Carlo Boccadoro, lo speleologo dei dischi perduti
Un cantante americano che registra un’antica canzone anglosassone insieme a un coro di trecento tacchini: è l’incisione più curiosa tra quelle di cui parla Carlo Boccadoro nel suo ultimo 12 storie di dischi irripetibili, musica e lampi di vita. Un libro che racconta di “album oscuri, difficili da trovare o rimasti nell’ombra”: da The Black Album di Prince ritirato dall’artista, a quello dei Rolling Stones scivolato nel l’indifferenza generale, dallo stupendo Disoccupate le strade dai sogni di Claudio Lolli mai più ristampato, all ’ introvabile Plastic Ono Band, quello però realizzato da Yoko Ono, non da John Lennon. Oggi nessuno li pubblicherebbe ma all’epoca sono usciti per le maggiori etichette internazionali. “Non è per il piacere di dire io li conosco e voi no – spiega l’autore – penso però che non serva consigliare l’ascolto di Abbey RoadoWish You Were Here, tutti li considerano capolavori. Piuttosto vorrei far sapere alle persone, quelle curiose, che c’è della musica ottima che non si vede, sta un po’ nascosta”.
Compositore e direttore d’orchestra, Boccadoro arricchisce le dodici storie discografiche raccontando episodi di vita vissuta nella Milano elettrica degli Anni 70, dove covano le rivolte studentesche di fine decennio, sede di un Conservatorio ricco di fermenti, per non parlare di quella Radio Popolare che ancora nel 1986 sembra l’ultimo baluardo rimasto contro il riflusso dilagante nel mondo giovanile. Ma c’è pure la dimensione internazionale, la visita a casa di Philip Glass a New York o l’ascolto di un concerto alla Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, con un programma – le musiche sono quelle di Edgar Varèse, Morton Feldman e Frank Zappa – che in Italia sarebbe stato bollato come troppo difficile, mentre lì viene replicato per tre giorni consecutivi con il tutto esaurito.
A COLPIRE è l’appetito onnivoro dell’autore, capace di coinvolgere il lettore sia con Requies di Luciano Berio che con Luxa di Harold Budd. “Avendo iniziato a studiare la musica classica relativamente tardi – rivela Boccadoro – non ho avuto problemi di gerarchia, ero cresciuto fin da bambino col rock, per me la classica era una tra le musiche, conviveva sen- za problemi con le altre. Ma resto assolutamente contrario alla tesi di Veltroni che la musica è una e che tutte le musiche sono uguali, che Nino D’Angelo è come Schubert. Questo non è affatto vero, ci sono scale di valori e al loro interno ci può essere una grande diversità, si può ascoltare qualsiasi musica però bisogna sapere che Bach è una cosa e J-Ax è un’altra”.
Visti i non pochi titoli degli Anni 70, invito l’autore a un confronto col mondo attuale: “Rispetto a quel tipo di ascolto si è perso pressoché tutto, non c’è più alcun piacere di possedere dei dischi e di ascoltarli con gli amici. Ognuno sta solitario col suo mini-spotify. Ascoltare un album dall’inizio alla fine? Impossibile se si hanno i tempi di attenzione di un pesce rosso: massimo quindici secondi poi subito si passa al prossimo brano”.
LEGGERE ATTENTAMENTE LE AVVERTENZE I NUOVI GUFI
Matteo Orfini, come tanti altri illustri del Pd, ripetono ossessivamente il concetto che il quasi ex segretario ha ribadito nel suo discorso di dimissioni postdatate: “C’è un pezzo del gruppo dirigente del nostro partito che non si rassegna a stare laddove deciso dagli elettori, e cioè all'opposizione”. Insomma quegli italiani che prima pare chiedessero a gran voce riforme costituzionali, adesso sembra abbiano espressamente richiesto al Pd di svolgere un’intransigente opposizione. Ma esattamente dov’è che gli elettori hanno dato questa indicazione? Era scritto sul lato della scheda elettorale e m’è sfuggito?
Salvini festeggia così sui social il risultato elettorale ottenuto dalla Lega: “Un brindisi da parte mia e vostra a Roberto Saviano, Fabio Fazio, Oliviero Toscani, Vauro, 99 Posse, Gad Lerner e Saverio Tommasi. Baci e abbracci”. A differenza dell’altro Matteo, quello felpa e Vangelo, i gufi preferisce chiamarli direttamente per nome, onde evitare che le loro generalità si perdano nella confusione ornitologica. S’inaugurano così le liste di proscrizione alate.
"Intendo continuare a fare il presidente del parlamento europeo, non ho mai fatto campagna elettorale”. Antonio Tajani, il candidato premier meno duraturo della storia, c’ha messo una manciata di ore a tornare a Canossa. Appurati i risultati delle elezioni che hanno visto la Lega prevalere su Forza Italia, il presidente del Parlamento europeo s'è precipitato di corsa a casa dalla moglie Europa, dicendole di non aver mai amato nessun'altra all'infuori di lei. Il trascurabile dettaglio che Tajani ha deciso di omettere è che prima di operare una scelta così sentita è stato scaricato dall'amante, la signora Italia, che si diceva 'pronto a servire'. Ma sono dettagli, stai a guardà er capello.
Carlo Calenda: “Se il Pd si allea con M5S il mio sarà il tesseramento più breve della storia dei partiti politici”. Dice che è l'ultimo arrivato, che alla direzio- ne ascolterà e non si permetterà nemmeno di parlare, che figurati se gli balena in mente di fare il segretario, eppure già pensa di dettare la linea e minacciare di andarsene. Si vede che iscrivendosi al Pd, insieme alla tessera, si riceve anche un protocollo comportamentale.
RITORNERÒ IN GINOCCHIO DA TE SPIRITO D’ADATTAMENTO NESSUNO AMA VIAGGIARE IN PIEDI
Con un certo candore, Luca Cordero di Montezemolo si guarda intorno e si stupisce della foga con cui molti dei passeggeri si scapicollano giù dalla carrozza nella quale stavano viaggiando assieme a lui, probabilmente terrorizzati dall’idea che a breve si trasformi in zucca, per salire sul treno accanto: “Rimango sorpreso nel vedere come esponenti importanti della classe dirigente salgano sul carro del vincitore prima ancora che questo abbia cominciato a muoversi". C’è poco da stupirsi: visto che il treno della ragione pare che non parta più, tanto vale sbrigarsi a trovare posti a sedere dalla parte del torto.