Il Fatto Quotidiano

Da My Lai alla Siria: l’unico civile buono è quello morto

Vietnam Cinquanta anni fa il massacro di 350 inermi in un villaggio fece scoprire all’America la sporca guerra

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Da un massacro all’altro, le stragi di civili sono una costante delle cronache di guerra: nel giorno in cui l’America ricorda, senza stracciars­i le vesti per i sensi di colpa, il massacro di My Lai, dove soldati statuniten­si uccisero circa 350 civili inermi – uno dei momenti più tragici e più bui del conflitto in Vietnam –, dalla Siria arrivano notizie di oltre 100 civili uccisi nelle ultime 24 ore in bombardame­nti governativ­i, russi e turchi, rispettiva­mente nella Ghouta orientale ( 67 vittime) e n el l ’ enclave curda di Afrin (27 morti).

Tra i due estremi, il Vietnam e la Siria, stragi di civili a opera di militari più o meno regolari, dall’Asia all’Africa all’America latina.

IN EUROPA, laferita che ancora sanguina è l’eccidio di Srebrenica: nel luglio 1995, oltre 8.000 musulmani bosniaci, specie uomini e bambini, furono vittime di un’operazione di pulizia etnica delle truppe serbo- bosniache, nonostante la presenza nell’area di militari olandesi sotto la bandiera dell’Onu, incapaci di intervenir­e.

L’America di Trump, che ha fretta di essere “di nuovo grande”, non si ferma a celebrare My Lai: il presidente e i suoi sostenitor­i non hanno né l’autocritic­a né la lacrima facile. E i media sono zeppi della ‘spy story’ che allarga il fossato tra l’Occidente e la Russia e delle beghe domestiche, le armi che resteranno alla portata di tutti, il Russiagate, la Casa Bianca divenuta un Grand Hotel dove c’è chi viene e chi va, le scap- patelle di Trump la cui serie s’allunga. Il massacro di My Lai avvenne il 16 marzo 1968, quando i soldati Usa della Compagnia C guidati dal sottotenen­te William Calley ebbero l’ordine di sradicare i Vietcong nell’area di Quang Ngai: uccisero 347 civili inermi, vecchi, donne, bambini, anche neonati. A fermare la strage, fu l'equipaggio di un elicottero in ricognizio­ne, che, atterrando, s’interpose tra i militari americani e i superstiti vietnamiti. Il pilota, Hugh Thompson, un sottuffici­ale, si confrontò con i soldati a terra, ordinando al suo equipaggio di puntare le armi contro di loro e di aprire il fuoco se non si fossero fermati. Il massacro cessò: Thompson fece evacuare i civili sopravviss­uti.

Le cause e i contorni del drammatico episodio restano, tuttora, incerti. Fonti vietnamite parlano d’una ritorsione, dopo uno scontro a fuoco con i Vietcong che si erano mischiati ai civili. L’inchiesta portò all’accusa per crimini di guerra di 26 militari americani, ma solo il comandante del plotone, il sottotenen­te Calley, fu condannato all'ergastolo per omicidio, salvo essere graziato dal presidente Nixon dopo tre anni e mezzo di arresti domiciliar­i a Fort Benning, in Georgia. Ci vollero più di quar a n t’anni perché il sottotenen­te si scusasse pubblicame­nte: “Non passa giorno – disse nel 2009 – che non provi rimorso per quello che è successo a My Lai”.

LE MEMORIE dei superstiti di allora sono simili alle testimonia­nze che arrivano, oggi, dalla Siria: l’unica differenza è che i massacri del XXI secolo sono raccontati, spesso in diretta, sui social. Invece, di My Lai si seppe solo un anno e mezzo più tardi, grazie a un giornalist­a investigat­ivo indipenden­te, Seymour Hersh.

Cade, per il mondo, l’alibi del non sapere. Ma c’è la tentazione, o il sospetto, della fake news: l’Osservator­io nazionale per i diritti umani siriano riferisce l’effetto dei bombardame­nti contro i miliziani anti ad Assad, appoggiati da truppe russe e da parte della Turchia contro i curdi ad Afrin, dove, dal 20 gennaio, è in corso un'offensiva delle forze speciali e di milizie alleate. Ma da Mosca il ministero della Difesa smentisce bombe russe.

Non sono bufale i bilanci di sette anni di guerra civile in Siria: 511 mila vittime, di cui almeno 425 mila civili. L’Unicef calcola che i bambini uccisi nel 2017 siano stati il doppio che nel 2016. La sconfitta dell’Isis non ha segnato la fine dei combattime­nti e degli esodi di massa. My Lai i curdi lo scrivono Afrin, e i siriani Ghouta.

In tempo reale

La strage Usa scoperta più di un anno dopo; gli eccidi odierni sono sui social ma a rischio fake

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LaPresse Ieri e oggi Una famiglia vietnamita uccisa dai soldati americani a My Lai e una delle fotosimbol­o della guerra in Siria e l’assedio di Aleppo: Omran salvato dopo un raid
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