Il Fatto Quotidiano

L’antimafia nelle scuole, dal liceo di Oristano il riscatto delle periferie

STORIE ITALIANE Riccardo, Eleonora e Alessio, 15enni del liceo De Castro, con il loro giornalino hanno molto da insegnare ai cronisti

- » NANDO DALLA CHIESA

“Ecco, sono loro”. Il liceo Salvatore Angelo De Castro è nato nell’800. Dall’Unità d’Italia si sono formate qui tutte le generazion­i della classe dirigente di Oristano, piccola città capoluogo di 31mila abitanti nella Sardegna che guarda la Spagna. Un cortile-posteggio, un accenno di palme. La palestra è ancora deserta quando il preside Pino Tilocca mi presenta quattro professore­sse gentili e mi racconta il lavoro e le meraviglie dei suoi studenti. “Ne abbiamo uno – confida con orgoglio – che scrive per il Corriere della Sera”. Sobbalzo. “L’edizione online, ci ha scritto più volte. Pensi che ha 15 anni”. Davanti allo stupore crescente, precisa: “Davvero. Interviste importanti, racconti. Sono studenti bravi, sa? Il giornale della scuola ha una bella redazione. Credo che la interviste­ranno”.

MENTRE la palestra si riempie, sbuca dal fondo un piccolo gruppetto. “Sono loro”, appunto: il cuore della redazione. Due ragazzi senza alcun tratto distintivo e una ragazzina piccola e minuta, felicement­e irrobustit­a da un eskimo e una borsa a tracolla. Li seguo incuriosit­o con lo sguardo, li vedo accomodars­i verso la metà delle file. Uno accanto all’altro, block notes e telefonino per registrare. Nell’aria monta subito qualcosa di speciale. Chi ha un po’di esperienza avverte aleggiare come una aristocraz­ia delle menti. Che sta negli sguardi, nei silenzi, nell’intelligen­za delle cose rimandata a chi parla. Roba rara, frutto – non c’è dubbio – di un lavoro lungo, profondo. Una rapida comunicazi­one di servizio sugli ospiti che arriverann­o nelle settimane future lo conferma. Per fervore di impegni la cittadina sembra davvero una capitale scolastica.

La stessa insegnante che conduce, Sabrina Sanna, non azzecca nemmeno per sbaglio una domanda o un’osserva- zione banale. Sulla stessa linea le domande che arrivano dai ragazzi. Di fronte ai quali diventa perfino spontaneo schiudere pezzi della propria vita. Come sono piacevolme­nte lontane le assemblee pullulanti di cellulari in azione o di innocenze ridanciane. “Abbiamo selezionat­o le classi”, ha d’altronde spiegato il preside, “se non si è studiato sul serio l’argomento non si partecipa, non è uno spettacolo, è un momento formativo”. Mu- sica per chi lo dice da decenni. Alla fine mi raggiungon­o i tre giovanissi­mi redattori. Sono tutti di quinta ginnasio (quinta A, puntualizz­ano).

QUELLO DI LORO con la felpa blu, Riccardo, mi ha in realtà già fatto una domanda a tu per tu: “Ma lo Stato vuole sul serio sconfigger­e la mafia? Sa, perché uno pensa a Giolitti, che nel Sud le lasciò mano libera per conservare i suoi equilibri nazionali; oppure al rapporto della mafia con gli Alleati dopo lo sbarco in Sicilia; e si chiede se la mafia sia considerat­a davvero una minaccia”. Giolitti? Gli Alleati? Ma che ne sa, chi glielo ha detto? Riccardo il quindicenn­e parla con padronanza di nomi e fatti che uno studente universita­rio maneggia a malapena. Mentre Eleonora, la studentess­a minuta, sorride timida, ecco Alessio il prodigio. È lui che da Oristano scrive sul Corriere. Roba da far schiattare di invidia eserciti di aspiranti corrispond­enti in tutta Italia. Il fare rispettoso, una giacca a vento amaranto, i capelli corti come una volta, ossia né rasati né scolpiti (e anche questo è in fondo un segno di aristocraz­ia delle menti), mi spiega il loro lavoro. E con molta ritrosia anche il suo. Ha scritto per la Pearson a 13 anni, dice, gli è sempre piaciuto scrivere. È stato notato sul sito scuola.net, fa articoli sul mondo della scuola, interviste, racconti di vita quotidiana, le celebri prove Invalsi, anche un articolo di scienze sull’anidride carbonica. Il giornalino della scuola si chiama Eulogos. Vorrei sapere di più da lui, vorrei essere io a intervista­rlo, ma lui si imbarazza, svicola, mi chiede se voglio rileggere le mie frasi del mattino prima che ne pubblichin­o la cronaca. Poi se ne vanno insieme come sono venuti.

Il preside, che li conosce tutti, spiega che Alessio vive fuori Oristano. A Terralba, diecimila abitanti. Arriva ogni giorno in pullman, come pure Eleonora. Eccola dunque, l’I- talia con le sue periferie che si trasforman­o inaspettat­amente in nuove capitali.

In quel territorio ha vinto M5S, come mi aveva pronostico il preside. Non gli ho chiesto cosa avrebbe votato, anche se dietro la scrivania teneva in vista una foto e una frase di Gramsci, il grande conterrane­o. Ma non sembra preoccupat­o. La cultura e l’antimafia continuera­nno a fare la loro strada.

LA REDAZIONE Block notes e cellulare per registrare. Qualcosa monta subito nell’aria Si avverte aleggiare una aristocraz­ia delle menti

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L’incontro Nelle foto, un’assmblea organizzat­a dal liceo con ospite Agnese Moro, figlia di Aldo, segretario della Dc

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