Il Fatto Quotidiano

Stefania, una stella che mai si è spenta

- » BENEDICTA BOCCOLI (Ha collaborat­o Massimilia­no Giovanetti)

Una ballerina entra in palestra e va a sussurrare qualcosa al nostro maestro di danza, gli cambia lo sguardo, via la musica, è finita la lezione, ci fermiamo tutti e nessuno ci crede. Stefania... no! Non si può finire a trent’anni, nel pieno della vita e con tutto ancora da dare. Rimango qui in sala, sola, nelle luci fredde dei neon, imbambolat­a nel silenzio davanti allo specchio, nel rumore assordante dell’assenza e dell’assurdo. COMINCIO a muovermi, a ruotare una mazza da baseball immaginari­a, a rompere tutto, sogni, passioni, aspirazion­i, tutto quello che ho paura di perdere. Danzo nel niente fino a farmi mancare il fiato, e ogni goccia versata sul parquet è come una lacrima. Quando muore una ragazza si tirano in ballo gli angeli... ma a loro il tumore non li coglie. Eppure ti innalzi di più come se avessi delle ali, con una forza, una tenacia, una creatività, una gioia, un dolore... tutto umano. Nella sigla di No stopi tuoi compagni erano Verdone, i Gatti di vicolo Miracoli, Zuzzurro e Gaspare, e tanti altri ancora, tutti presi nel vortice dell’uragano che sei. “Ok ragazzi, qui è finito tutto... si sbaracca” e cominciavi a fracassare tutto, busti di marmo, automobili, pareti scenografa­te, come se lo show appena concluso dovesse essere distrutto, per poter ricomincia­re con nuovo entusiasmo. Tu sei per me la ragazza uragano, la rivelazion­e di Piccolo Slam, la promessa mantenuta dal primo momento, la ballerina che irradia energia da Big Bang, la cantante dolce e potente, il folletto biondo platino, “la stella che chiama di più”. Sei scesa dal Carrozzone, come tanti, come tutti. Ma la luce, quella che accendi dentro, vorrei tanto che non si spegnesse mai.

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