Il Fatto Quotidiano

La Corte si tiene Zanon indagato per l’auto blu

La Consulta respinge all’unanimità le dimissioni del giurista Nicolò Zanon, inquisito a Roma perché la consorte girava nella vettura con autista quando lui non c’era

- » ANTONELLA MASCALI E VALERIA PACELLI

Respinte all’unanimità. La Corte Costituzio­nale non accetta le dimissioni di Nicolò Zanon – il giudice nominato nel 2014 da Giorgio Napolitano – che ha chiesto di lasciare l’incarico dopo che era circolata, nei giornali, la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati per peculato d’uso. Resta in Consulta, quindi, anche se lui stesso ha deciso di autosospen­dersi “dai lavori del collegio” fino alla fine dell’inchiesta della Procura di Roma, che lo accusa di aver fatto utilizzare alla moglie, in sua assenza, l’auto di servizio con autista.

Non parteciper­à alle udienze pubbliche anche se continuerà a lavorare, per esempio, scrivendo quelle sentenze che ha in sospeso. E nel frattempo continuerà a percepire lo stipendio.

QUESTA VICENDA è eclatante e inedita in ogni suo aspetto: per la prima volta, infatti, un giudice che fa parte di una delle istituzion­i tra le più alte cariche dello Stato presenta le dimissioni perchè coinvolto in un’inchiesta penale e per la prima volta, di conseguenz­a, i suoi colleghi decidono di respingerl­e. Questa decisione – all’unanimità anche se “soffe rt a” perchè qualcuno dei giudici voleva prendere tempo e rinviare – è maturata do- po che Zanon ieri ha parlato davanti ai colleghi spiegando in primis le contestazi­oni del procurator­e aggiunto Paolo Ielo, titolare dell’indagine. Secondo l’accusa, da novembre 2014 a marzo 2016, sua moglie (non indagata) Marilisa D’Amico – ex consiglier­a comunale Pd a Milano e ora membro del consiglio di presidenza della Giustizia amministra- tiva – avrebbe usato l’auto blu a Roma ma anche, in due occasioni, per andare a Siena e a Forte dei Marmi. Davanti al pm Ielo e anche ieri davanti ai colleghi, il giudice – con un passato nel Csm dove è stato nominato nel 2010 in quota Pdl – ha spiegato che secondo lui non c’è stato alcun abuso, tutto è avvenuto rispettand­o la disciplina interna che rego- la l’utilizzo delle autovettur­e assegnate ai giudici in maniera “esclusiva”. Per l’accusa, invece, il regolament­o interno alla consulta esclude i parenti dall’utilizzo delle auto di servizio in assenza del giudice.

Nel caso del viaggio a Forte dei Marmi, ad esempio, ai colleghi Zanon ha spiegato che la moglie non aveva fatto altro che raggiunger­lo, portadogli alcuni fascicoli sui quali stava lavorando mentre era in Toscana. In ogni modo, nonostante convinto di non aver commesso reati, Zanon ha deciso di dimettersi per rispetto delle indagini, dell’istituzion­e alla quale appartiene e per “etica”.

Di fronte a queste argomentaz­ioni, i giudici della Consulta, dopo una riunione di circa tre ore, pur confermand­o “pieno rispetto e massima fiducia” nei confronti della magistratu­ra ordinaria ma anche del collega Zanon, hanno deciso di respingere le sue dimissioni in attesa dell’esito dell’inchiesta, che auspicano arrivi in breve tempo.

La Procura di Roma, dopo aver interrogat­o Zanon nelle scorse settimane, ora esaminerà la memoria difensiva del giudice depositata ieri dal suo avvocato, il professor Franco Coppi ed entro una decina di giorni l’indagine potrebbe essere chiusa.

SULLA SCELTA della Corte di non accettare le dimissioni ha pesato anche il buon esito di non creare un ulteriore grana per Mattarella. Da oltre un anno, la Consulta si trova senza plenum: non è mai stato sostituito il giudice di nomina parlamenta­re Giuseppe Frigo che si è dimesso il 7 novembre 2016 per ragioni di salute.

Ora, qualora vi fossero state le dimissioni di Zanon – nominato dall’ex presidente Napolitano – sarebbe toccato a Mattarella scegliere un sostituito per evitare che la Corte continui ad essere vacante di due posti. Un nuovo grattacapo per il Presidente della Repubblica, già impegnato a trovare la quadra per un nuovo governo.

La decisione Lui si autosospen­de dal collegio ma continuerà a lavorare e percepirà lo stipendio

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 ?? Fotogramma ?? La macchia Nicolò Zanon nominato prima in quota Pdl al Csm, e poi da Napolitano in Corte Costituzio­nale
Fotogramma La macchia Nicolò Zanon nominato prima in quota Pdl al Csm, e poi da Napolitano in Corte Costituzio­nale

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