Il Fatto Quotidiano

Lavori più facili in casa: le opere senza permessi

Via libera a pannelli solari, infissi o giardini d’arredo senza districars­i nel labirinto di norme

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

Tra qualche settimana per una lunga lista di lavori di manutenzio­ne e di edilizia non serviranno più permessi o certificat­i: potranno essere realizzati senza la necessità di presentare Cila (Comunicazi­one inizio lavori asseverata), Scia (Segnalazio­ne inizio lavori asseverata), altre comunicazi­oni agli uffici comunali o progetti tecnici. A prevederlo è il “Glossario dell’edilizia libera” in corso di pubblicazi­one sulla Gazzetta Ufficiale che comprende un primo elenco di 58 interventi tracciando un confine tra una miriade di piccoli ritocchi e migliorame­nti che nel Testo unico edilizia sono, invece, indicati solo per capitoli. La lista (in attuazione del Dlgs 222/2016), che avrà quindi valore su tutto il territorio nazionale mettendo finalmente d’accordo i Comuni, comprende lavori interni ed esterni che non incidono sulla pianta degli appartamen­ti.

TRA QUESTI, ad esempio, rientrano il rifaciment­o dei bagni e degli altri impianti, la realizzazi­one di controsoff­itti, il cambio degli infissi e l’installazi­one delle inferriate alle finestre. Interventi sui quali, invece, in molti casi le amministra­zioni avevano continuato a sostenere la necessità di presentare le comunicazi­oni di inizio lavori. Una novità non da poco visto che il fatto di sapere, da subito, fin dove ci si può spingere senza coinvolger­e l’ingegnere e l’a rchitetto semplifich­erà uno dei settore a più alta densità di burocratiz­zazione tra autorizzaz­ioni e altre pratiche nel rispetto delle norme come quelle anti-sismiche, igienico-sanitarie, sulla sicurezza e delle prescrizio­ni urbanistic­he. E gli italiani lo sanno bene, visto che lo scorso anno 8,2 milioni di contribuen­ti hanno usato la detrazione sul recupero edilizio nella dichiarazi­one dei redditi. Basta questa cifra, ricavata dalle statistich­e delle Finanze, a spiegare perché c’è voluto tanto per completare l’elenco: ben 6 mesi per trovare una mediazione con alcune Regioni, come la Sardegna, meno disponibil­i a spostare in senso estensivo il confine dell’edilizia libera.

Risparmio energetico. Tra gli interventi più eseguiti, per i quali ora c’è il via libera, rientrano l’installazi­one dei pannelli solari e fototovolt­aici (eseguita su edifici al di fuori dei centri storici), di pompe di calore e la realizzazi­one di comignoli sul tetto per le nuove caldaie per il riscaldame­nto. Lo stesso per tutti gli interventi di messa a norma per quel che riguarda lo smaltiment­o dei fumi. E sempre in tema di risparmio energetico, rientra tra gli interventi di edi- lizia libera anche il rinnovamen­to del manto di copertura degli edifici inserendo strati isolanti, il cosiddetto “cappotto”.

Infissi, inferriate e parapetti. Sul fronte dei lavori s ul l ’ esterno degli edifici vengono definitiva­mente liberalizz­ati anche tutti gli interventi sugli intonaci e sugli elementi decorativi, ma anche la sostituzio­ne di grondaie e pluviali.

Abbattimen­to barriere architetto­niche. Trovano posto nel “Glossario dell’edilizia libera” tutti gli interventi realizzati all’interno degli edifici e che non incidano sulla struttura portante. Bisogna, quindi, continuare a districars­i in un labirinto di norme se si decide di installare nuovi ascensori o rinnovare quelli che già ci sono.

Spazi esterni da arredare. Insieme all’installazi­one di tende, pergotende e altre coperture di arredo, diventa possibile anche mettere gazebo in giardino, a patto che si tratti di strutture mobili e non ancorate stabilment­e al suolo. Via libera anche alla realizzazi­one di barbecue in muratura, ripostigli, ma anche cucce, voliere e stalli per le bici. Nel caso dei gazebo, dei pergolati e dei ripostigli si specifica che, per restare libero, l’intervento deve essere “di limitate dimensioni”.

ANCHE SEle opere fino ad ora liberalizz­ate sono quelle basiche, che rientrano nell’edilizia agevolata, sul fronte del risparmio rappresent­ano comunque un buon alleato. Basti pensare che, secondo un report presen- tato da Legambient­e, in Italia su 30,6 milioni di abitazioni, oltre 2 milioni sono in mediocre e pessimo stato di conservazi­one. Tra i problemi più comuni ci sono infiltrazi­oni e dispersion­e da infissi e serramenti che, se eliminati, potrebbero far risparmiar­e alle famiglie circa il 25% dell’ attuale spesa. Poi, a case e appartamen­ti colabrodo, si affiancano i problemi dei costi che gravano sulle famiglie: oltre 2mila euro tra elettricit­à, energia termica e mobilità. Costi che possono essere ridotti anche grazie agli incentivi dell’ecobonus e sismabonus che consentono di detrarre le spese nella dichiarazi­one dei redditi.

Le eccezioni Gazebo, pergolati e ripostigli devono essere di limitate dimensioni

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