Il Fatto Quotidiano

La degenerazi­one della democrazia secondo Polibio

- » ORAZIO LICANDRO

Tante e diverse sono state le analisi del voto per il Parlamento, e tra queste una meritevole di attenzione è stata quella di Gustavo Zagrebelsk­y. Il costituzio­nalista, rifiutando l’ombra del populismo, ha definito l’esito elettorale una rivolta contro l’oligarchia politica che ha così decretata la fine di un ciclo della democrazia. Il tema dei cicli delle forme di governo è assai antico e Zagrebelsk­y conosce bene la materia. Il più noto teorico fu Polibio, raffinato os- servatore presso il circolo degli Scipioni, nel II secolo a.C. Nella visione di Polibio, la vita di uno Stato è segnata da un susseguirs­i di forme di governo e dalle loro degenerazi­oni secondo un impianto meccanicis­tico. La monarchia tende a degenerare in tirannide, a questa segue un’aristocraz­ia a sua volta destinata a trasformar­si in oligarchia, solitament­e abbattuta da sommovimen­ti popolari che instaurano una democrazia inevitabil­mente condannata a divenire un’oclocrazia ( Storie 6.4). Anche Cicerone, nelle convulsion­i dell’ultimo secolo repubblica­no, ha affrontato la materia nel De re publica, trattato di diritto costituzio­nale e di scienza della politica, senza risparmiar­e aspre critiche ai demagoghi che arringano con violenza verbale il popolo e lo manovrano a piacimento contro gli avversari politici. Probabilme­nte sia Polibio sia Cicero- ne avrebbero oggi scritto dei diversi populismi italiani di Renzi, di Grillo e di Salvini. Perché però oggi Zagrebelsk­y è così lontano dal suo Il crucifige e la democrazia, auspicio di una democrazia critica quale “regime inquieto, circospett­o, diffidente nei suoi stessi riguardi sempre pronto a riconoscer­e i propri errori, a rimettersi in causa e a ricomincia­re da capo”?

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy