Stato e Regioni, guerra sui lupi da abbattere: bloccato il piano
Sistemi di prevenzione, rimborsi più rapidi agli allevatori danneggiati, un nuovo nucleo antibracconaggio. È quanto prevede il “Piano lupo”, un accordo che da mesi attende di essere approvato in Conferenza Stato-Regioni. Il motivo dello stallo riguarda un solo punto del testo, proposto del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Per rispondere alle esigenze degli agricoltori, il governo aveva infatti promosso un abbattimento del 5% della popolazione di lupi presente in Italia, stimata in 1.300 esemplari. La proposta ha scatenato le ire del coordinamento degli assessori regionali all’Ambiente e delle associazioni animaliste, che hanno rigettato l’accordo. Lo scorso dicembre l’ultima riunione, con l’estremo tentativo del governo di stralciare l’abbattimento dal testo e di congelarlo fino al 2020. Tutto inutile: Regioni come il Veneto e la Toscana – in cui Coldiretti ha denunciato 1.348 attacchi di predatori agli allevamenti, per un danno superiore ai 3 milioni di euro dal 2014 al 2016 – hanno chiesto di poter procedere con la norma, mentrela maggior parte delle altre pretendevano una marcia indietro definitiva.
C’è poi una questione legata alla sicurezza. Negli ultimi giorni l’assessore all’Agricoltura altoatesino Arnold Schuler ha lanciato una petizione online – che ha già raccolto 15 mila firme – per chiedere interventi urgenti contro i lupi, che si starebbero “avvicinando sempre più agli insediamenti antropici e alle persone”.
Per approvare il Piano lupo servirebbe l’unanimità dei voti, eventualità finora impossibile per ammissione del presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Il prossimo incontro tra ministero e territori è fissato per il 21 marzo e potrebbe essere l’ultimo prima della formazione del nuovo governo. Ma al momento, all’ordine del giorno, non c’è traccia del Piano lupo. Più facile che la questione tocchi al futuro ministro.