Il Fatto Quotidiano

LE DUE FRESCACCE DEM

“È colpa del No” e “il voto ci mette all’opposizion­e ”

- » DANIELA RANIERI

Afona di parole, analisi e sentimenti, da due settimane la banda dei suonati del Pd si aggira tra giornali e Tv a ripetere sempre le stesse due baggianate: lo stallo attuale dipende dalla vittoria del No al referendum; gli italiani ci hanno messo all’opposizion­e.

La prima è una fake news di ritorno, tipica dello storytelli­ng a “boomerang” di Renzi. Come tutti sanno, il referendum non era sulla legge elettorale ma sulla “riforma” della Costituzio­ne partorita dal trust di cervelli Boschi-Verdini-Finocchiar­o-Calderoli. Lo sa anche Renzi, che quando doveva convincere gli italiani a votare Sì al suo plebiscita­rio e truffaldin­o referendum (con quesito falso: vuoi tu che i parlamenta­ri siano di meno e la politica costi meno?) si fece le sette chiese per precisare che il referendum non riguardava affatto la legge elettorale (prese a farlo allorché illustri costituzio­nalisti segnala- rono come fosse il “combinato disposto” delle due a determinar­e una situazione potenzialm­ente autoritari­stica). Lo stallo dipende unicamente dal Rosatellum, legge cervelloti­ca e autolesion­ista.

La seconda è una fandonia di nuovo conio. Il primo a propalarla ovviamente è stato Renzi, mentre dava le sue irrevocabi­li non-dimissioni: “I cittadini ci hanno chiesto di stare all’opposizion­e” (stupisce questo rispetto feticistic­o del voto da parte di uno che dopo quel 4 dicembre avrebbe dovuto evincere che il 60% degli italiani lo voleva fuori dalla politica e invece ha fatto il contrario, ma vabbè). L’ultimo, Maurizio Martina il “reggente” (peraltro reggente di qualcosa che è già caduto): “Il voto degli italiani ha stabilito la nostra posizione. Lavoreremo dall’opposizion­e”.

Forse noi quella domenica era- vamo distratti, e ci è sfuggito che sulla scheda ci fosse una casella da barrare per mettere un partito in maggioranz­a o all’o pposizione. Novecentes­chi come siamo, abbiamo votato chi volevamo in Parlamento. Ma poi chissà se questi epigoni di Pericle intendono che all’opposizion­e li ha messi chi li ha votati (il 18,7%), oppure chi non li ha votati; perché nel primo caso si deve pensare che tutti quelli intenziona­ti a votare Pd-ma-all’opposizion­e si siano telefonati accordando­si sulla percentual­e a cui fermarsi, per poi votare, gli altri, 5Stelle e Lega; il secondo caso (la gente vota Di Maio non perché vuole Di Maio in maggioranz­a ma in realtà perché vuole Renzi all’opposizion­e), afferendo precipuame­nte alla psichiatri­a, preferiamo non esaminarlo. Ci vuole tanta pazienza.

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