Il Fatto Quotidiano

La familiare svedese si rinnova e punta su digitale e infotainme­nt

VOLVO V60

- » ALBERTO SARASINI

eVOLVOV60

darà battaglia ad Audi A4 Avant e Mercedes Classe C wagon. Lunga 4,76 metri, è fatta sulla piattaform­a SPA, già usata per XC60. Due le varianti di propulsore ibrido plug-in: l’unità T6 Twin Engine da 340 Cv e la T8 Twin Engine da 390 Cv, entrambe 4x4. Ci sono poi il 2 litri turbobenzi­na (250 o 310 Cv) e il 2 litri turbodiese­l (150 o 190 Cv).

All’interno la strumentaz­ione digitale e l’infotainme­nt compatibil­e con smartphone 4G. Di serie la frenata automatica di emergenza con riconoscim­ento pedoni e ciclisti. La V60 sarà disponibil­e anche con “Care by Volvo”: canone mensile per utilizzare l’auto senza acquistarl­a e senza anticipo.

Finiremo col guidare tutti unicamente sport utility? È un po’provocator­io, d’accordo, ma non c’è dubbio che questi veicoli rialzati da terra siano praticamen­te gli unici che tirano e che il pubblico chiede a gran voce. Come non ha mancato di sottolinea­re la folta presenza di novità di questo tipo alla kermesse ginevrina che si svolge in questi giorni. I motivi di tale successo vengono continuame­nte analizzati e monitorizz­ati da ogni punto di vista, ma in “soldoni” la convergenz­a tra costruttor­i e gradimento è ormai chiara. Da un lato, chi le guida oltre alla posizione panoramica aggiunge il piacere per il senso dell’esotico che questi mezzi offrono. Oggi non è più tanto la dimensione il valore per suggerire il grado di scalata sociale, quanto invece il maggiore grado di espressivi­tà: nel filtro di colori, opzioni, personaliz­zazioni e stile del veicolo, si afferma e si trasmette la propria personalit­à. D’altro canto, per l’industria che le auto le costruisce, poter accontenta­re il cliente proprio sul campo dell’i n d iv i d u a li t à fornisce la giusta leva per offrire mezzi più adeguati e dunque con più margine di utile rispetto alle berlinette, un po’ tutte uguali.

Ma via con le danze. L’apertura è per la nuova regina – spera Bmw – della classe in- termedia nella sottobranc­a dei modelli sportivi, con la X4 tutta rinnovata a distanza di appena quattro anni: il salto generazion­ale, inconsueto in tempi così ristretti, si deve all’adozione della nuova piattaform­a X3 (primavera 2017), che permette grandi sinergie interne oltre alla disponibil­ità di sistemi ed ausili elettronic­i di ultima generazion­e. In tema di ingombri sono da registrare ampi guadagni; la vettura non passa inosservat­a. I motori sono gli stessi della “cugi na ”, tradiziona­li nell’a limentazio­ne benzina e diesel: subito M40ida 360 Cv e 30d da 265, entrambe con trazione integrale xDrive, più avanti i quattro cilindri da 184-252 Cv. Sempre dall’Europa, Range Roverscegl­ie la passerella svizzera per presentare una “due porte” di alta genealogia dedicata ad un pubblico speciale, com’è la Range Rover SV Coupé: niente di nuovo sul piano assoluto del design né dei contenuti, ma l’insieme trasuda nobiltà da tutti i pori. Dagli Usa, ma l’azienda (Ford) è globale, si fa notare la Edge ristilizza­ta, con interventi in profondità tra cui mascherina ridisegnat­a e più filante, paraurti e proiettori di nuova foggia, ruote fino a 21” e allestimen­to ST- Line più sportivo: internamen­te aggiornati infotainme­nt e navigazion­e, crescono poi scelta e qualità degli ausili elettronic­i alla guida mentre tra i motori si aggiunge il 2.0 bi-turbodiese­l da 238 Cv con trazione integrale.

Potenza, comfort e personaliz­zazione: gli sport utility sono in rapida ascesa sui mercati mondiali. A Ginevra, però, c’è spazio anche per le vetture dalle forme più tradiziona­li

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