Figc, Milan e Raiola sono nel mirino della Procura Figc
Contratti Il faro della Procura federale acceso dopo i sospetti sui soldi di Li Adesso si aggiungono le verifiche fiscali olandesi sull’agente di Donnarumma
Cos’è accaduto attorno al glorioso Milan negli ultimi anni? Se lo chiede, con sempre maggiore attenzione, la Procura Figc. Agli inquirenti federali non sarà sfuggita la notizia su Mino Raiola – rivelata dal Fatto – che rimbalza dall’Olanda all’Italia e si ferma ancora una volta dai rossoneri. Il fisco di Amsterdam indaga sul celebre agente dei campioni per verificare la sua reale residenza fiscale e scandaglia i contratti milionari dal 2014 al 2017. Originario di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, da ragazzo Raiola è emigrato col padre in Olanda, lì ha esordito da dirigente nel calcio (il primo botto fu Bergkamp all’Inter) e ora ha base a Montecarlo e le società in Irlanda. Raiola ha in scuderia Paul Pogba, Zlatan Ibrahimovic, Romelu Lukaku, Gianluigi Donnarumma e tanti altri, lavora ovunque in Europa, in Italia soprattutto col Milan, ma non solo col Milan. Però le autorità olandesi hanno chiesto alla Guardia di Finanza di recuperare i documenti sull’ex ristoratore dai rossoneri. Al momento, di concreto, c’è l’istruttoria avviata in Olanda.
LA SCORSA ESTATE, con i proprietari cinesi, Raiola ha siglato un doppio colpo al Milan: rinnovo e aumento dell’ingaggio di Donnarumma (6 milioni di euro) e posto in panchina (e compenso milionario) per il fratello Antonio. E qui la faccenda, che la Figc studia da mesi, riguarda il passaggio del Diavolo da Silvio Berlusconi a Yonghong Li. Anche Raiola ha beneficiato indirettamente dell’enorme investimento dei cinesi sul mercato: 200 milioni di euro per rifare la squadra e, adesso, rincorrere un’improb abile qualificazione in Champions League. La sconfitta con l’Arsenal in Europa League non ha scalfito l’entusiasmo che avvolge la formazione di Rino Gattuso. E pure Marco Fassone, l’amministratore delegato, distribuisce ottimismo e s’avvicina inesorabile il 15 ottobre: la scadenza, prevista dagli americani di Elliott, per restituire il prestito di 300 milioni di euro a Yonghong Li. L’enigmatico finanziere, cittadino di Hong Kong dal ‘94, è l’uomo che ha contribuito all’ultimo affare di Berlusconi: la vendita del Milan per 740 milioni di euro con una plusvalenza consolidata di 600 milioni. Per merito di Yonghong Li, Fininvest è riuscita a liberarsi di un’azienda che da anni produceva molte perdite e pochi titoli e ha incassato una cifra più elevata del valore di mercato. Yonghong Li ha creduto con coraggio (e generosità) al marchio del Milan, nonostante le disavventure in patria: come ha raccontato Milena Gabanelli sul Corriere, mentre in Lega Calcio esaminavano con soddisfazione le credenziali di onorabilità e solidità dell’erede di Berlusconi, le banche di Jiangsu e di Canton hanno fatto causa al finanziere per i debiti non saldati e, di recente, il Tribunale di Futian ha ordinato la liquidazione per bancarotta della Shenzhen Jie Ande. Il patrimonio di Yonghong Li, su cui si è fantasticato troppo a lungo, consiste in una partecipazione all’ 11,39 per cento di Zhuhai Zhongfu, una società di imballaggio quotata in Borsa; un terzo di un palazzo a Canton e le mitologiche miniere di fosfato.
PER ACQUISTARE il Milan, dunque, Yonghong Li ha sborsato 100 milioni di euro, 300 li ha forniti (con tassi all’11 per cento) Elliott e 340 sono arrivati sui conti di Fininvest da fondi offshore.
Proprio su tre operazioni sospette sulla vendita del Milan si è concentrata una relazione della Polizia tributaria della Guardia di Finanza consegnata alla Procura di Milano, dopo le segnalazioni dell’unità di informazione finanziaria di Bankitalia. Controlli del genere servono a tracciare i flussi di denaro – nel caso di Yonghong Li parliamo di decine di milioni di euro – e a scovare presunte manovre di riciclaggio. Troppi dubbi si addensano sul Milan per lasciare indifferente il pallone italiano. Roberto Fabbricini, commissario straordinario in Figc, qualche settimana fa ha ammesso: “I guai del patron del Milan mi preoccupano”. Ora potrebbe intervenire la Procura guidata da Giuseppe Pecoraro per rispondere a una domanda complicata: cos’è accaduto attorno al glorioso Milan negli ultimi anni?