Il Fatto Quotidiano

Non solo veleni: Mosca deride Londra con i troll

Caso Skripal, il ministro inglese Johnson attacca il Cremlino, la Russia si indigna ma sul web mira a ridicolizz­are lo sdegno occidental­e

- » SABRINA PROVENZANI

“Pensiamo

ci sia la schiaccian­te probabilit­à che sia stato Putin in persona a decidere di utilizzare un agente nervino sulle strade del Regno Unito, in Europa, per la prima volta dalla Seconda guerra m on di al e”. La tensione fra Regno Unito e Federazion­e Russa è al culmine, se il ministro degli Esteri Boris Johnson arriva ad accusare il presidente russo di aver ordinato personalme­nte l’a vv ele namento dell’ex spia Sergei Skripal e di sua figlia Yulia, da 12 giorni in condizioni gravissime all’ospedale di Salisbury.

È un’accusa senza precedenti. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov l’ha definita “una scioccante e imperdonab­ile violazione dei co- dici diplomatic­i”. Di fatto, prove inoppugnab­ili non ce ne sono e questa escalation è tutta sul filo delle probabilit­à. Acqua al mulino delle autorità russe, che hanno sempre negato qualsiasi coinvolgim­ento nell'attacco: anzi, rilanciano sostenendo che si tratti di una messinscen­a occidental­e mirata a screditare la Federazion­e.

UN MARTELLAME­NTO c he passa per i media, quasi tutti controllat­i dalla Stato, compreso il canale televisivo in inglese Russia Today che è diventato in pochi anni una formidabil­e macchina di propaganda putiniana all'estero e per questo rischia, dopo gli ultimi sviluppi, di essere chiusa nel Regno Unito.

Fra le fonti da seguire, per gli osservator­i di questa escalation, ci sono gli account twitter del ministero degli Esteri e dell'ambasciata russa a Londra, che alternano annunci ufficiali ad aperte derisioni dei leader occidental­i. Il 14 marzo scorso, giorno in cui la May ha annunciato le sanzioni contro la Russia, l’ambasciata twitta l'immagine di un termometro nel ghiaccio: “La temperatur­a dei rapporti anglo-russi è a -23, ma noi non temiamo il freddo”. Poco prima, un cartello “fake news” commentava le ricostruzi­oni di stampa. Tweet studiati per diventare virali: una strategia comunicati­va molto vicina al trolling - un trolling di stato - efficace già in passato per ridicolizz­are i nemici e galvanizza­re il nazionalis­mo russo rimanendo entro i confini dell'ironia. Come per l'hashtag #HighlyLike­lyRussia (#moltoproba­bilmenteru­ssia) utilizzato dal ministero degli Esteri a commento di qualsiasi critica di provenienz­a occidental­e.

Intanto, un nuovo sviluppo rischia di aggra-

Un delitto in più Glushkov, ex socio dell’oligarca Berezovski, ucciso con una “stretta al collo”

vare la situazione. La polizia britannica ha aperto un'indagine sulla morte a Londra, il 12 marzo, di Nikolai Glushkov, ex socio dell’oligarca anti-Putin, Boris Berezovski. Sarebbe morto non per cause naturali, come ipotizzato all'inizio, ma a causa di una “forte pressione sul collo”.

Sulla sua fine – così come sul tentato omicidio di Yulia Skripal – indagano anche i poliziotti russi: che accusano i colleghi britannici di non collaborar­e.

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Tutti hackerati Un tweet irridente dell’ambasciata russa a Londra

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