Così Manuel lo spietato torna Agnelli e pare Bonolis
Non c’è testo senza contesto, non c’è messaggio senza mezzo. Aggressivo, spiazzante, autentico ( indie, per dirlo con parole sue): così appariva Manuel Agnelli alla plancia di comando di X Factor. Ed eccolo ora, non più castigamatti del
mainstream generalista giunto direttamente da Gotham City, non più spietato cacciatore di taglie e di talenti, bensì conduttore in proprio di una seconda serata di Rai3, Ossigeno (giovedì, 23.20). E nelle vesti di padrone di casa, tutto cambia; una certa qual si- cumera, una lontana eco di grancassa, un tirarsela alla grande. Il lupo (con gli altri) è ridiventato Agnelli. “Turchetti, fiato alle trombe!” avrebbe detto Mike. Agnelli ci spiega che la musica è l’ossigeno della vita; non si contenta di suonarla in proprio o di farla suonare ai suoi ospiti. Vuole anche spiegarcela, vuole ballare di architettura, direbbe zio Frank. Celentano divide il mondo tra chi è rock e chi non è rock? Benissimo, lui divide tra chi è indie e chi no. Prendiamo nota: di sicuro erano
indie Leonardo, El Greco, Caravaggio, Lou Reed, Allen Ginsberg. Ma attenzione: è indie anche Paolo Bonolis che, protetto dalla maschera di Batman, svela il suo vero volto: cita Jared Diamond, Desmond Morris, dimentica stranamente Luca Laurenti, ma arriva fino a Pasolini “che di cultura popolare se ne inte ndeva”. Presto, togliete la maschera a Bonolis, togliete il trombone a Manuel Agnelli e ridategli la chitarra. Sempre meglio giudicare gli altri che prendere sul serio se stessi.