La familiare svedese si rinnova e punta su digitale e infotainment
VOLVO V60
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darà battaglia ad Audi A4 Avant e Mercedes Classe C wagon. Lunga 4,76 metri, è fatta sulla piattaforma SPA, già usata per XC60. Due le varianti di propulsore ibrido plug-in: l’unità T6 Twin Engine da 340 Cv e la T8 Twin Engine da 390 Cv, entrambe 4x4. Ci sono poi il 2 litri turbobenzina (250 o 310 Cv) e il 2 litri turbodiesel (150 o 190 Cv).
All’interno la strumentazione digitale e l’infotainment compatibile con smartphone 4G. Di serie la frenata automatica di emergenza con riconoscimento pedoni e ciclisti. La V60 sarà disponibile anche con “Care by Volvo”: canone mensile per utilizzare l’auto senza acquistarla e senza anticipo.
Finiremo col guidare tutti unicamente sport utility? È un po’provocatorio, d’accordo, ma non c’è dubbio che questi veicoli rialzati da terra siano praticamente gli unici che tirano e che il pubblico chiede a gran voce. Come non ha mancato di sottolineare la folta presenza di novità di questo tipo alla kermesse ginevrina che si svolge in questi giorni. I motivi di tale successo vengono continuamente analizzati e monitorizzati da ogni punto di vista, ma in “soldoni” la convergenza tra costruttori e gradimento è ormai chiara. Da un lato, chi le guida oltre alla posizione panoramica aggiunge il piacere per il senso dell’esotico che questi mezzi offrono. Oggi non è più tanto la dimensione il valore per suggerire il grado di scalata sociale, quanto invece il maggiore grado di espressività: nel filtro di colori, opzioni, personalizzazioni e stile del veicolo, si afferma e si trasmette la propria personalità. D’altro canto, per l’industria che le auto le costruisce, poter accontentare il cliente proprio sul campo dell’i n d iv i d u a li t à fornisce la giusta leva per offrire mezzi più adeguati e dunque con più margine di utile rispetto alle berlinette, un po’ tutte uguali.
Ma via con le danze. L’apertura è per la nuova regina – spera Bmw – della classe in- termedia nella sottobranca dei modelli sportivi, con la X4 tutta rinnovata a distanza di appena quattro anni: il salto generazionale, inconsueto in tempi così ristretti, si deve all’adozione della nuova piattaforma X3 (primavera 2017), che permette grandi sinergie interne oltre alla disponibilità di sistemi ed ausili elettronici di ultima generazione. In tema di ingombri sono da registrare ampi guadagni; la vettura non passa inosservata. I motori sono gli stessi della “cugi na ”, tradizionali nell’a limentazione benzina e diesel: subito M40ida 360 Cv e 30d da 265, entrambe con trazione integrale xDrive, più avanti i quattro cilindri da 184-252 Cv. Sempre dall’Europa, Range Roversceglie la passerella svizzera per presentare una “due porte” di alta genealogia dedicata ad un pubblico speciale, com’è la Range Rover SV Coupé: niente di nuovo sul piano assoluto del design né dei contenuti, ma l’insieme trasuda nobiltà da tutti i pori. Dagli Usa, ma l’azienda (Ford) è globale, si fa notare la Edge ristilizzata, con interventi in profondità tra cui mascherina ridisegnata e più filante, paraurti e proiettori di nuova foggia, ruote fino a 21” e allestimento ST- Line più sportivo: internamente aggiornati infotainment e navigazione, crescono poi scelta e qualità degli ausili elettronici alla guida mentre tra i motori si aggiunge il 2.0 bi-turbodiesel da 238 Cv con trazione integrale.
Potenza, comfort e personalizzazione: gli sport utility sono in rapida ascesa sui mercati mondiali. A Ginevra, però, c’è spazio anche per le vetture dalle forme più tradizionali