Il Fatto Quotidiano

In alto a sinistra sulla cartina: l’ultima che ti aspetti

Il sorpasso Il colpaccio nella patria dell’Uv che ispirò la Lega Nord di Umberto Bossi

- » TOMMASO RODANO

Sono arrivati anche qui i 5Stelle, dove le vie hanno nomi francesi e lo Stato italiano è solo un vincolo; un limite all’autonomia, amministra­tiva e fiscale. La Valle d’Aosta il 5 marzo si è svegliata con la sua prima deputata italiana. Era impensabil­e: Elisa Tripodi del Movimento è la prima donna eletta nella storia di questa piccola Regione di 74 Comuni e 135 mila abitanti; una comunità ancora aggrappata alle radici e alle tradizioni contadine. Ed è il primo parlamenta­re della Valle eletto in un partito nazionale, non autonomist­a, negli ultimi 40 anni. L’ultimo era stato il comunista Ruggero Millet nel 1979, candidato nello schieramen­to di sinistra Unità popolare. La neodeputat­a grillina non era ancora nata. Da quell’anno in poi c’è stata sempre e solo (con varie formule) l’Unione Valdôtaine, il partito che da queste parti coincide con lo Stato: ha occupato ogni carica e ogni spazio politico.

TRIPODIè una ragazza di origini calabresi cresciuta nel meet up aostano. Faceva l’assicuratr­ice, e nei fine settimana la barista nella discoteca Fashion di Quart. Ha 31 anni, non ha mai avuto nessun incarico politico. Il primo tentativo è stato alle Comunali di Aosta del 2015: fu prima dei non eletti. Non ha quasi mai vissuto fuori dalla sua città, il capoluogo. Solo nel periodo dell’università: giurisprud­enza a Torino, a un’ora e mezza da casa, corso di studi interrotto prima della fine. Ora le si spalancano le porte di Roma e di Montecitor­io: “Emozione sì, tanta. Paura no – dice lei – in fondo devo solo andare a fare il mio lavoro, servire la mia comunità”. La sua comunità – o almeno la maggioranz­a autonomist­a – è piuttosto scossa. Per i numerosi avversari politici, i 5 Stelle sono “una minaccia all'autonomia e allo statuto”.

Il 4 marzo il Movimento sfruttato u n’occasione irripetibi­le. L’U n i on e Valdôtaine ha smarrito il suo dominio dividendos­i in una serie di sigle e la candidata Uv Alessia Favre si è fermata al 21,7%, contro il 24,10% di Tripodi. La prima scissione 5 anni fa con la nascita dell’Alpe, un altro gruppo autonomist­a. Poi quella più recente dell’Uvp, frazione “progressis­ta” dell’Uv, sulla carta. In pratica un gruppo dai princìpi etnici ancora più radicali.

Sono andati divisi alle elezioni politiche. Anche i partiti nazionali: Lega e Forza Italia non hanno fatto coalizione. E così ecco la sorpresa: i 5Stelle che eleggono una deputata nel Nord dominato dal partito di Salvini. Proprio nella terra in cui getta le radici la storia del Carroccio. Il federalism­o leghista ha un padre ideologico: si chiama Bruno Salvadori. È stato lui il demiurgo della svolta autonomist­a dell’Unione Valdôtaine negli Anni 70: le “Nazioni senza Stato”, l’“Europa dei popoli”, la Valle d'Aosta che fugge da Roma, che “si autodeterm­ina”. Ed è proprio Salvadori nel 1979 a far scattare la scintilla in un giovane varesino incrociato casualment­e nell’at r i o dell’Università di Pavia: si chiamava Umberto Bossi. Diventa il suo mentore; l’uomo che gli insegna il federalism­o. In questa terra che è stata culla del leghi-

Vittoria storica Elisa Tripodi del Movimento ha battuto tutti, è la prima donna valdostana in Parlamento, nonché prima eletta non autonomist­a da 40 anni: l’ultimo fu il comunista Ruggero Millet nel 1979

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Ansa Il capoluogo Piazza Chanoux ad Aosta, poco meno di 35 mila abitanti
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