L’ANSIA DI SALA PER LE PRIMARIE
IL SINDACO di Milano Beppe Sala sembra avere una piccola ossessione personale: le primarie del Partito democratico. Da quando Matteo Renzi si è dimesso dalla poltrona di segretario, Sala continua a ripetere comeun disco inceppato che va bene tutto, ma le primarie no. Interviste, dichiarazioni, virgolettati: “Le primarie sono una lotta tra galli, un atto da ego riferiti”; “Agli elettori non interessano le primarie del Pd, vogliono sapere altro”, “Dalla direzione di oggi mi aspetto che si confermi il fatto che non si facciano le primarie”, “È improprio che Zingaretti si candidi alle primarie del Pd”, “Non partecipo alle primarie del Pd, farò il sindaco di Milano fino al 2021”. Insomma, l’opinione è più che legittima, ma l’insistenza sull’argomento suscita qualche perplessità. Tanto più che il sindaco – ex commissario di Expo – si è ritagliato l’attuale profilo politico (e la guida del centrosinistra nelle elezioni che l’hanno consacrato primo cittadino) proprio attraverso le primarie, che di fatto servirono a legittimare una scelta di Renzi. Quelle vinte da Sala diventarono famose anche per la grande mobilitazione della comunità cinese a sostegno della sua candidatura. All’epoca lui la pensava così: “Non ho mai pensato di sottrarmi alle primarie, sono un momento di messa a punto della mia proposta politica. Sono convinto della loro utilità”.