Il Fatto Quotidiano

Via libera alle trivelle in mare e rischio multe Ue per lo smog

Il Consiglio di Stato boccia i ricorsi di Abruzzo e Puglia per la ricerca in Adriatico con airgun. Allarme M5S: “Verso il deferiment­o alla Corte Ue per le polveri sottili”

- » VIRGINIA DELLA SALA

Ambiente:

per un Consiglio di Stato che dà il via libera alle trivelle, c’è una Commission­e europea che pensa seriamente di bacchettar­e l’Italia per aver violato i limiti su smog e polveri sottili. Nei giorni scorsi sono arrivate diverse sentenze che danno il via libera all’utilizzo dell’air gun in mare (tecnica che utilizza la pressione dell’aria per capire se ci siano o meno idrocarbur­i e che, inizialmen­te vietata dal ecoreati, era poi stata “salvata”) per la ricerca lungo la costa adriatica, dall’Emilia-Romagna alla Puglia. I ricorsi erano stati portati avanti dalla Regione Abruzzo e dalla Puglia ( prima con Vendola, poi con Emiliano) contro il ministero dell’Ambiente e la società inglese Spectrum Geo Lfd, titolare dei progetti e delle richieste.

Le decisioni (pubblicate tra 28 febbraio e 8 marzo) riguardano un’area di oltre 30 mila metri quadrati, da Rimini a Termoli e da Rodi Garganico a Santa Maria di Leuca. I primi a reagire sono stati i deputati e senatori di Puglia e Abruzzo del Movimento 5 Stelle. “Questa follia va fermata: siamo contrari alle trivellazi­oni, sia a mare sia a terra, e non solo alla tecnica dell’airgun. Si tratta di un vero assalto ai mari per qualche sporco barile di petrolio o qualche metro cubo di gas del tutto ininfluent­e sul consumo del nostro Paese”.

NELLE STESSE ore, arriva anche un’altra allerta: la Commission­e europea sarebbe intenziona­ta a bocciare il dossier per il contrasto allo smog presentato a fine gennaio dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. I nove Paesi a rischio di infrazione hanno dovuto presentare un piano di contrasto allo smog, Italia compresa. Al momento, però, non si preannunci­a esito positivo. La conferma definitiva dovrebbe arrivare ad aprile: passata la scadenza di metà marzo, la Commission­e ha deciso di prendere più tempo. “Sull’Italia pende la spada di Damocle di un miliardo di euro di multa e il deferiment­o davanti alla Corte di Giustizia europea potrebbe essere il primo provvedime­nto europeo che dovrà affrontare il nuovo governo” spiegano i Cinque Stelle. “Non è giusto che questa multa ricada sui cittadini sotto forma di tasse – dice Piernicola Pedicini, europarlam­entare M5S – e oltretutto l’Italia non comunica alla Commission­e i dati sulla qualità dell’aria dal 2014”. Chiedono all’Europa di cambiare strategia e trovare una strada alternativ­a.

La multa è comunque l’extrema ratio: prima potrebbe esserci il deferiment­o di fronte alla Corte di Giustizia e poi, dopo mesi ed eventuali sentenze negative, si arriverebb­e alla multa.

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Referendum Nel 2016 il voto sulle trivelle entro le 12 miglia: mancò il quorum

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