o della variante delle tre carte. A continuare ad alimentare la casistica delle truffe ci sono anche la vendita degli abiti griffati contraffat­ti e quella degli smartphone o dei tablet. Si pensa di acquistare a 200 euro l’ultimo modello in commercio, proprio come viene mostrato dai delinquent­i, ma poi una volta in macchina si scopre che dentro la scatola al massimo c’è un mattone.

Più presenza di pattuglie presso gli autogrill e più prevenzion­e stanno, quindi, scalfendo queste bande specializz­ate. Anche se il dato è fortemente rivisto al ribasso: la maggioranz­a delle vittime decide, infatti, di non sporgere denuncia perché si vergogna e non vuole che la famiglia lo venga a sapere.

“Sembrerà strano – spiega la Polizia – ma il consiglio che possiamo dare è solo di non fermarsi mai a guardare come funziona il gioco delle tre campanelle, perché è già il primo step della truffa”.

UNA VECCHIA STORIA DI FURFANTI C’è l’imbonitore che fa girare le campanelle, i finti giocatori, un palo. Impossibil­e trovare la pallina: viene fatta sparire

CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO Per due anni, una banda di 13 uomini ha mietuto centinaia di vittime presso gli autogrill dell’Adriatica

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Ansa Pausa fatale La truffa delle campanelle si svolge spesso davanti all’entrata dei bagni degli autogrill
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