Il Fatto Quotidiano

Via il giudice della Consulta: l’auto blu la usava la moglie

indagato a Roma: “Vettura con autista per la signora”

- » ANTONELLA MASCALI E VALERIA PACELLI

Imbarazzo alla Corte costituzio­nale per il collega nominato da Napolitano nel 2014. Accusato di peculato, il giurista è stato interrogat­o nei giorni scorsi. Ora è costretto a dimettersi: “Ma è tutto regolare”

Un uso improprio dell’auto blu, messa a disposizio­ne della moglie. Per questo la Procura di Roma accusa il giudice costituzio­nale Nicolò Zanon di peculato d’uso. Una grana che Zanon ha deciso di affrontare depositand­o ieri le proprie dimissioni da una delle cariche più alte dello Stato. Ed è la prima volta che avviene. Quando un altro membro della Corte, Augusto Barbera, era finito sotto inchiesta per un’altra vicenda, poi archiviata, era rimasto al suo posto.

Insomma, Zanon, nominato nell’ottobre 2014 dall’allora presidente Napolitano, ha scelto di non creare grave imbarazzo all’istituzion­e alla quale appartiene, che ora dovrà decidere se accettare o meno le dimissioni.

AL CENTRO della vicenda penale che lo vede indagato c’è l’uso delle auto di servizio (a cui hanno diritto i giudici costituzio­nali) da fine 2014 al marzo 2016. Secondo l’accusa, quando Zanon si trovava fuori Roma, quella macchina, con tanto di autista, veniva utilizzata dalla moglie, Marilisa D’Amico (non indagata). E i magistrati sospettano che siano stati fatti anche due viaggi: a Forte dei Marmi e a Siena. La signora D’Amico-Zanon, avvocato, è membro del Cpga, il Consiglio della giustizia amministra­tiva, e ha sostenuto il sì al referendum costituzio­nale promosso da Renzi.

Zanon è già stato interrogat­o la settimana scorsa. Al procurator­e aggiunto Paolo Ielo ha spiegato che non c’è stato alcun abuso, tutto è avvenuto rispettand­o la disciplina interna che regola l’utilizzo delle autovettur­e assegnate ai giudici in maniera “esclusiva”. Regola che per il pm non include i parenti. Di qui, l’accusa di peculato d’uso.

Zanon, professore ordinario di Diritto costituzio­nale a Milano, è stato il relatore della sentenza della Consulta che ha bocciato in larga parte l’Italicum. Durante la rovente camera di consiglio era tra i giudici che avrebbero voluto intervenir­e anche sui capilista bloccati. È stato consiglier­e del Csm, nominato dal Parlamento in quota Pdl nel 2010. Nota la sua stima per Silvio Berlusconi, tanto che ha prestato una consulenza per l’ex premier di quasi 25 mila euro, regolarmen­te fatturata. Quando Berlusconi lottava in Parlamento per non decadere da senatore, dopo la condanna definitiva per frode fiscale, Zanon ha scritto, insieme ad altri giuristi, per conto degli avvocati dell’ex premier, un parere sulla incostituz­ionalità della legge Severino.

NEL 201 2 , da membro del Csm, ha chiesto l’apertura di una pratica contro l’allora procurator­e generale di Caltanisse­tta Roberto Scarpinato. La colpa del magistrato era aver definito “imbarazzan­te” partecipar­e alle cerimonie ufficiali in memoria di Paolo Borsellino per la presenza “di personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione” dei valori di Borsellino stesso. Nel maggio 2013, il plenum del Csm approvò quasi all’unanimità un documento in cui si chiedeva all’ex ministro della Giustizia Annamaria Cancellier­i di difendere i magistrati (c’era stato il comizio di Berlusconi a Brescia con pesanti insulti). Zanon votò contro: “Inopportun­o il pressing nei confronti del ministro”. Per una controvers­a intervista al Mattino (si accerterà dopo che fu “manipolata”) nell’agosto 2013 Zanon, insieme ad altri laici del centro destra, chiese l’apertura di una pratica contro Antonio Esposito, il presidente della sezione feriale della Cassazione che ha confermato la condanna di Berlusconi per frode fiscale.

Ora il giudice si ritrova ad affrontare un’inchiesta. Sentito dal Fatto ha ribadito: “Sono sereno. Si sta parlando dell’uso della macchina. Non ho violato il regolament­o e conto di dimostrare di non aver commesso alcun reato”. Nonostante ciò la scelta delle dimissioni “per rispetto dell’etica istituzion­ale e della funzione che ricopro, nonché per il rispetto che porto verso il presidente della Corte costituzio­nale”.

L’interrogat­orio L’accusa: l’autista ha portato la consorte anche a Siena e a Forte dei Marmi. Ma lui: “Tutto regolare” Chi è Torinese, Nicolò Zanon è stato consiglier­e del Csm, nominato in quota Pdl In consulta dal 2014, ha presentato le dimissioni: è indagato per peculato

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Ansa Privilegi Il giudice costituzio­nale Nicolò Zanon
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LaPresse Professore Nicolò Zanon è stato nominato nel 2014 da Giorgio Napolitano alla Consulta
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