“Ho la gastrite da Olimpiadi ma non lascio il M5S”
Consigliera torinese che dissente dalla Appendino: “Non si rilancia la città con i Giochi”
“Lunedì
potrei fare un intervento in aula e spiegare le ragioni del dissenso sulle Olimpiadi”. Dopodomani sarà al consiglio comunale di Torino Viviana Ferrero, detta Vivi Rosso, una dei quattro consiglieri del Movimento 5 Stelle che lunedì scorso si è assentata nel giorno della discussione di una mozione sulle Olimpiadi invernali 2026 provocando un terremoto politico. Riassunto: il Pd aveva presentato un testo per impegnare la sindaca Chiara Appendino a firmare la manifestazione di interesse, ma le assenze dei grillini contrari hanno contribuito a far mancare il numero legale e così Appendino, che aveva appena annunciato l'invio della lettera al Comitato olimpico internazionale, ha dovuto prendere tempo per cercare di ricucire lo strappo. Intanto le opposizioni affermavano che la maggioranza non c'era più.
“IO LUNEDÌ scorso stavo davvero male, avevo la gastrite perché la politica te la provoca”, dice Ferrero alFatto Quotidiano per giustificare l'assenza. Non deve giustificare, invece, la sua contrarietà ai nuovi giochi olimpici: “Abbiamo semplicemente tirato il freno di un treno per riportare il dibattito e trovare delle soluzioni insieme. Il confronto era durato soltanto cinque giorni”, racconta. L'idea di u- na candidatura di Torino per ospitare i cinque cerchi vent’anni dopo l'edizione del 2006 è nata più di un anno fa da alcuni sindaci delle Valli olimpiche e un progetto è stato elaborato in silenzio dalla Camera di commercio, che ha chiesto alla sindaca di inviare la manifestazione di interesse al Cio entro il 31 marzo. Durante la campagna elettorale Appendino e il M5s non si sono esposti e solo dopo il 4 marzo sono cominciate le discussioni: “Ma cinque giorni non bastano”. Ferrero ha comunque una sua idea chiara: “Sono della Valle di Susa e abito da dieci anni a Torino. La valle ha già dato e se la città deve trovare un rilancio non può farlo tramite i giochi olimpici”.
Ricorda alcuni dati: i costi stimati nel 1998 che sono aumentati, l'ormai celeberrima pista di bob da 101,3 milioni di euro finita in disuso (con costi di manutenzione per 600mila euro l'anno) e il debito della Città di Torino raddoppiato tra i primi anni Duemila e il 2006. Quel debito pesa ancora sui cittadini: “Ho visto delle colleghe piangere durante l'approvazione del bilancio. Siamo chiamati a tagliare su tutto – dice Ferrero –. Ho scritto a Beppe (Grillo, ndr) che abbiamo dovuto fare la ‘politica del macellaio’”. Per questo non ritiene questa iniziativa la soluzione dei pro- blemi di Torino: “Le Olimpiadi hanno creato il nostro problema e non possiamo risolverlo con lo stesso strumento”. Per questo resta contraria e voterà no alle mozioni previste: “Spero non si arrivi alla candidatura, ma se dovesse esserci sorveglierò”. Questa spaccatura nel Movimento 5 Stelle non è il segnale di un’uscita dal gruppo consiliare: “Non siamo in guerra – premette –. Ci sono posizioni diverse. Io il movimento l'ho visto nascere e crescere, curavo due Meetup. Non c'è intenzione di uscire, ma di portare avanti le istanze in modo democratico. Da dentro si combatte molto meglio e se c'è del malessere va tirato fuori”.