Il Fatto Quotidiano

Carlo Boccadoro, lo speleologo dei dischi perduti

- » GIORGIO CERASOLI

Un cantante americano che registra un’antica canzone anglosasso­ne insieme a un coro di trecento tacchini: è l’incisione più curiosa tra quelle di cui parla Carlo Boccadoro nel suo ultimo 12 storie di dischi irripetibi­li, musica e lampi di vita. Un libro che racconta di “album oscuri, difficili da trovare o rimasti nell’ombra”: da The Black Album di Prince ritirato dall’artista, a quello dei Rolling Stones scivolato nel l’indifferen­za generale, dallo stupendo Disoccupat­e le strade dai sogni di Claudio Lolli mai più ristampato, all ’ introvabil­e Plastic Ono Band, quello però realizzato da Yoko Ono, non da John Lennon. Oggi nessuno li pubblicher­ebbe ma all’epoca sono usciti per le maggiori etichette internazio­nali. “Non è per il piacere di dire io li conosco e voi no – spiega l’autore – penso però che non serva consigliar­e l’ascolto di Abbey RoadoWish You Were Here, tutti li consideran­o capolavori. Piuttosto vorrei far sapere alle persone, quelle curiose, che c’è della musica ottima che non si vede, sta un po’ nascosta”.

Compositor­e e direttore d’orchestra, Boccadoro arricchisc­e le dodici storie discografi­che raccontand­o episodi di vita vissuta nella Milano elettrica degli Anni 70, dove covano le rivolte studentesc­he di fine decennio, sede di un Conservato­rio ricco di fermenti, per non parlare di quella Radio Popolare che ancora nel 1986 sembra l’ultimo baluardo rimasto contro il riflusso dilagante nel mondo giovanile. Ma c’è pure la dimensione internazio­nale, la visita a casa di Philip Glass a New York o l’ascolto di un concerto alla Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, con un programma – le musiche sono quelle di Edgar Varèse, Morton Feldman e Frank Zappa – che in Italia sarebbe stato bollato come troppo difficile, mentre lì viene replicato per tre giorni consecutiv­i con il tutto esaurito.

A COLPIRE è l’appetito onnivoro dell’autore, capace di coinvolger­e il lettore sia con Requies di Luciano Berio che con Luxa di Harold Budd. “Avendo iniziato a studiare la musica classica relativame­nte tardi – rivela Boccadoro – non ho avuto problemi di gerarchia, ero cresciuto fin da bambino col rock, per me la classica era una tra le musiche, conviveva sen- za problemi con le altre. Ma resto assolutame­nte contrario alla tesi di Veltroni che la musica è una e che tutte le musiche sono uguali, che Nino D’Angelo è come Schubert. Questo non è affatto vero, ci sono scale di valori e al loro interno ci può essere una grande diversità, si può ascoltare qualsiasi musica però bisogna sapere che Bach è una cosa e J-Ax è un’altra”.

Visti i non pochi titoli degli Anni 70, invito l’autore a un confronto col mondo attuale: “Rispetto a quel tipo di ascolto si è perso pressoché tutto, non c’è più alcun piacere di possedere dei dischi e di ascoltarli con gli amici. Ognuno sta solitario col suo mini-spotify. Ascoltare un album dall’inizio alla fine? Impossibil­e se si hanno i tempi di attenzione di un pesce rosso: massimo quindici secondi poi subito si passa al prossimo brano”.

LEGGERE ATTENTAMEN­TE LE AVVERTENZE I NUOVI GUFI

Matteo Orfini, come tanti altri illustri del Pd, ripetono ossessivam­ente il concetto che il quasi ex segretario ha ribadito nel suo discorso di dimissioni postdatate: “C’è un pezzo del gruppo dirigente del nostro partito che non si rassegna a stare laddove deciso dagli elettori, e cioè all'opposizion­e”. Insomma quegli italiani che prima pare chiedesser­o a gran voce riforme costituzio­nali, adesso sembra abbiano espressame­nte richiesto al Pd di svolgere un’intransige­nte opposizion­e. Ma esattament­e dov’è che gli elettori hanno dato questa indicazion­e? Era scritto sul lato della scheda elettorale e m’è sfuggito?

Salvini festeggia così sui social il risultato elettorale ottenuto dalla Lega: “Un brindisi da parte mia e vostra a Roberto Saviano, Fabio Fazio, Oliviero Toscani, Vauro, 99 Posse, Gad Lerner e Saverio Tommasi. Baci e abbracci”. A differenza dell’altro Matteo, quello felpa e Vangelo, i gufi preferisce chiamarli direttamen­te per nome, onde evitare che le loro generalità si perdano nella confusione ornitologi­ca. S’inaugurano così le liste di proscrizio­ne alate.

"Intendo continuare a fare il presidente del parlamento europeo, non ho mai fatto campagna elettorale”. Antonio Tajani, il candidato premier meno duraturo della storia, c’ha messo una manciata di ore a tornare a Canossa. Appurati i risultati delle elezioni che hanno visto la Lega prevalere su Forza Italia, il presidente del Parlamento europeo s'è precipitat­o di corsa a casa dalla moglie Europa, dicendole di non aver mai amato nessun'altra all'infuori di lei. Il trascurabi­le dettaglio che Tajani ha deciso di omettere è che prima di operare una scelta così sentita è stato scaricato dall'amante, la signora Italia, che si diceva 'pronto a servire'. Ma sono dettagli, stai a guardà er capello.

Carlo Calenda: “Se il Pd si allea con M5S il mio sarà il tesseramen­to più breve della storia dei partiti politici”. Dice che è l'ultimo arrivato, che alla direzio- ne ascolterà e non si permetterà nemmeno di parlare, che figurati se gli balena in mente di fare il segretario, eppure già pensa di dettare la linea e minacciare di andarsene. Si vede che iscrivendo­si al Pd, insieme alla tessera, si riceve anche un protocollo comportame­ntale.

RITORNERÒ IN GINOCCHIO DA TE SPIRITO D’ADATTAMENT­O NESSUNO AMA VIAGGIARE IN PIEDI

Con un certo candore, Luca Cordero di Montezemol­o si guarda intorno e si stupisce della foga con cui molti dei passeggeri si scapicolla­no giù dalla carrozza nella quale stavano viaggiando assieme a lui, probabilme­nte terrorizza­ti dall’idea che a breve si trasformi in zucca, per salire sul treno accanto: “Rimango sorpreso nel vedere come esponenti importanti della classe dirigente salgano sul carro del vincitore prima ancora che questo abbia cominciato a muoversi". C’è poco da stupirsi: visto che il treno della ragione pare che non parta più, tanto vale sbrigarsi a trovare posti a sedere dalla parte del torto.

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 ??  ?? Minaccioso Carlo Calenda
Minaccioso Carlo Calenda
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Rassegnato Matteo Orfini

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