Il Fatto Quotidiano

Scuola L’ossessione per le procedure è una peste del nostro tempo

- ANTONIO ESPOSITO MASSIMILIA­NO FIORUCCI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE ENRICO COSTANTINI SALVATORE SETTIS LUIGI FERLAZZO NATOLI G.C . FQ

Nel mio articolo dal titolo “Csm, il giusto processo non è di casa” apparso su codesto quotidiano lo scorso 13 marzo è stato omesso, evidenteme­nte per motivi tipografic­i, il seguente periodo: “Le relative istanze di ricusazion­e rigettate sulla base di un orientamen­to affermato nel 2009 dalle SS. UU. civili della Cassazione secondo cui ‘la disciplina applicabil­e in materia di ricusazion­e del giudice disciplina­re è quella prevista dal codice di procedura civile, il quale non prevede, a differenza di quello di procedura penale, l’ipotesi di ‘chi ha manifestat­o il suo parere sull’oggetto del procedimen­to fuori dell’esercizio delle funzioni g iu d iz ia r ie ’ ( ord. sez. disc. n° 130/2014, richiamata dal P.G. di udienza)”. Era questo “l’orientamen­t o”, da me, nell’articolo, ritenuto “del tutto irragionev­ole” – (dovendosi, invece, applicare, per espressa disposizio­ne di legge, le norme del codice di p.p.) – che consente alla sezione disciplina­re del Csm di rigettare istanze di ricusazion­e nei confronti di componenti di essa che abbiano, in sede di Prima commission­e, manifestat­o giudizi o pareri, o convincime­nti sulla medesima vicenda oggetto del procedimen­to disciplina­re.

Oltre alla crisi e agli errori, le banche pagano la malafede

La Ue cerca di affossare il sistema bancario, principalm­ente italiano, con la nuova direttiva sui Npl (sofferenze bancarie) che dovrebbero essere eliminate, invece che gestite in proprio, cedendole al 15% del valore ai fondi speculativ­i, che poi ci guadagnera­nno anche il 100%. Ma il problema è un altro: nel ’79 feci il primo dei 21 anni che ho passato lavorando in banca: allora le sofferenze del sistema, e anche della banca dove lavoravo, erano intorno all’1,5%, già preoccupan­ti, mentre ora superano il 12%. La domanda è: come è stato possibile che le sofferenze siano state lasciate crescere di 8 volte rispetto ad allora? Va bene la crisi, gli errori di gestione, la con- IL PROFESSOR SETTIS è uomo di indiscutib­ile valore e prestigio e, proprio in virtù di tali elementi, appare del tutto incomprens­ibile come possa aver scritto un articolo così pressappoc­hista sulla scuola, nell’edizione di giovedì del Fatto. Nessuno tra coloro che si occupano di discipline pedagogich­e e didattiche pensa che si possa insegnare qualcosa senza conoscere l’oggetto dell’insegnamen­to. Ciò che, al contrario, sostengono i pedagogist­i è che conoscere l’oggetto di insegnamen­to non è di per sé sufficient­e: vi è bisogno di padroneggi­are le metodologi­e didattiche. La convinzion­e che chi sa qualcosa sa anche insegnare è un’idea che a lungo ha dominato il quadro culturale italiano e ha impedito che penetrasse una cultura pedagogica democratic­a.

Nella scuola di oggi entrano persone che negli anni in cui Settis frequentav­a la scuola erano alla porta. Oggi le classi sono molto più composite con allievi con cittadinan­za non italiana, allievi con disabilità, ecc. È la sfida della scuola di massa che deve essere anche scuola di qualità per tutti e le competenze pedagogich­e e didattiche sono necessarie per garantire ciò.

Il rischio dell’approccio di Settis è la selezione sociale: chi può, chi ha gli strumenti, chi dispone di un capitale sociale e culturale sufficient­e ce la fa. E gli altri? SECONDO IL PROF. FIORUCCI, il passaggio dalla scuola di élite alla scuola di massa comporta necessaria­mente il trionfo della didattica, e ridare priorità alla profonda conoscenza delle discipline e allo spirito critico vuol dire difesa delle élite. Assiomi non dimostrati, che dunque non è possibile confutare. A me pare che l’osses- giuntura, ma qui bisogna ammettere che c’è stato un uso truffaldin­o smodato del denaro della clientela, per alimentare credito a personaggi che non avevano alcuna credibilit­à nè diritto a ottenerlo. Ma erano tutti amici degli amici o erano tutti tonti i banchieri che ignoravano pure le basi della tecnica bancaria?

Senza maggioranz­e chiare potrebbero tornare i tecnici

Mentre si stanno svolgendo le sione per le procedure sia, e non solo nella scuola, una peste del nostro tempo. Anche la burocrazia si alimenta e si autolegitt­ima con un’infinita catena di “come” che offuscano la sostanza delle cose de-responsabi­lizzando gli operatori, generando contenzios­o, allungando i tempi. Ma la scuola non può diventare piatto rituale burocratic­o, dal quale si salvi, come già sta accadendo, solo chi può permetters­elo (questo sì che è elitismo). In quel grande evento di massa che fu il Discorso della Montagna, Gesù conquistò l’uditorio e cambiò il corso della storia non perché avesse seguito corsi di pedagogia, ma perché credeva davvero in quello che diceva. grandi manovre su chi farà il governo e mentre l’offeso infante di Rignano porta all’opposizion­e il suo Pd, nessuno o quasi si sofferma sul silenzio di Mattarella, il quale ritengo abbia già in testa una soluzione. Ed è probabile che prima Mattarella aspetti l’accordo dei partiti sulle presidenze di Camera e Senato, e poi che dia l’incarico di fare il governo a Di Maio o a Salvini o a chi dimostra di avere una maggioranz­a. Sembra che l’ultima ipotesi sia la più probabile, ma che Mattarella tiferebbe per la nomina di un premier in assenza di una maggioranz­a. In tal caso, purtroppo si rischiereb­be il ritorno dell’in ge ss at o Monti.

Il reddito di cittadinan­za come diritto universale

L’avvento della robotizzaz­ione spinta delle catene di produzione, che l’industria 4.0 sta consentend­o, non va intesa in termini catastrofi­ci. Non si deve intendere che Seguo con attenzione le mosse politiche di questo periodo e l’e d i t oriale del direttore di ieri mi trova pienamente d’accordo. Io sono di sinistra, e probabilme­nte rimarrò di sinistra per sempre, eppure ho votato il Movimento 5 Stelle, perciò sarei ben felice di vedere un governo tra i due. Vengo però a sapere che, se il Pd rimane freddo, il M5S lo è di più. Una domanda per Di Maio, allora: tra la poltrona di presidente del Consiglio e le idee nel programma del suo movimento, chi butterebbe giù dalla torre? Se sono quel che dicono di essere, la risposta non dovrebbe essere scontata? I NOSTRI ERRORI

A pagina 8 del Fatto Quotidiano di ieri, a corredo dell’articolo “A c c usato di peculato in Calabria, sequestro di 200 mila euro all’ex deputato Galati”, è stata per errore pubblicata una foto del senatore Ciro Falanga, totalmente estraneo alla vicenda. Dell’errore ci scusiamo con gli interessat­i e con i lettori.

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Ansa I buoni maestri Studenti in un liceo

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