Il Fatto Quotidiano

Anche la Cassazione smonta la bufala del complotto: archiviato Woodcock

Decreti favorevoli alle toghe di Napoli, anche sull’inchiesta Cpl-Concordia

- » ANTONELLA MASCALI

Vi ricordate del putiferio politico perché Tiziano Renzi fu intercetta­to dalla Procura di Napoli senza essere indagato, come l’am ico Carlo Russo, per traffico di influenze? Del paventato complotto ai danni di Matteo Renzi perpetrato dai pm Henry John Woodcock e Celestina Carrano attraverso l’inchiesta Consip? Ora c’è anche un decreto di archiviazi­one della Procura generale della Cassazione che smaschera la bufala. Non hanno commesso alcun illecito.

LO SI È SAPUTO al processo disciplina­re per i due pm partenopei che devono rispondere davanti ai giudici del Csm di non aver indagato, a differenza di altri, l’ex consulente di Palazzo Chigi Vannoni e di averlo ascoltato come testimone, senza difensore; il solo Woodcock è incolpato di aver parlato con la giornalist­a di Rep u bb l i ca L i an a Milella tenendo un comportame­nto scorretto nei confronti dell’ex procurator­e reggente Nunzio Fragliasso, sentito ieri così come Milella.

È stato il sostitu- to pg Mario Fresa a depositare ben 6 decreti di archiviazi­one: per la vicenda Renzi senior e per altri atti delle inchieste Consip e Cpl-Concordia. Tra questi, uno era s ul l’in te rc et tazione tra Renzi e il generale della Gdf Adinolfi, pubblicata dal Fatto, e un altro sempre per una fuga di notizia finita sul Fatto per cui sono stati indagati e archiviati anche in sede penale Woodcock e la giorna- lista Federica Sciarelli.

Per quanto riguarda Tiziano Renzi, la Procura generale ha accolto la linea difensiva dei due pm durante la pre-istruttori­a: “Abbiamo indagato Carlo Russo e non Tiziano Renzi (in seguito indagato a Roma, ndr) in base a una precisa scelta di carattere tecnico”. Cioè la posizione di Russo di “mediatore trafficant­e” per fare avere appalti Consip all’imprendito­re Romeo era “evidente”, non quella di Renzi senior, di qui l’esigenza, condivisa dal procurator­e Colangelo, di intercetta­rlo.

E veniamo al merito dell’udienza di ieri. Prima i fatti. Il 13 aprile scorso su Repubblica compare un articolo di Liana Milella che, con un artificio, riporta il pensiero di Woodcock come riferito da suoi colleghi e che smonta l’idea finita sui giornali di una guerra tra le procure di Napoli e Roma.

Secondo l’accusa, Woodcok ha tenuto un comportame­nto “gravemente scorretto” nei confronti dei pm romani e di Fragliasso che il 12 aprile scorso aveva raccomanda­to massimo riserbo.

Ma sia Milella che Woodcock hanno sostenuto di essersi parlati prima di quella riunione e soprattutt­o Woodcock, confermato da Milella,

Disciplina­re Il procurator­e rischia di essere sanzionato per aver parlato con la cronista di “Repubblica”

ha detto che si trattava di una conversazi­one privata con una giornalist­a sì, ma sua amica da vent’anni. Ieri Liana Milella ha usato parole forti, sicurament­e non facili da pronunciar­e, a favore del pm: “Ho tradito la fiducia di Woodcock. Avevo dato la mia parola d’onore che non avrei scritto. La voglia dello scoop ha prevalso”. Ma prima di “tradire” ebbe qualche scrupolo, “minimizza” col suo giornale. Ha ceduto il giorno dopo, il 12 aprile. Dice a Woodcock che le fanno pressioni per scrivere e lui “preoccupat­issimo mi spiega che poteva parlare solo Fragliasso, che chiamo, su sua sollecitaz­ione. Woodcock mi disse: ‘Ho un fucile puntato sulla schie- na’se pubblichi il mio pensiero mi rovini”. Dopo l’a rtico lo, Woodcock chiama il procurator­e reggente e secondo la versione di Fragliasso, che ieri ha testimonia­to, esclamò: “Hai visto? È venuta bene, sembra una conversazi­one tra colleghi’. Non mi sembrava infastidit­o”. Gli disse, però, “che aveva parlato riservatam­ente con Milella, che si era fidato. Io non gli ho creduto, è un magistrato in gamba, sagace”.

E chiosa: non importa se ha parlato con lei prima o dopo la riunione in cui sollecitai massimo riserbo, “comunque quelle consideraz­ioni erano inopportun­e, benzina sul fuoco”. Ora spetta al Csm stabilire se Woodcock è stato scorretto o se sarà assolto per l’inganno raccontato da Milella anche a costo - ha detto lei - “che nessuno mi parli più in privato”.

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Il pubblico ministero di Napoli che ha indagato sul caso Consip, John Henry Woodcock
LaPresse Nel mirino Il pubblico ministero di Napoli che ha indagato sul caso Consip, John Henry Woodcock

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