Il Fatto Quotidiano

Figc, Milan e Raiola sono nel mirino della Procura Figc

Contratti Il faro della Procura federale acceso dopo i sospetti sui soldi di Li Adesso si aggiungono le verifiche fiscali olandesi sull’agente di Donnarumma

- » ANTONIO MASSARI E CARLO TECCE

Cos’è accaduto attorno al glorioso Milan negli ultimi anni? Se lo chiede, con sempre maggiore attenzione, la Procura Figc. Agli inquirenti federali non sarà sfuggita la notizia su Mino Raiola – rivelata dal Fatto – che rimbalza dall’Olanda all’Italia e si ferma ancora una volta dai rossoneri. Il fisco di Amsterdam indaga sul celebre agente dei campioni per verificare la sua reale residenza fiscale e scandaglia i contratti milionari dal 2014 al 2017. Originario di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, da ragazzo Raiola è emigrato col padre in Olanda, lì ha esordito da dirigente nel calcio (il primo botto fu Bergkamp all’Inter) e ora ha base a Montecarlo e le società in Irlanda. Raiola ha in scuderia Paul Pogba, Zlatan Ibrahimovi­c, Romelu Lukaku, Gianluigi Donnarumma e tanti altri, lavora ovunque in Europa, in Italia soprattutt­o col Milan, ma non solo col Milan. Però le autorità olandesi hanno chiesto alla Guardia di Finanza di recuperare i documenti sull’ex ristorator­e dai rossoneri. Al momento, di concreto, c’è l’istruttori­a avviata in Olanda.

LA SCORSA ESTATE, con i proprietar­i cinesi, Raiola ha siglato un doppio colpo al Milan: rinnovo e aumento dell’ingaggio di Donnarumma (6 milioni di euro) e posto in panchina (e compenso milionario) per il fratello Antonio. E qui la faccenda, che la Figc studia da mesi, riguarda il passaggio del Diavolo da Silvio Berlusconi a Yonghong Li. Anche Raiola ha beneficiat­o indirettam­ente dell’enorme investimen­to dei cinesi sul mercato: 200 milioni di euro per rifare la squadra e, adesso, rincorrere un’improb abile qualificaz­ione in Champions League. La sconfitta con l’Arsenal in Europa League non ha scalfito l’entusiasmo che avvolge la formazione di Rino Gattuso. E pure Marco Fassone, l’amministra­tore delegato, distribuis­ce ottimismo e s’avvicina inesorabil­e il 15 ottobre: la scadenza, prevista dagli americani di Elliott, per restituire il prestito di 300 milioni di euro a Yonghong Li. L’enigmatico finanziere, cittadino di Hong Kong dal ‘94, è l’uomo che ha contribuit­o all’ultimo affare di Berlusconi: la vendita del Milan per 740 milioni di euro con una plusvalenz­a consolidat­a di 600 milioni. Per merito di Yonghong Li, Fininvest è riuscita a liberarsi di un’azienda che da anni produceva molte perdite e pochi titoli e ha incassato una cifra più elevata del valore di mercato. Yonghong Li ha creduto con coraggio (e generosità) al marchio del Milan, nonostante le disavventu­re in patria: come ha raccontato Milena Gabanelli sul Corriere, mentre in Lega Calcio esaminavan­o con soddisfazi­one le credenzial­i di onorabilit­à e solidità dell’erede di Berlusconi, le banche di Jiangsu e di Canton hanno fatto causa al finanziere per i debiti non saldati e, di recente, il Tribunale di Futian ha ordinato la liquidazio­ne per bancarotta della Shenzhen Jie Ande. Il patrimonio di Yonghong Li, su cui si è fantastica­to troppo a lungo, consiste in una partecipaz­ione all’ 11,39 per cento di Zhuhai Zhongfu, una società di imballaggi­o quotata in Borsa; un terzo di un palazzo a Canton e le mitologich­e miniere di fosfato.

PER ACQUISTARE il Milan, dunque, Yonghong Li ha sborsato 100 milioni di euro, 300 li ha forniti (con tassi all’11 per cento) Elliott e 340 sono arrivati sui conti di Fininvest da fondi offshore.

Proprio su tre operazioni sospette sulla vendita del Milan si è concentrat­a una relazione della Polizia tributaria della Guardia di Finanza consegnata alla Procura di Milano, dopo le segnalazio­ni dell’unità di informazio­ne finanziari­a di Bankitalia. Controlli del genere servono a tracciare i flussi di denaro – nel caso di Yonghong Li parliamo di decine di milioni di euro – e a scovare presunte manovre di riciclaggi­o. Troppi dubbi si addensano sul Milan per lasciare indifferen­te il pallone italiano. Roberto Fabbricini, commissari­o straordina­rio in Figc, qualche settimana fa ha ammesso: “I guai del patron del Milan mi preoccupan­o”. Ora potrebbe intervenir­e la Procura guidata da Giuseppe Pecoraro per rispondere a una domanda complicata: cos’è accaduto attorno al glorioso Milan negli ultimi anni?

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LaPresse A Milano Il portiere del Milan Gianluigi Donnarumma e il suo procurator­e Mino Raiola
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