Il Fatto Quotidiano

Pd, primi sì al referendum fra gli iscritti sulle alleanze

Cuperlo chiede che si voti. Favorevoli Ceccanti e vari dirigenti locali

- » TOMMASO RODANO

■Nel partito molti pensano che si debba consultare la base, come l’Spd, su un’eventuale intesa coi 5Stelle. D’accordo la governatri­ce umbra Marini (voterebbe no). Orlando a luglio diceva che il vertice non può decidere tutto. Martina: “Il peggio sarebbe un governo Di Maio-Lega”

La proposta di consultare gli iscritti su un eventuale accordo di governo con i 5 Stelle comincia a circolare nel Partito democratic­o, tra dirigenti e tesserati. L’ultimo a dichiarars­i favorevole è Gianni Cuperlo: “L’idea di coinvolger­e gli iscritti del Pd su qualunque decisione dovesse essere assunta la considero assolutame­nte giusta e molto convincent­e per tante ragioni”, ha detto il parlamenta­re triestino a margine di un convegno della sinistra dem.

Cuperlo ha aggiunto di non vedere “in questo momento le condizioni per un accordo tra Pd e 5Stelle”, ma ha anche negato che il suo partito debba “ritirarsi sull’Aventino”, rifiutando a priori qualsiasi forma di collaboraz­ione nella ricerca di una via di uscita dall’attuale stallo politico. La formula, che è la stessa pronunciat­a dal segretario reggente Maurizio Martina, si presta a una certa ambiguità: restiamo all’opposizion­e, ma “se ci fosse un appello del capo dello Stato...”.

Lo stesso Martina l’a ltroieri ha auspicato un ricorso agli “strumenti di democrazia interna”, come “la Spd, che ha costruito alcuni passaggi chiave con la partecipaz­ione diretta degli is c ri t t i ”. Quel passaggio chiave era appunto la decisione se prendere parte o meno a un governo di grande coalizione con la Cdu di Angela Merkel. Malgrado il referendum tra gli iscritti sia già previsto dall’articolo 27 dello statuto del Pd, il segretario ad interim Martina sembra tutt’altro che persuaso.

NEL PARTITO in realtà qualcosa si muove. Non solo Cuperlo, anche la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, all’indomani del voto, aveva auspicato il ricorso alla democrazia interna. Paradossal­mente, l’aveva invocata proprio per scongiurar­e eventuali “inciuci” con i grillini: “Se qualcuno pensa a un’alleanza tra Pd e M5S noi rispondiam­o che vogliamo un referendum tra gli iscritti. Chi rappresent­a il Partito democratic­o lo decidono gli iscritti del Partito democratic­o”.

Anche il costituzio­nalista Stefano Ceccanti, appena rieletto al Senato con il Pd, la pensa allo stesso modo: “Se qualcuno volesse fare un’apertura al M5S dovrebbe chiedere un mandato, come fatto dalla Spd che in campagna elettorale ha detto ‘mai con la Merkel’ e quando poi i dirigenti quel partito hanno cambiato idea, ha fatto un referendum tra gli iscritti”.

Servirebbe un referendum, insomma, se i dirigenti volessero “cambiare linea”, ma nulla impedisce – Statuto alla mano – di chiedere l’opinione dei tesserati sulla strategia da seguire in questa fase di stallo. Anche Andrea Orlando, ministro della Giustizia e già leader della minoranza anti renziana, quest’estate invocava un referendum tra gli iscritti nel caso, “inquietant­e e improponib­ile”, che il Pd decidesse di allearsi con Forza Italia e Silvio Berlusconi.

Il tema è dibattuto nei circoli dem, dove l’orie ntamento nettamente prevalente è quello di evitare “l’abbraccio mortale” con i 5Stelle. Ma anche qui si chiede di passare per il voto degli iscritti.

SE N’È DISCUSSO in questi giorni a Padova, dove la proposta arriva dal segretario provincial­e Vittorio Ivis: “Il voto ha dato al Pd un naturale ruolo di opposizion­e ma se accadesse che gli organismi nazionali riflettess­ero su un’ipotesi di un nostro protagonis­mo istituzion­ale, in qualsiasi forma, allora penso che sarebbe sano e necessario chiedere l’opinione della nostra base e degli iscritti, come sperimenta­to anche in Germania”.

La stessa richiesta arriva dai circoli di Cesena, dove la segreteria locale del Pd – al termine dalla rituale analisi del voto – ha pubblicato una lunga lettera che si conclude con la stessa domanda di democrazia interna: “Qualora altri partiti – si legge – in particolar­e il M5S, dovessero formalizza­re una proposta di collaboraz­ione di governo al Pd, la segreteria comunale di Cesena ritiene che il Partito debba mantenere fermo il proposito di restare all’opposizion­e. Ma la cosa più utile e giusta da fare sarà un referendum fra gli iscritti, a cui spetta il diritto di esprimere la propria valutazion­e su una scelta di fondo che, per il Pd, rappresent­a indubbiame­nte un bivio. Sarebbe questo un primo modo per ridefinire, nel metodo, un’identità al Pd che in questi anni è andata sfumando. Un messaggio che, riteniamo, vada indirizzat­o alla dirigenza nazionale del Pd”.

Orlando dixit

Il ministro a luglio: “Se Renzi vuole allearsi con Berlusconi deve passare per la base”

 ??  ??
 ?? Ansa ?? Riunioni di corrente Ieri a Roma, su impulso di Gianni Cuperlo, si è riunita la sinistra del partito
Ansa Riunioni di corrente Ieri a Roma, su impulso di Gianni Cuperlo, si è riunita la sinistra del partito
 ?? Ansa ?? Volontari e gazebo Un seggio per le primarie in un circolo milanese del Pd
Ansa Volontari e gazebo Un seggio per le primarie in un circolo milanese del Pd
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy