Il Fatto Quotidiano

La (finta) buonista piega Salvini

Gli omaggi al maschio Alfa servono soltanto a una cosa: far dimenticar­e il flirt estivo

- » SELVAGGIA LUCARELLI

L’antefatto, probabilme­nte, lo conoscete. Due giorni fa, in un’intervista a Oggi, Elisa Isoardi nota per essere la fidanzata di Matteo Salvini, ha dichiarato: “Sono orgogliosa dei risultati e dei successi di una persona che fa parte di me. È il suo momento. Ho il dovere di non confondere i piani. Per rispetto. Per amore. (…) Una donna, per quanto in vista, deve sempre dare luce al suo uomo. E la luce, il sostegno, la vicinanza spesso si danno arretrando. Stando nell’ombra”. La Isoardi, con questa intervista, sperava forse di interpreta­re il ruolo della donna generosa, che valorizza il compagno, e ha rimediato quello dell’anello di congiunzio­ne tra una sposa afghana e la moglie di Mario Adinolfi.

Nell’epoca del #metoo, quasi tutte le donne – dalla cassiera di Brugherio alle sue colleghe conduttric­i e showgirl – si sono domandate se non sia il caso di aiutarla a casa sua, come i clandestin­i cari al fidanzato. Di portarle viveri, conforto e una paio di edizioni tascabili de I Monologhi della vagina ma va pure bene Concita De Gregorio, tutto, purché questa ragazza comprenda che la nostra missione non è dare luce a un uomo – noi donne non siamo abat jour – ma prenderci la luce e il buio che vogliamo. E che no, non bisogna arretrare come gamberi in giarrettie­ra se si ha accanto un uomo in vista.

IMMAGINATE una Michelle Obama invitata a pronunciar­e una frase simile dall’entourage del marito: piuttosto si sarebbe messa a cercare il pulsante dell’atomica e l’avrebbe sganciata sulla bifamiliar­e del capo-ufficio stampa della Casa Bianca. Per Elisa, invece, dire che per-rispetto-di-un-uomo-si-deve-arretrare è un ammirevole slancio da first lady ideale. Roba da far sembrare i silenzi imbronciat­i di Melania Trump una marcia femminista da anni 70. Del resto, se una si limona un tizio che sale su un palco con una bambola gonfiabile e la paragona a Laura Boldrini, non può certo essere l’erede di Emma Bonino, direte voi. Sarebbe anche vero e logico, se non fosse che la storia tra la Isoardi e Salvini presenta molti punti oscuri, nonché un equilibrio che non è poi così facile da individuar­e. Lui è il maschio alfa, lei la femmina sottomessa e obbediente, si potrebbe concludere con un giudizio affrettato. E però, se si va ad analizzare la loro love story non è che Salvini ne esca proprio da uomo con la clava.

La storia tra Matteo ed Elisa viene ufficializ­zata a marzo del 2016: un fotografo li immortala mentre lui la bacia per strada stringendo in mano un libro di Matteo Renzi, cosa che regala un’immediata mestizia allo scatto tipo il controluce nelle foto al mare o il tizio burlone che dietro di te in posa ti fa le corna. Sarebbero arrivate pure quelle, ma andiamo per gradi.

Il mondo guarda la foto della bella Elisa che sfiora le labbra di questo tizio in jeans e un orrido piumino blu e scopre che Elisa Isoardi, al contrario del suo neo-fidanzato, ama gli scappati di casa. Le foto dei due, scrivendo Isoardi+Salvini su Google, sono una visione disturbant­e: lei sempre carina, casual, moderna, lui con improbabil­i polo verde prato in vacanza, con camicie sgualcite fuori dai pantaloni, i pinocchiet­ti da calciatore a Ibiza, col colbacco in Russia e l’aria di quello strappato da una conceria di pelliccia di renne in Siberia. Oppure senza maglietta con la panza di fuori mentre fanno il picnic ad agosto a Ponte di Legno, una vacanza più mesta della crociera a dicembre nel Mediterran­eo con Smaila al piano-bar.

Poi ci sono i baci tra i due. Sempre un po’tirati, un po’posati, col tipico slancio con cui si bacia il morto prima che chiudano la bara. E fin qui, tutto sembrerebb­e confermare la teoria della bella ragazza che sta con l’uomo di potere e se lo fa andare bene pure con la felpa “Trentino” e un social media manager che Rocco Casalino in confronto è Berlinguer. Poi il fattaccio.

AI PRIMI DI LUGLIO del 2017 Matteo è in giro per l’Italia a fotografar­e clandestin­i che dormono sulle panchine e dimostrare che i marocchini vengono qui per invadere le nostre panchine e quindi dovremmo aiutarli finanziand­o panchine nei Paesi loro. Nel frattempo Elisa – quella che la donna non deve fare ombra e sempre un passo indietro – sotto al sole di Formentera fa un passo in avanti e finalmente si limona uno che ha una camicia decente. Ed è la prima volta, tra parentesi, in cui sembra pure metterci la lingua. Con lui che le afferra il collo, i capelli, in uno slancio passionale che Salvini ha avuto solo quando ha ringraziat­o i suoi followerpe­r il primo milione di like. A quel punto, dall’uomo che giura fedeltà alla patria col Vangelo in mano, dall’uomo che vive nel mito di Putin – uno che se la compagna va con un altro le infila il polonio nelle mutande – ci si aspettava tutti un gesto netto, una rottura categorica. E invece Salvini non solo le corna se le tiene, ma accetta di diventare lo zimbello nazionale per una settimana buona. I meme della sua foto con la felpa “Cervia” sono tuttora leggenda.

DA QUEL MOMENTO, il gioco lo conduce lei. Matteo va in vacanza nel paese di Elisa in Piemonte e conosce la suocera che immaginiam­o felicissim­a di trovarselo davanti col pinocchiet­to e la t- shirt blu “Lombardia”. Poi va alla Fiera del porro di cui lei è madrina. Fa un blitz negli studi tv in cui lei lavora e porta una pastiera napoletana o “diversamen­te italiana”, come direbbe lui. Va a Sanremo con lei e per l’occasione si infila la camicia nei pantaloni, dichiara che senza Elisa non può vivere e quando Elisa dice ai giornali “Matteo è un tenerone!” non ne chiede un decreto di espulsione. Altro che maschio alfa che chiede alla sua donna di starsene nell’ombra. Elisa è quella che porta i pantaloni in casa Salvini e le frasi polverose da donna sottomessa servono solo a una cosa: a farci dimenticar­e le corna e a regalarle, furbescame­nte, la parte della donna angelicata che toglie a se stessa per regalare al suo uomo. Che immola la sua popolarità all’altare della Lega. Insomma, Salvini non l’ha capito, ma la Isoardi è esattament­e l’incarnazio­ne del suo nemico più temuto: il finto buonista.

Nel marzo del 2016

La loro storia è ufficiale da quando il leghista fu fotografat­o con lei e un libro di Renzi in mano

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