Il Fatto Quotidiano

Urna maledetta: c’è un’Italia-Spagna che mette i brividi

- » ROBERTO BECCANTINI

MOTOGP, MONDIALE AL VIA

Oggi le qualifiche per il primo Gran Premio della stagione, nel deserto del Qatar. Ieri ottima prova nelle prove libere di Andrea Dovizioso, che si è piazzato davanti a Valentino Rossi e a Marquez. Quarto e quinto posto per Iannone e Lorenzo. La gara sarà in notturna, ma quando da noi saranno le 5 di domenica pomeriggio ontro i marziani. Barcellona- Roma e Juventus-Real sono quarti di nobiltà assoluta. Il massimo, in tutti i sensi: di fascino, di trappole, di emozioni. Leo Messi ha asfaltato da solo, con due tunnel e un assist, il Chelsea di Conte. Cristiano Ronaldo si è preso Parigi. Da quattro stagioni la Champions finisce regolarmen­te in Spagna, a Barcellona ( 2015) o a Madrid ( 2014, 2016, 2017).

Juventus- Real è diventata un romanzo: dalla notte del 1962 in cui Sivori violò la fortezza madridista, infliggend­o a don Santiago Bernabeu la prima sconfitta casalinga in Europa, alla bella del 3 giugno a Cardiff, quando non bastò l’acrobazia di Mandzukic per rovesciare il destino ed evitare il crollo (4-1). All’andata, tra parentesi, mancherann­o Benatia e Pjanic, squalifica­ti, oltre a Bernardesc­hi e Cuadrado. Viste le panchine, sono tracce cruciali.

OCCHIO, PERÒ, alla doppia sfida: in ambito di eliminazio­ne diretta, la Juventus “conduce” 4 a 2. E fu proprio la squadra di Allegri, nelle semifinali del 2015, a “scippargli” l’unica finale dell’ultimo quadrienni­o. Si comincia allo Stadium, Zidane ha perso il titolo da un pezzo ed è scivolato ai margini persino della Coppa domestica. Per paradossal­e che sia, non gli resta che l’Europa. Il Real calò di brutto dopo il trionfo mondiale di dicembre, ma adesso è in netta ripresa. Di Champions ne ha vinte dodici, record dei record, è l’unico club ad aver realizzato la doppietta dal 1993, anno in cui la Coppa dei Campioni cambiò nome, è il detentore. Insomma: è tanto.

La Juventus sgomita su tutti i fronti e viene da due finali in tre anni. Sta recuperand­o il Dybala più brillante, sfoggia il miglior Higuain, un Higuain che segna e fa segnare. Sbocciato al River Plate, proprio da Madrid cominciò il lungo viaggio che l’avrebbe portato a Napoli e a Torino.

Il pronostico bacia la casa bianca, anche se non è una gara secca. La difesa juventina, in Italia un bunker, all’estero incassa un gol a partita. E alla vigilia dell’andata Madama ospiterà il Milan, con il capitolo scudetto tutt’altro che chiuso.

Cinque palloni d’oro Cristiano, cinque Messi. E qui passiamo a Barcellona-Roma, un’ordalia che la Champions ospitò nella fase a gironi dell’edizione 2015- 2016. L’allenatore della Roma era Garcia; il tecnico del Barça, Luis Enrique. All’Olimpico finì 1-1, con reti di Suarez e Florenzi, un capolavoro balistico dalla linea laterale. Al Camp Nou, viceversa, fu un massacro: 6-1, con doppiette della Pulce e del pistolero uruguagio.

NON È PIÙ IL BARCELLONA del tiki taka guardioles­co e neppure del tridente Messi- Suarez- Neymar; è una squadra che Valverde ha equilibrat­o e affidato al genio di Rosario. Imbattuto in patria e fuori, comanda la Liga e nel gruppo D le ha già suonate alla Juventus (3-0).

Era da dieci anni che la Roma non si presentava ai quarti.

Di Francesco si è lasciato alle spalle Chelsea, Atletico e Shakhtar, la mina fatale al Napoli. Servirà, come alla Juventus, la più perfetta delle partite perfette. Alisson e Dzeko riassumono e incarnano i confini del sogno. Perché di sogno si tratta, al di là dell’assenza di Busquets.

Nell’Europa League, la Lazio di Inzaghi si misurerà con il Salisburgo. Gli austriaci hanno eliminato Real Sociedad e Borussia Dortmund (che aveva eliminato l’Atalanta). È la mia favorita, a patto che giochi come a Kiev e sia meno “cicala” sotto porta. INDIAN WELLS Imbattuto. Oggi imbattibil­e, o quasi. Roger Federer va avanti ancora imbattuto dall’inizio dell’anno e ora ha raggiunto pure le semifinali di Indian Wells, primo 1000 della stagione (montepremi di 7 milioni di euro) in corso sui campi in cemento della California. Nei quarti il 36enne (da poco nuovamente numero uno al mondo), ha sconfitto per 7-5 6-1, in appena un’ora e 22 minuti di gioco, il sudcoreano Hyeon Chung, numero 26 del ranking mondiale, già battuto in semifinale agli Open d’Australia a Melbourne lo scorso gennaio. In semifinale Federer affronterà il croato Borna Coric battuto dallo svizzero nell’unico precedente disputato nelle semifinali di Dubai, ma ben tre anni fa.

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