Il Fatto Quotidiano

Torino, respinta l’intesa con la Rai Trasloca “Il paradiso delle signore”

La fiction I lavoratori della sede piemontese non accettano di girare 9 ore per 5 o 6 giorni a settimana. E ora si cerca una nuova location

- » ROBERTO ROTUNNO

Gli studi Rai di Torino dovranno dire addio alla terza stagione della fiction “Il paradiso delle signore”. Venerdì sera, l’assemblea dei lavoratori si è espressa con un referendum interno: ha vinto il “no” alla proposta della tv di Stato, che prevedeva un impegno da 9 ore quotidiane (più una di pausa pranzo) per cinque giorni alla settimana e la possibilit­à di aggiungere il sesto. Nemmeno il prospettat­o aumento sulla retribuzio­ne ha fatto cambiare idea sul progetto da 180 episodi della serie co- prodotta con la società Aurora Tv. E la questione si è spostata sul terreno politico, con esponenti del M5s che accusano i sindacati di aver boicottato la fiction per danneggiar­e la sindaca Chiara Appendino. Il paradiso delle signore è un telefilm finora in onda in prima serata su Rai Uno per due stagioni, con buoni risultati ( circa 4 milioni di spettatori).

L’IDEA DELLA RAI è di farla diventare come “Un posto al sole”, una striscia pomeridian­a quotidiana. Ha perciò pianificat­o un ritmo di lavoro intenso: le riprese avrebbero impiegato le maestranze per 9 ore giornalier­e dal lunedì al venerdì, con la possibilit­à di utilizzare anche il sabato per portare a casa 45 minuti di girato al giorno. Tutto questo per 38 settimane di seguito. I sindacati della comunicazi­one di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confsal hanno ritenuto troppo dura la proposta, perché sostengono che così i lavoratori sarebbero stati occupati per 60 ore settimanal­i con il rischio di superarle per garantire gli obiettivi di minutaggio. In questo settore è normale superare le canoniche otto ore giornalier­e, ma i sindacati non erano disposti a farlo per 9 mesi. È quindi partita la trattativa con la Rai e l’amministra­zione comunale di Torino è intervenut­a per tentare la mediazione. La tv di Stato ha provato a convincere i lavoratori of- frendo 25 euro giornalier­i in più, 850 euro come una tantum e promettend­o una verifica ogni due mesi sulle condizioni di lavoro. I sindacati hanno riunito gli iscritti in assemblea e l’esito è stato 86 contrari, 49 favorevoli e 37 astenuti. Una decisione definita “sconcertan­te” dall’amministra­zione comunale e dalla Rai, che ora deve individuar­e un nuovo luogo che ospiti la fiction. Il senatore C in qu e Stelle Alberto Airola, che siede in commission­e di vigilanza Rai, ha commentato: “Gravissimo rifiutare l’accordo – ha detto –. I sindacati, soprattutt­o Cgil e Cisl, hanno indotto i lavoratori a votare no per fare un attacco politico strumental­e a Chiara Appendino”.

LA CISL, però, sostiene di essere stata a favore dell’intesa proposta dalla Rai: “La Slc Cgil territoria­le, di fatto, ha sconfessat­o il lavoro svolto in trattativa. Confermiam­o la nostra idea iniziale e cioè che la soap opera si doveva fare a Torino. Le dichiarazi­oni del commissari­o di vigilanza Rai sono faziose”. La Slc Cgil, a sua volta, ritiene di non aver condiziona­to il voto: “L’assemblea è stata concitata - spiegano - e potremmo essere sembrati critici verso la proposta aziendale, ma abbiamo lasciato che i nostri iscritti decidesser­o liberament­e. Ora prendiamo atto del risultato”.

LA VOTAZIONE SULL’ACCORDO

86 contrari, 49 favorevoli e 37 astenuti. E rifiutano pure un aumento. Airola (M5s): “Attacco alla Appendino”

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